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6 Novembre 2006 ARCHEOLOGIA
Post-Gazette
LA CIVILTÀ MAYA SPLENDIDA PROTAGONISTA DELL´ "APOCALYPTO" DI MEL GIBSON
tempo di lettura previsto 7 min. circa

A distanza di più di 1, 000 anni da quando la civiltà classica Maya scomparve dalle magnifiche città costruite nel cuore della foresta tropicale di Messico e Centro America, l´interesse per la loro arte, cultura e tradizione non è mai stato così vivo.

L´attenzione è probabilmente destinata a raggiungere il suo culmine il mese prossimo, quando la nuova opera di Mel Gibson, l´epico "Apocalypto", sbarcherà nei cinema americani.

Distribuito dalla Touchstone Picture della Disney l´8 dicembre, il film, che è stato vietato ai minori di 12 anni (per violenza e immagini di forte impatto) si concentra sulla fine della civiltà maya.

Girato a Veracruz, Messico, completamente in antico linguaggio yacuteco, il film racconta la storia di un pacifico villaggio che viene violentemente conquistato da un´altra tribù Maya. Molti degli abitanti vengono uccisi brutalmente, ed altri catturati, destinati a sacrifici di massa. La trama si concentra su uno dei giovani del villaggio, Zampa di Giaguaro, che tenterà di salvare la sua famiglia.

Mentre alcuni esperti di storia Maya attendono il film con trepidazione – preoccupati per l´accuratezza nel modo in cui l´antica cultura viene ritratta – altri vedono un´opportunità per fare conoscere al mondo la storia Maya.

"Per noi che amiamo i Maya, qualsiasi cosa che possa rilanciare il dibattito è benvenuta" ha dichiarato Marta Barber, presidente dell´Istituto di Studi Maya di Miami.

"Siamo grati a Mel Gibson per avere richiamato l´attenzione su una delle più grandi civiltà delle Americhe prima dell´arrivo dell´uomo bianco".

L´archeologia moderna Maya cominciò quando John Stephens e Frederick Catherwood si imbatterono in alcune rovine mentre si facevano strada tra la folta vegetazione del Mesoamerica tra il 1839 e 1842. Tuttavia, è solo durante gli ultimi 25 anni che sono stati compiuti progressi significativi nel decifrare i complessi geroglifici Maya.

"Se possiamo leggere le iscrizioni, possiamo conoscere la storia. Sappiamo i nomi dei re e delle regine e sappiamo cosa è accaduto loro" ha dichiarato Elin Danien, ricercatore presso il Museo di Archeologia e Antropologia dell'Università di Pennsylvania a Filadelfia. "Oggi circa il 90 per cento del loro sistema di scrittura è stato decifrato" ha spiegato Robert Sharer, curatore incaricato dell'esposizione Maya ed esperto di restauri Maya al museo.

Rivaleggiati soltanto dagli antichi Egiziani, i Maya raggiunsero lo zenit durante il periodo classico (approssimativamente 250-900 d.C.), con la creazione di un sistema altamente organizzato di regni separati attraverso Messico, Guatemala, Belize, Honduras ed El Salvador. Le loro città, comprensive di maestose piramidi torreggianti, furono costruite senza l´ausilio di attrezzi metallici, bestie da soma, o ruote. I Maya avevano sviluppato il sistema di scrittura più evoluto del nuovo mondo ed erano padroni della matematica, avendo inventato il concetto di zero, così come calendari astrologici di precisione sorprendente.

"Era una civiltà notevole in termini di progresso umano" ha dichiarato.

Le città Maya erano governate da nobili e re ed in queste categorie sociali d´elite si era sviluppato un concetto piuttosto peculiare di bellezza. Un aristocratico Maya di bell´aspetto aveva il cranio appiattito o modellato in un cono. Lo strabismo era tenuto in alta considerazione. Per ottenere queste caratteristiche, i genitori pressavano con l´ausilio di tavolette le teste dei loro bambini quando avevano solo pochi giorni di vita, e dondolavano oggetti davanti i loro occhi. I denti spesso venivano ornati con intarsi di giada o altri gioielli.

I Maya adoravano divinità agricole, quali gli dei della pioggia o del grano. Nel corso delle cerimonie religiose, i fedeli offrivano mais, frutta, selvaggina o sangue, che ottenevano perforando le loro stesse labbra, lingua o genitali. Il sacrificio umano si riservava agli eventi importanti. Le vittime erano generalmente bambini, schiavi o prigionieri di guerra. La vittima veniva verniciata di azzurro e uccisa durante la cerimonia in cima ad una piramide, mediante il lancio di frecce o tenuta legata mani e piedi mentre un sacerdote incideva la sua cassa toracica con una lama e ne estraeva il cuore come offerta. Alcuni venivano decapitati, ma il cuore "era assolutamente la cosa che migliore che si potesse offrire agli dei" ha spiegato Olivier de Montmollin, professore nel dipartimento di antropologia all'Università di Pittsburgh che ha svolto lunghe ricerche nel Messico del sud. "Agli occhi dei Maya, quella non era considerata una scena cruenta. Era una cerimonia religiosa".

Ma, naturalmente, il mistero più intrigante di tutti riguarda il perchè abbiano abbandonato le loro grandi città attorno al 900 d.C. e si siano ritirati a vivere nella giungla. Ciò accadde 500 anni prima dell´arrivo degli spagnoli. Guerre, siccità e disastri ecologici - o una certa combinazione di questi - sono stati citati nel tempo come possibili cause.

"Non avremo mai la prova storica di cosa è accaduto, ma pensiamo di avere già una buona idea" ha dichiarato il dott. Sharer, sottolineando che si è trattato di un processo durato 100 anni. "Non fu un singolo evento, ma una serie di eventi concatenati."

In un'intervista alla rivista Times nel mese di marzo, Mel Gibson ha dichiarato di essere stato affascinato dagli antichi Maya antichi per via del suo impegno con il Progetto del Bacino di Mirador, che mira a preservare una grande fetta della foresta pluviale guatemalteca - il più grande tratto di foresta pluviale vergine in America Centrale, e culla della civiltà Maya.

Mel Gibson ha dichiarato di avere lungamente discusso con il suo co-autore Farhad Safinia in merito alla teoria che sostiene siano stati gli abusi ecologici e le continue guerre tra tribù a contribuire in modo significativo alla scomparsa della civiltà Maya – condizioni che si potrebbero in parallelo ritrovare ancora oggi, con la minaccia del riscaldamento globale e della guerra di Iraq.

Effettivamente, i Maya fiorirono in un ambiente di giungla fitta, una delle zone meno produttive al mondo quanto ad agricoltura.

"Come sono riusciti a produrre nella giungla simili quantità di alimenti?" domanda de Montmollin.

"Potrebbero avere innescato un disastro ecologico, ed essere arrivati al tracollo nel IX secolo."

Oggi, i ricercatori si preoccupano per la conservazione e la protezione di quel che rimane degli antichi Maya. Di tutte le centinaia di migliaia di siti esistenti, è stata scoperta o scavata solo una percentuale molto piccola, ha dichiarato Sharer - e nuovi siti si scoprono continuamente.

"Certamente sono più i luoghi saccheggiati che quelli scavati scientificamente" ha dichiarato.

Il turismo destinato alla visita delle rovine vive un autentico boom. Con un maggior numero di visitatori attratti dalle località marittime, come dalle rovine ed altri siti storici a poca distanza, il Messico in giugno è salito di un posto per diventare il settimo paese più visitato al mondo, secondo l'Organizzazione Mondiale per il Turismo. Ha raggiunto i 21 milioni di visitatori nel 2005, aggiungendo decine di voli nazionali ed internazionali, e migliorando l'accesso a diversi porti dello Yucatan.

Anche Belize e Guatemala, in cui la lunga guerra civile si è conclusa 10 anni fa, sono diventanti destinazioni richieste.

Il dott. Sharer vede l'aumento di turismo come una lama a doppio taglio. Dei soldi ricavati, solo una piccola percentuale va ai governi per proteggere i siti storici e svolgere ricerche e scavi, e si verificano continui episodi di danneggiamenti a carico dei monumenti antichi.

Sharer spera che l'interesse nel film possa generare sforzi positivi per la protezione dei luoghi storici, che è indubbiamente una priorità assoluta.

Il dott. Danien spera inoltre che il film richiamerà l´attenzione sui più di 4 milioni di Maya contemporanei, molti dei quali costretti in povertà o in stato di continua agitazione politica.

"Non sono spariti. Spero che questo film inneschi attenzione sulla gente reale".

Naturalmente, gli spettatori che non andranno a vedere "Apocalypto" potranno avere un´altra probabilità per sperimentare "la fine" dei Maya, quando un evento davvero epocale si verificherà al solstizio d´inverno del 21 dicembre 2012.

Secondo il calendario Maya, infatti, quella data indica la fine del suo quarto ciclo di 5.200 anni e l'inizio del suo quinto ciclo.

"Secondo il calendario maya, sarà la fine del mondo per come lo conosciamo" ha dichiarato il de Montmollin. "Sono previsti terremoti importanti e altri disastri globali. Gli hotel intorno alle rovine già sono prenotati per quella data, principalmente dagli appassionati di New Age che di consueto svolgono pellegrinaggi al sito per i solstizi d´inverno e d´estate."