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23 Luglio 2002 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Biblioteca di bambù
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Una straordinaria, enorme "biblioteca di bambù" è stata portata alla luce dagli archeologi cinesi nella provincia meridionale di Hunan. Scavando in un sito dove si trovavano insediamenti di duemila anni fa, i ricercatori hanno trovato migliaia di documenti ufficiali risalenti a quell'epoca, cioè a due millenni fa. Si tratta di 20.000 meravigliosi fogli di bambù su cui sono annotati con dovizia di particolari e l'antichissima grafia dell'impero cinese dettagli sulla vita economica, politica e culturale della dinastia Qin e dell'epoca precedente. Cioè su un periodo che va dal 700 avanti Cristo al 25 dopo Cristo. Le informazioni riportate sui documenti includono particolari riguardanti il cibo dei soldati e le relazioni tra diversi gruppi etnici. Guo Weimin, vicedirettore dell'Istituto Archeologico della provincia dello Hunan, ha affermato che si tratta della maggiore quantità di documenti mai trovata relativi a questo periodo della storia cinese. E si è spinto oltre: questa è la più importante scoperta fatta in Cina dopo la famosa "armata di terracotta" peraltro sempre della dinastia Qin, che unificò per la prima volta il paese dando vita al primo impero. In realtà, in Occidente si usava per questa dinastia la trascrizione fonetica: Chin (pronuncia: Cin). Da cui probabilmente il nome "Cina".

Gli imperatori Qin sono i primi a dare un volto moderno allo Stato cinese, dividendolo in 36 territori e imponendo ad ognuno dei 36 governatori di comunicare per iscritto all'imperatore ciò che avveniva.

L'impero, insomma, va di pari passo con una enorme diffusione della scrittura e si sviluppa una grande attenzione per la comunicazione e la scienza, se è vero che, sempre in questo periodo, vengono unificati gli strumenti di misurazione: un evento che in Italia si avrà solo 1800 anni dopo.