La statuina della dea Bastet in bronzo, un amuleto a nodo di Iside, un vasetto di alabastro, ed inoltre monili, statue, bassorilievi, sono tra gli oltre 150 reperti che raccontano il fascino e il ruolo della donna egizia. Un percorso tra immagini ed oggetti che si potra' ammirare alla mostra 'Le donne dei Faraoni - Il mondo femminile nell'antico Egitto', allestita a Bergamo, al Palazzo della Ragione, fino al 29 giugno. Su una superficie di oltre 600 metri quadrati sono raccolte opere provenienti dai piu' importanti musei archeologici italiani ma anche dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e dal Louvre di Parigi, per accompagnare il visitatore in un viaggio nell'universo della donna egiziana, ricostruendone l'identita' attraverso gli aspetti pubblici e privati di una societa' iniziata 3mila anni a.C.
Eleganza, fascino, senso della casa e della famiglia, potere, saggezza: sono gli innumerevoli termini applicabili alle donne egizie al tempo dei Faraoni. Un universo femminile raccontato nelle sette sezioni della mostra: 'La donna Dea', 'Iside la Grande Madre', 'La Regina', 'le Sacerdotesse', 'La Donna nella Societa', 'Cosmesi e bellezza', 'L' Aldila''. Fin dalle origini del mito egizio, le entita' femminili divinizzate rappresentano le concezioni che sono alla base della vita e della potenza riproduttiva. Ecco, dunque, la 'Donna Dea' che amplifica il potere della riproduzione femminile. Nella cosmogonia Nut ( la volta celeste dal corpo cosparso di stelle) e' l'incarnazione dell'eterno principio femminile della vita. Fondamentale e' 'Iside, la Grande Madre' che rappresenta tutte le sfaccettature che caratterizzano l'idea del femminile. Iside e' la madre per eccellenza: madre di Horus, dunque del Faraone, ma anche madre universale da cui dipende la vita. Il legame tra il quotidiano e l'idea religiosa e' rappresentato dalla figura della 'Regina madre'. Le regine del Nuovo Regno ebbero nella guida del Paese un ruolo primario politico e culturale, da sole o a fianco del faraone. Tra gli esempi piu' famosi la regina Hatshpsut che regno' da sola per 17 anni, ma anche Nefertiti, Regina della riforma monoteistica che governo' a fianco del Faraone Akenathon e Nefertari, grande sposa regale di Ramesse II. Il viaggio nel mondo femminile dell'antico Egitto continua con le Sacerdotesse con potere spirituale ma anche politico. Le istituzioni religiose accettavano le donne indipendentemente dal loro stato sociale e, fin dall'Antico Regno, si incontrano titoli sacerdotali femminili. Anche il clero ausiliario e subalterno aveva una numerosa presenza femminile.
Il percorso espositivo ruota poi sul ruolo della donna nella vita quotidiana, in famiglia, nell'educazione, nella cura della propria bellezza. La posizione delle donna all'interno della famiglia si era trasformata dal periodo Predinastico all'Antico Regno e, da punto di vista giuridico, era diventata uguale al marito. Alcune donne possedevano e gestivano personalmente ingenti ricchezze territoriali. L'educazione femminile era pari a quella maschile: appaiono anche delle donne Scriba. Gia' agli inzi del III millennio a.C. una divinita' femminile, Seshat, e' strettamente associata alla scrittura. Interessante la sezione dedicata alla Cosmesi e alla bellezza, considerata inseparabile dal carisma della persona. Alle origini la cosmesi ebbe una doppia natura: religiosa-magica e terapeutica- ornamentale. I cosmetici erano considerati beni di prima necessita' tanto da essere compresi anche nelle razioni distribuite ai lavoratori. Il valore ornamentale della cosmesi assumera' col tempo una parte fondamentale della vita quotidiana arrivando a rappresentare, in alcuni casi, un vero valore di immagine sociale. L'aldila', ha rappresentato il momento clou nella vita degli Egizi come dimostrano piramidi e tombe. La rappresentazione della vita affettiva e quotidiana femminile sopravvive in stupende opere funerarie: bassorilievi, pitture, oggetti di uso comune. Tra le piu' belle rappresentazioni figurative femminili rimane la tomba della regina Nefertari. La mostra, che sembra un invito a farsi incantare dalle donne dei Faraoni, e' nata da un progetto di Enrichetta Leospo, che ne ideo' le linee guida, ripreso con la cura scientifica di Maria Cristina Guidotti del Museo Archeologico di Firenze.
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