ROMA - E´ bastato spazzare via cinquanta centimetri di terra per riscoprire un passato dal valore inestimabile. Roma torna alla luce e ha ancora molto da raccontare. Pezzi di storia rimasti intatti nei secoli, riaffiorano dall´antichità e tornano a vivere prepotenti come l´asfalto che li ricopre. Testimoni immortali della nostra storia e cultura. Ancora una volta, infatti, il sottosuolo della Città Eterna ci regala una delle sue meraviglie: il frammento di una statua equestre, probabilmente una delle statue che ornavano le arcate del Colosseo, è riaffiorato dall´antichità durante i lavori di ripavimentazione del piazzale antistante l´Anfiteatro Flavio, dalla parte del Celio.
L´eccezionale scoperta è avvenuta due giorni fa. Nel corso dei lavori in corso da circa un anno per riportare la pavimentazione che circonda il Colosseo alla quota originale, al lastricato antico già raffiorato in più punti. E´ bastato togliere pochi centimetri di terra per scoprire un tesoro inestimabile. «Un frammento marmoreo della grandezza di un metro per un metro e mezzo, che rappresenta una statua equestre, probabilmente una delle statue che abbellivano le arcate del Colosseo», spiega l´archeologa Silvana Rizzo, consigliere del ministro Rutelli, che ha fortemente voluto e promosso con ogni mezzo la campagna di scavi e di restyling storico del cuore dell´antica Roma. «Dal frammento è perfettamente visibile il fianco sinistro di un cavaliere con il particolare di una gamba, la briglia e i finimenti di un cavallo, oltre a una parte della federa di un pugnale - racconta la Rizzo che agli scavi a Roma ha dedicato tutta la vita - particolari che potrebbero far pensare alla statua di un imperatore e che ci lasciano con la speranza di poter ritrovare la statua tutta intera, testa compresa».
Sono numerosi infatti i pezzi scultorei ritrovati spazzando via pochi centimetri di terra, smantellando sampietrini. Tra le lastre di travertino riaffiorate in questi mesi, uno dietro l´altro, sono comparsi sotto i nostri piedi, pezzi della storia dell´età imperiale. Come siano finiti lì, lo spiega il sovrintendente ai Beni archeologici, Angelo Bottini che parla di «una scoperta dalla portata eccezionale». «Potrebbe trattarsi di materiali marmorei crollati dal Colosseo durante un terremoto o una guerra - spiega - Oppure di frammenti buttati lì nel Medioevo. Fino al XVII secolo quell´area era infatti una calcara dove i frammenti crollati o gettati venivano fatti a pezzi per essere trasformati in calce o riutilizzati per abbellire le residenze nobiliari. Potrebbero essere stati ricoperti dalla terra, senza che nessuno se ne accorgesse, durante i lavori di risulta degli sterri eseguiti tra il ´700 e l´800 e così arrivati fino a i giorni nostri». La terra e il fango, rendendoli invisibili, li avrebbero dunque salvati e lasciati intatti nei secoli. «Solo uno studio meticoloso dei frammenti ritrovati - precisa Bottini - potrà svelare se si tratta o meno di pezzi compatibili con il Colosseo. Di certo questa nuova scoperta è l´ennesima dimostrazione delle sorprese che il sottosuolo di Roma è in grado di regalarci».
Questa nuova meraviglia affiorata dal terreno, dunque, potrebbe portare alla luce una delle statue che abbellivano Il Colosseo. Anche se non si capisce bene se possa trattarsi dei monumenti che decoravano le arcate del secondo e terzo ordine. Nell´Anfiteatro Flavio, fatto costruire dall´imperatore Vespasiano nel 72 d. C. circa (e inaugurato da suo figlio Tito nell´80 d.C.), le arcate del terz´ordine erano infatti decorate da tre aquile, segno del potere di Roma, mentre quelle del secondo abbellite dalle statue di Ercole, Apollo e Esculapio, dio della medicina. Il frammento ritrovato potrebbe dunque riferirsi invece alla quadriga che sovrastava l'entrata imperiale.
Intanto proseguono i lavori per il rifacimento della pavimentazione originale del Colosseo: «Presto - spiega Bottini - verrà demolita e rifatta anche la rampa che da via Capo Africa porta all´Anfiteatro». E da ieri sono partiti anche i primi lavori del cantiere per la realizzazione della Metro C, sul lato dei Fori Imperiali: «Interventi che andranno avanti in questi giorni - conclude - per valutare se sia possibile sistemare provvisoriamente (anche se non si parla di meno di due anni) le due uscite della stazione della Metro B, che quindi non si affacceranno più sul lato di Colle Oppio».
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