Datate con certezza le piramidi di Caral: risalgono a 4600 anni fa. A questa conclusione sono giunti gli archeologi che stanno studiando il sito, grazie alle analisi effettuate sulle fibre di giunco delle ceste ritrovatevi, in cospicuo numero. Esse venivano utilizzate dagli operai per portare sul luogo le "mattonelle " di pietra, con cui fu costruito il complesso cerimoniale, da una cava distante molti chilometri.
La nuova datazione fa di Caral la più antica città-stato sorta in America, antecedente ai primi insediamenti degli Olmechi. Si affianca così ad almeno 5 altri punti focali di "civilizzazione" già localizzati in Mesopotamia, Egitto, India, Cina e Centro-America.
Caral si estende su circa 60 ettari nelle colline desertiche fra la costa peruviana e la cordigliera delle Ande, a circa 200 Km a nord di Lima. Si tratta di un complesso architettonico imponente, che parte con un anfiteatro dal quale, con una grande scala e diversi passaggi, si accede a una piramide a gradini che copre una superficie pari a quattro campi da calcio, alta circa 20 metri. Sulla piattaforma, in cima alla piramide, i resti di un atrio e un grande focolare per le cerimonie religiose. Le analisi effettuate sul focolare hanno evidenziato abbondanti tracce di fosforo, che gli archeologi hanno attribuito all'utilizzo di grandi pesci sottoposti ad elevate temperature.
L'anfiteatro, che poteva contenere diverse centinaia di spettatori, era adibito a rappresentazioni di spettacoli, anche musicali, come dimostra il ritrovamento di 32 flauti realizzati con ossa di condor e pellicano. I flauti producono sette note musicali diverse. Su di essi sono rappresentate figure di scimmie, felini, uccelli e serpenti con due teste dai lineamenti umani.
Ruth Shady Solis, dell'Università peruviana di San Marcos, direttrice degli scavi, sostiene che questa città-stato sia nata e si sia sviluppata grazie al commercio, soprattutto con la produzione e la vendita di cotone, come rivelano i ritrovamenti di semi di cotone, di fibre e di tessiture. La produzione di reti da pesca permetteva lo scambio con i popoli della costa, distante 50 Km, con pesce e molluschi, i cui resti sono stati rinvenuti in quantità ragguardevole. Quasi tutti gli alimenti erano importati, come patate e fagioli, provenienti dall'area amazzonica e dalle Ande. Dagli scavi non sono emerse tracce di ceramica, ma sono venute alla luce grandi quantità di zucche, che fungevano da recipienti e probabilmente anche da galleggianti per le reti da pesca.
Caral prosperò per mille anni, su una rotta di scambi commerciali fra gli indios delle Ande e quelli della costa.
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