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18 Dicembre 2008 ARCHEOLOGIA
Letizia Floreno Il Tempo
Sequestrato il tesoro di Satricum
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foto Eidon
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Ben 500 reperti «miniaturistici», completamente integri, sono venuti allo scoperto grazie ad una segnalazione fatta dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio. Gli uomini del T.C.P. di Roma, con la collaborazione anche dei Carabinieri della Compagnia di Aprilia, sono arrivati a scoprire alla periferia della città, nella zona di Campoverde, nel fondale del "Laghetto del Monsignore" (una sorgente che si trova a circa un chilometro dal vecchio Casale), un'importante stipe votiva. Nel corso dell'operazione, che ha preso il nome di "Satricum", come la zona archeologica dove sono stati rinvenuti i reperti, i Carabinieri hanno sottoposto a sequestro ben 500 oggetti archeologici che erano custoditi, come normali oggetti da arredo, all'interno della villetta di P.G., il proprietario del terreno dove si trova il laghetto. I reperti, tutti di dimensioni molto ridotte (porta profumi, piccole riproduzioni di anfore ed ex-voto), sono ceramiche di produzione corinzia o etrusca, il cui valore è soprattutto storico. Secondo i militari del Reparto Tutela Patrimonio Cultura, molti dei reperti ritrovati nel terreno di casa di P.G. erano già stati venduti. L'operazione "Satricum", come detto, non solo ha permesso di recuperare centinaia di antichi microreperti archeologici, ma è arrivata anche alla probabile individuazione, sul fondale del "Laghetto del Monsignore", di un'importante stipa votiva, che testimonierebbe la presenza in quella zona di un santuario sconosciuto al mondo scientifico e che avrebbe avuto la massima frequentazione fra il VII e VI secolo avanti Cristo, soprattutto da popoli latini etruschizzati. Il valore complessivo del materiale recuperato, si aggirerebbe attorno ai 300 mila euro. L'importante operazione, è stata presentata ieri a Roma presso il comando per la Tutela Patrimonio Culturale in una conferenza stampa nel corso della quale i militari hanno divulgato anche i risultati di altre due importanti operazioni che hanno preso il nome di "Feno" e "Domitilla" e che hanno riguardato la Capitale. «E' stato grazie alle sinergie tra le diverse istituzioni - ha commentato il comandante, il Generale Giovanni Nistri - che si sono potute portare a termine, in breve tempo, queste tre operazioni. Dove arrivano i tecnici non arrivano i carabinieri e viceversa» ha sottolineato Nistri.