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18 Ottobre 2003 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Anfore, il tesoro sommerso
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CITTA' S.ANGELO - Pregevoli anfore per esportare il vino abruzzese in tutta l'area del Mediterraneo. Questa la prima conclusione sull'eccezionale ritrovamento di reperti archeologici di elegante fattura rinvenuti a Marina di Città S.Angelo in un fornace di epoca romana. Il gustoso nettare -che in passato era servito ad Annibale, di passaggio lungo l'Abruzzo costiero, per curare la scabbia dei suoi cavalli- restava anche nel primo secolo avanti Cristo, un prodotto di grande valore, tanto da finire sulle mense delle famiglie vip. E che si producesse dalle nostre parti è segno inequivocabile che nella zona di Marina risiedessero famiglie gentilizie.

Con le anfore e gli altri reperti, il passato dunque riaffiora in tutta la sua ricchezza, a testimonianza di una vita economica prospera, che i nostri progenitori conducevano -come spesso avveniva- in prossimità di un fiume e alla confluenza di questo con il mare. Già si conosceva il sito archeologico di Marina di Città S.Angelo, ma questa volta sono state rinvenute interessanti anfore risalenti con molta approssimazione al 50 a.C. Dunque già nel primo secolo ante Christum natum nella famosa Civitas ad Angulum si producevano beni di uso comune. Ad avvalorare l'interesse per queste anfore romane sono giunti da Roma esperti come Clementina Panella, Maria Luisa Stoppioni e da Cattolica l'ispettore della Sovrintendenza per i Beni archelogici Andrea Staffa. Si è saputo che la scoperta risale al mese di maggio scorso e che la Saci, Società archeologica per il Centro Italia, sta proseguendo con le opere di scavo. Sono stati rinvenuti di volta in volta una gran quantità di frammenti, 4 anfore intatte, numerosi "colli" ed altri reperti che portano i bolli delle famiglie proprietarie.

Nel corso di un ulteriore sopralluogo, continuando il lavoro di scavo in un butto adiacente alla fornace (il butto è un sito dove vengono ritrovate grandi quantità di reperti alla rinfusa), sono venuti alla luce una serie di elementi nuovi, tra i quali spiccano delle anse e dei colli, che gli studiosi non hanno esitato ad attribuire ad anfore greco-italiche di un secolo precedenti alle altre già rinvenute. Particolarmente entusiasta per questi reperti, la professoressa Maria Luisa Stoppioni, responsabile del museo di Cattolica ed esperta scavatrice di fornaci; al suo attivo ben 18 ritrovamenti, per la massima parte ubicati in Emilia Romagna. L'area angolana del rinvenimento misura circa 100x 90 metri. Ovviamente gli scavi ocntinuano.