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23 Ottobre 2003 ARCHEOLOGIA
CulturalWeb.it
Allarme per il villaggio preistorico del lago di Albano
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Il villaggio preistorico denominato "Villaggio delle Macine", rinvenuto cinque anni fa grazie all'abbassamento delle acque del Lago di Albano, oggi rischia di sparire se non si interviene con massicci investimenti per la dovuta protezione.

La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha iniziato cinque anni fa lo scavo del "Villaggio delle Macine" (così definito dal rinvenimento di numerose macine di varie dimensioni), quando il notevole abbassamento delle acque del Lago di Albano ha fatto emergere una parte del villaggio preistorico. Si tratta di un insediamento risalente all'età del bronzo (sec. XVIII-XVII a. C.) che si estende per vari ettari; la parte emergente è costituita da numerose palafitte lignee, e gli scavi effettuati hanno fornito parecchio materiale archeologico assai interessante, come vasi di ceramica, pugnaletti e asce di bronzo, collane in ambra, pasta vitrea, brocche, boccali in ceramica. Tutto questo materiale, in gran parte già catalogato, si continua a catalogare grazie al lavoro volontario di laureandi. Inoltre sono anche stati catalogati e georeferenziati più di settemila pali lunghi circa tre metri. I reperti archeologici rinvenuti sono visibili presso il Museo Nazionale delle Navi Romane di Nemi. Ma l'insediamento preistorico è in pericolo, in quanto la parte emersa ha un bisogno continuo di intervento per la dovuta protezione. "La situazione è tragica", dice l'archeologa Annalisa Zarattini, responsabile del Servizio della Preistoria e del Nucleo Operativo di Archeologia Subacquea, "se non si interviene subito, l'eccezionale ritrovamento sarà distrutto dall'azione dell'aria che polverizza il legno e i materiali deperibili. Con i pochi fondi che abbiamo avuto a disposizione si è fatto il minimo indispensabile, mentre occorrerebbero investimenti.