
Tra i tanti musei in gestazione nella città quello dei Mercati Traianei è il più indecifrabile e sfuggente, tanto quanto il panorama che in futuro assumeranno a scavi conclusi le aree dei Fori, cui il complesso è destinato. I lavori in corso da anni, tra breve inghiottiranno la grande aula all'ingresso di via Nazionale, che dovrà essere messa a riparo dai rischi sismici. Difficile intravederne la fine che un vecchio calendario fissava addirittura per il Giubileo. Ancor più difficile immaginare quali materiali metterà in esposizione, quali novità offrirà. Per farsene un'idea bisogna accontentarsi delle anticipazioni fin qui fornite da una serie di mostre-antipasto, confuse nel cartellone di altri eventi.
L'ultima si è aperta ieri e resterà in scena fino al prossimo febbraio. E' una rassegna di foto e plastici che documenta la gigantesca operazione di restauro dell'Acropoli di Atene iniziata oltre un ventennio fa e segnata da arditi interventi di ricostruzione, messi a confronto con quelli in cantiere qui a Roma per i Fori imperiali. Parallelo condensato in un unico esempio esposto nell'atrio, che è la vera chicca della mostra. E' un suggestivo spaccato dell'attico del Foro di Augusto, ricostruito e reintegrato dopo mesi di studi e un complesso assemblaggio: i fregi originali in alto, la testa divina al centro dello studio vengono dai magazzini capitolini, il calco della cariatide è la copia di una statua rintracciata in una villa medicea di Firenze, il resto è un'ossatura di marmo che rivela senza pudore il gioco di innesti.
E' la prima volta che un monumento così importante e oggi illeggibile come il portico della piazza del primo imperatore viene restituito alla vista così in rilievo e con questa tecnica di integrazione, in uso in molti paesi ma per decenni messa al bando dagli archeologi italiani. Bello? Brutto? Importante discuterne perchè questo modello farà da collaudo e darà impronta ad almeno un'altra decina di esperimenti, con cui si pensa di allestire il fulcro espositivo del museo dei Fori. Interventi di anastilosi di scala ancora più grande. Come quello del portico del Foro di Traiano, che potrebbe essere rimesso in piedi in tutti i suoi tre ordini per un'altezza di dieci metri. Rivoluzionando la tradizionale immagine del monumento, perché, studiandone più a fondo la partitura architettonica, si è scoperto che l'attico del colonnato era sormontato da una fila di imponenti statue di Daci, molte delle quali sono arrivate fino a noi ancora intatte.






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