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18 Ottobre 2001 ARCHEOLOGIA
The Guardian
Un nuovo modo di vedere il mondo
tempo di lettura previsto 4 min. circa

A Saint-Just, un villaggio nel centro della Bretagna, si trova una delle più vaste collezioni di monumenti neolitici del nord della Francia. Giganti blocchi di quarzo si trovano sparsi per il paesaggio collinoso, alcuni di peso superiore alle 30 tonnellate, molti portati qui dalle regioni vicine.

Un equivalente gallico di Stonehenge insomma; l´archeologo, il Dr.Chris Scarre, ritiene che i monumenti siano stati costruiti quando i popoli passarono dall´essere cacciatori-nomadi ad agricoltori, e che tali costruzioni siano indicative del fatto che, con l´inizio della coltivazione del suolo, mutò il modo di vedere il mondo.

Scarre, vicedirettore dell´Istituto McDonald all´Università di Cambridge, ha svolto ricerche sugli insediamenti nel nord della Francia per 20 anni.

I suoi studi indicano che in questa zona iniziò a diffondersi l´agricoltura su piccola scala, mentre che trascorsero altri due o trecento anni prima che la coltivazione del suolo si diffondesse ad un livello generale. Gli abitanti di quel tempo inoltre, inferirono da tale passaggio un modo radicalmente nuovo di osservare il mondo circostante. "I cacciatori-nomadi in Europa non costruirono molto nel senso delle strutture fisiche" dice Scarre, "mentre è dall´inizio delle coltivazioni nell´Europa Occidentale che si ebbero le costruzioni più imponenti."

Né ci si deve chiedere se vi fosse un numero sufficiente di persone o di risorse, sostiene Scarre. "E´ una questione di volontà. Improvvisamente, videro il mondo in modo differente e costruirono questi monumenti."

Scarre sostiene che i popoli cominciarono a relazionarsi al territorio in un modo particolare, quasi copiandolo. Egli offre l´esempio di un allineamento a Gree de Cojoux, una collina di Saint-Just dove vi sono tre file di pietre. Due corrono in direzione est-ovest, la terza è all´angolo destro e è composta di 5 massicci blocchi di quarzo su una linea di 25 metri lungo un affioramento roccioso naturale.

"La fila di pietre erette sembra essere allineata su una formazione di roccia naturale, ed unisce il cultuale ed il naturale " dice Scarre.

I monumenti sepolcrali di Saint Just sono fatti di scisto locale, ma le pietre allineate sono di solido quarzo, lo stesso tipo che scorre in vene sottili lungo le formazioni naturali rocciose. Scarre ritiene gli uomini di quel tempo, portando blocchi di quarzo dalle valli circostanti, "tentavano di scoprire un qualche segreto che si credeva si trovasse già nel terreno".

Una simile visione è certo sorprendente: "un suolo piano con parecchie centinaia di blocchi, generalmente di quarzo bianco che splendono al sole". I popoli potrebbero avere scelto il quarzo per le sue proprietà mistiche. Nel Nord America Occidentale, esiste un profondo legame tra gli sciamani ed il quarzo, ed esso potrebbe essere dovuto alle proprietà della roccia: il quarzo può generare scintille ed emettere luce visibile quando i frammenti vengono sfregati insieme, una caratteristica nota come "turboluminescenza".

Il quarzo è usato in molti monumenti neolitici, incluso New Grange, in Irlanda. Grae de Cojoux ha anche parecchi tumuli sepolcrali. Negli ultimi sette anni Scarre ha effettuato scavi su una formazione simile a largo delle coste della Bretagna, in una piccola isola chiamata Molene. É una costruzione imponente – di forma trapezoidale, lunga 100 metri, ampia 20 e alta 4. "All´interno abbiamo trovato due aree sepolcrali recintate, una con i resti incompleti di tre persone, e l´altra con i resti incompleti di cinque persone. Costruirono realmente un tale, enorme, monumento per seppellire solamente parte dei resti di otto persone? É ovvio che questa non è l´interpretazione corretta." Egli preferisce intendere tali strutture come monumenti nel loro proprio diritto. "Questi monumenti sono di calcare, ed esso si erode così rapidamente che non potrebbe mai essere veramente stabile; pertanto, forse, non erano destinate a durare nel tempo. Furono costruite per essere visibili in una particolare forma per un breve periodo".

Scarre ritiene che gli antichi abitanti della zona, vi si recassero ed aggiungessero nuove pietre di volta in volta. Ma perché questi cambiamenti si sarebbero dovuti sviluppare contestualmente all´agricoltura? Scarre ritiene che ciò sia collegato alla nuova consapevolezza di poter controllare gli animali e le piante, addomesticandoli.

"Un altro elemento è l´utilizzo delle terraglie e, successivamente, dei metalli, che certo indica un aumento dell´abilità nella trasformazione dei materiali. Per i popoli che non avevano mai provato prima un tale genere di attività, fu un´esperienza rivelatrice.

La trasformazione dei metalli implica un grande cambiamento tra il prodotto grezzo e l´oggetto finito, e fu proprio il processo di modifica e di controllo, che portò, secondo Scarre, al differente modo di vedere il mondo che si sviluppò tra i cacciatori Europei ed i primi coloni. Un modo di vedere che noi condividiamo tutt´ora.

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