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22 Settembre 2007 PALEONTOLOGIA
APCOM
NUOVE ANALISI GENETICHE PER OETZI, UOMO SIMILAUN
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Bolzano - Mai avrebbe pensato Oetzi, l'uomo venuto dal ghiaccio noto anche come l'Uomo di Similaun, la mummia più antica del mondo risalente a 5300 anni fa, che un giorno il suo corpo sarebbe stato studiato centimetro per centimetro e che si sarebbe guardato all'interno delle sue cellule per carpire il segreto delle sue origini, delle sue condizioni di salute in vita, e per sapere come è morto e dove e come viveva

Sono 15 anni che Oetzi è sotto la lente di ingrandimento della scienza, da quando fu trovato, nel 1991, e tirato fuori dai ghiacci del passo alpino di Similaun a 3210 metri di quota, nel bel mezzo delle Alpi di Oetzaler, dove oggi c'è il confine tra l'Italia e l'Austria. Ma per lui, l'uomo di ghiaccio, l'Ice man, morto a 46 anni per una ferita alla scapola sinistra procurata da una freccia scoccata da 100 metri di distanza, gli esami sembrano, veramente, non finire mai.

Secondo quanto annunciato dall'antropologo Franco Rollo, Università di Camerino, durante il congresso "Tyrolean Meeting" in corso a Bolzano, per Oetzi sono in vista ulteriori analisi genetiche.

"Si tratta di un nuovo progetto per studiare il DNA di Oetzi con una tecnologia innovativa, che ci permetterà di ottenere molti più dati e in un tempo decisamente inferiore rispetto agli anni passati. Grazie a questa nuova tecnica - ha spiegato Rollo - saremo in grado di leggere il DNA di Oetzi in maniera più dettagliata e di risolvere molti quesiti ancora aperti sulla sua origine e sulla presenza di alcune condizioni patologiche". Il progetto richiederà due anni di lavoro e i primi risultati potrebbero uscire già nella primavera prossima.

La nuova tecnologia, che verrà messa a disposizione dall'Istituto di tecnologie biomediche del Cnr, si chiama pirosequenziamento e permette di ottenere in poche ore centinaia di migliaia di sequenze geniche, circa 10-20 milioni di basi, contro le poche centinaia, al massimo migliaia ottenute con le tecnologie precedenti nello stesso lasso di tempo. "In questo modo - ha sottolineato Rollo - contiamo di ricavare, in qualche mese, 200.000 sequenze geniche, a differenza dello studio pubblicato nel 2002 in cui le sequenze ricavate e studiate sono state solo 200".

Si potrà così capire con più precisione chi era Oetzi, che vita faceva i suoi legami con le popolazioni che vivono ancor oggi in quella zona. "In un certo senso - ha precisato Rollo - studiando l'uomo di Similaun potremo capire meglio la nostra storia e quella delle popolazioni che vivono in questa parte d'Europa".

Secondo l'antropologo Franco Rollo, verrà studiato il DNA mitocondriale (mtDNA, la porzione di DNA ereditato per via materna) dell'antica mummia e questo permetterà di inquadrarlo nella genetica delle popolazioni europee attuali. Già con gli studi precedenti si era capito che il mtDNA di Oetzi è di un tipo oggi diffuso tra i ladini, ma che, però, non assomiglia a nessuno dei sottotipi attualmente presenti in Europa. Come dire che molto probabilmente questo sottotipo si è estinto. "Con le nuove ricerche - spiega ancora Rollo - sul mtDNA dell'uomo di Similaun potremo non solo capire chi sono i suoi discendenti, ma addirittura risalire ai suoi antenati del Paleolitico superiore. L'idea è quella di completare la sequenza del suo mtDNA, leggendo tutte le 16500 basi che lo compongono, mentre fino ad oggi, con le tecniche tradizionali siamo arrivati solo a 3000".

Il materiale genetico necessario verrà prelevato dall'intestino di Oetzi dove si trova in ottime condizioni e non è contaminato: verrà estratto dalle cellule desquamate della parete del tubo digerente ed è già stato utilizzato, nel 2000, per studiare la composizione dell'ultimo pasto di Oetzi.

Oltre al mtDNA, gli scienziati cercheranno anche il DNA nucleare, quello trasmesso da ambedue i genitori, che è più difficile da isolare, perché come ha spiegato Rollo "ogni materiale preistorico ha le sue peculiarità ed è possibile che il DNA nucleare della mummia si sia degradato. Ma è anche possibile che non lo sia, viste le ottime condizione di conservazione in cui l'abbiamo trovata. Se riusciremo ad isolare il Dna nucleare andremo a studiare, fra le altre cose, la genealogia paterna e cioè andremo a vedere cosa ci dice il cromosoma Y che viene trasmesso solo dal padre e solo ai figli maschi. E con il cromosoma Y svelato - ha concluso - potremo effettuare nuovi confronti tra Oetzi e le popolazioni moderne e aggiungere nuovi pezzi al nostro puzzle".