ROMA La Villa dei Papiri, famosa per la sua libreria di antichi rotoli, ha aperto al pubblico quasi 2000 anni dopo essere stata sommersa dalle lave vulcaniche.
Malgrado sia stata scavata solo una piccola porzione della -una volta sontuosa villa di Ercolano, che apparteneva al suocero di Giulio Cesare, piccoli gruppi di visitatori saranno ammessi ad un giro degli scavi nei week-end.
Il Monte Vesuvio seppellì la villa sotto 30 metri di ava vulcanica nel 79 d.C., lo stesso periodo in cui fu distrutta Pompei.
"E´ senza rivali tra tutte le ville romane" ha dichiarato Andrew Fallace-Hadrill, direttore della British School a Roma e capo di un comitato internazionale che sovrintende i lavori di Ercolano.
"E´ a ciò si aggiunge l´emozione di vedere un nuovo scavo, l´emergere dei reperti dalla roccia" ha dichiarato.
Lo splendore della villa ha dato luogo a molti tentativi di imitazione.
Negli anni Settanta, Paul Getty ricreò la villa a Malibù, in California.
Gli scavatori che creavano tunnel di esplorazione s´imbatterono nella villa nel XVIII secolo e scavi successivi portarono alla luce un tesoro di arte e antichi rotoli. Nel 1991 gli archeologi scavarono un ampio cratere per poter avere una visione più completa.
"Una delle più grandi novità, è che la villa non si trovava solo su un livello, vi sono due interi piani ancora da esplorare al di sotto" ha dichiarato Fallace-Hadrill.
Nonostante non sia ancora stato deciso se continuare gli scavi alla villa che giace sotto la città moderna di Ercolano gli archeologi hanno preso l´insolita decisione di aprire quel che è già stato dissotterrato ai visitatori.
"Lo dobbiamo a tutti gli studiosi del mondo che hanno ripetutamente firmato appelli e petizioni affinché queste antichità potessero essere ammirate dal grande pubblico" ha dichiarato Pier Giovanni Guzzo, il capo dei lavori archeologici a Pompei ed Ercolano, in una recente intervista.
Centinaia dei rotoli sono stati accuratamente aperti e molti altri poterebbero essere letti nel prossimo futuro grazie alle tecnologie di digitalizzazione e scansione. La maggior parte delle statue ritrovate sono in esposizione presso Napoli.
I rotoli, che sembravano carboncini quando sono stati scoperti, si sono per lo più rivelati opere di filosofia epicurea greca, risalenti al I secolo a.C.
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