sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
24 Settembre 2002 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
I Marmi di Elgin: Tutela o furto?
tempo di lettura previsto 2 min. circa

Nel 1803, il diplomatico inglese Thomas Bruce (1766-1841), settimo conte di Elgin, si imbatté in un monumento greco danneggiato all´interno del Partenone di Atene. Per Elgin, avido collezionista d´arte, fu la prova che i governanti della Grecia si curassero poco del tempio e dei suoi contenuti – la costruzione era stata era stata usata per conservare la polvere da sparo ancora nel corso del XVII secolo. Sostenendo di essere motivato dalla preoccupazione per le statue, Elgin convinse agevolmente gli Ufficiali Turchi (che controllavano la Grecia a quel tempo) a permettergli di partire con i capolavori dei loro antichi nemici.

Elgin personalmente pagò 75.000 sterline (oltre 4 milioni di dollari di oggi) per imbarcare le 50 sculture verso l´Inghilterra, dove espose le statue nella sua personale collezione per un decennio, fino a quando il fatto scatenò uno scandalo. Il giovane poeta Lord Byron denunciò pubblicamente il presunto "atto di tutela" inglese, sostenendo si trattasse piuttosto del "furto in piena regola da una terra sanguinante". E chiese a grande voce il ritorno delle antichità in Grecia.

Il parlamento indagò e concluse infine che l´azione di Elgin non era stata consona ai canoni della diplomazia, seppur non precisamente illegale. Nel 1816, il parlamento acquistò la collezione per 35.000 sterline, punendo Elgin – che sarebbe morto in miseria — con una pesante perdita finanziaria. Fino ad allora, le statue erano state esposte al Museo Inglese per un pubblico londinese –e mondiale – che le considerava un immenso tesoro. Il pittore Robert Haydon le definì "la più grande benedizione che sia mai accaduta a questo paese".

I marmi, una collezione di bassorilievi e fregi datati tra il 447 ed il 432 a.C., rappresentano l´apice dell´arte Classica Greca, e sono estremamente rare, dal momento che la maggior parte delle sculture greche sono andate distrutte col tempo. Anche se malamente divise ed incomplete, esprimono una sublimità di forme e purezza estetica senza paragoni nel mondo antico. Seppure non sia dato conoscere il vero autore delle opere, si ritiene che i marmi siano stati creati sotto la supervisione di Fidia, il più grande scultore della Grecia antica. E seppure l´arte greca è potuta essere meglio conosciuta in l´Europa proprio a causa della infelice scelta di Elgin, i moderni Greci ancora insistono per avere indietro dagli inglesi questi tesori culturali senza prezzo.