sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
25 Febbraio 2002 ARCHEOLOGIA
The Times
Scontro di accademici per la città di Troia
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Una nuova battaglia di Troia, solo leggermente meno aspra dell´originale, è scoppiata tra gli archeologi in merito alla dimensione della favolosa città celebrata nell´Iliade di Omero.

Tanta è la passione suscitata dall´argomento, che quando i due "eserciti di accademici" si sono incontrati in Germania, la scorsa settimana, per confrontare le differenti versioni, il simposio si è concluso con un inatteso scambio di colpi proibiti. Questa nuova battaglia di Troia verte sugli scavi ad Hisarlik condotti dal 1988 da un team internazionale guidato da Manfred Korfmann dell´Università di Tubinga.

Uno degli "eserciti", guidato proprio dal Prof. Korfmann, ritiene che la città fosse un insediamento vivace, metropolitano e commerciale, con una cittadella ed un palazzo reale. L´altra parte sostiene che le scoperte archeologiche a Hisarlik, relative ad un periodo compreso tra il 1300 al 1200 a.C., svelino invece che Troia fosse solo un rozzo covo di pirati ai margini della civiltà.

Il monte della cittadella fu inizialmente identificato come la storica Troia, la leggendaria città letteraria di Omero, da Charles Maclaren nel 1820. Dopo i sondaggi di Frank Calvert nel 1863 e 1865, fu scavata da Heinrich Schliemann tra il 1870 ed il 1890.

Korfmann, come Schliemann e Sir Mortimer Wheeler, non ha fatto passare sotto silenzio i suoi scavi. Ha anzi promosso campagne di raccolta fondi di grande richiamo. Lo sponsor DaimlerChrysler ha offerto finanziamenti per 300.000 sterline l´anno. Due mostre sono state aperte a Berlino, una sugli Ittiti e l´altra intitolata: "Troia, Sogno e Realtà". Il pubblico ha potuto così ammirare affascinato le ricostruzioni digitalizzate di Korfmann della torre di Ilio, priva della sua sommità.

Ma le ricerche e le teorie di Korfmann sono state criticate, con linguaggio e termini ai limiti dell´insulto personale, da due colleghi di Tubinga, il Professore e Storico Frank Kolb e Dieter Hertel, Professore di Archeologia Classica all´Università di Monaco. Korfmann è stato accusato di esagerare, falsificare le sue scoperte e, indelebile offesa, essere un ciarlatano. E´ stato paragonato (ed in termini sfavorevoli) allo strambo scrittore Erich von Daniken, che creò una letteratura sul culto della città perduta di Atlantide e dei piccoli omini verdi, venuti dallo spazio profondo, che la abitavano.

In conseguenza, l´Università di Tubinga ha organizzato un "Simposio scientifico sul significato di Troia nella tarda età del Bronzo", allo scopo di discutere le teorie in discussione e fare chiarezza in merito.

Il Professor Kolb è stato invitato a ritrattare le sue accuse e presentare le sue scuse. Ma l´atmosfera accademica si è spezzata a seguito dell´intervento del Professor David Hawkins, della Scuola di Studi Orientali e Africani, che ha preso parte alla conferenza come delegato inglese. Hawkins ricopre l´unica cattedra esistente in Inghilterra in materia di Antichi Linguaggi Anatolici ed è un grande conoscitore della storia degli Ittiti, che governarono l´Asia Minore in tempi preistorici.

Il Professor Hawkins ha dichiarato: "Le accuse contro il Professor Korfmann sono state fatte con una veemenza ed un grado di vituperio, che suggeriscono siano state mosse da qualcosa di diverso dalla ricerca accademica della verità". E ancora: "Il consiglio di archeologi ha attaccato il Professor Korfmann ben oltre quel che è accademicamente accettabile". Le accuse si incentravano, ricordiamo, in parte sugli scavi di Korfmann, alla ricerca della città bassa (i quartieri al di fuori della cittadella) e in parte sulla sua immaginifica e populista ricostruzione digitalizzata dell´area.

Nel corso della sessione finale, e dopo il concitato intervento di Hawkins, è scoppiato il parapiglia.

Negli ultimi 15 anni la geografia dell´Antica Anatolia è emersa dalle polveri e ceneri della preistoria.

Nel 1998 il Professor Hawkins contribuì ad individuare la locazione della città conosciuta come Troia, pubblicando la chiave dell´iscrizione ittita che situava il luogo che i Greci chiamavano Sardis e Ephesus. Il suo lavoro indicò che Wilusa, l´altro centro occidentale nominato nei trattati Ittiti, era quasi certamente il maggior insediamento della Troade, la regione in cui si trovava Troia. In questo modo si è riusciti ad identificare quello che i romani chiamavano Ilio e quel che i turchi chiamavano Hisarlik. E questo è quello che noi (fatta eccezione per il Professor Kolb) chiamiamo Troia.

Il monte di Hisarlik fu occupato dal 3000 a.C. al 1200 d.C. circa. Esso ha rivelato ben più di 46 fasi di costruzione, convenzionalmente raggruppate in nove fasce, talvolta erroneamente chiamate "città".

Ci sono prove di fuoco e distruzione. Pietre e mattoni di fango sono stati riciclati di continuo per ogni nuova fase. La cittadella sulla cima della collina fu eliminata in tempi romani o ellenistici per creare una piattaforma per il Tempio di Atena.