Un gruppo di archeologi svizzeri e francesi ha scoperto antiche statue di granito raffiguranti i Re Nubiani, conosciuti come i faraoni neri, nel Sudan settentrionale.
Il gruppo dell´università di Ginevra, ha scoperto l´"eccezionale" serie di reperti, mentre effettuava scavi lungo la Valle del Nilo.
L´archeologo svizzero e capo della spedizione, Charles Bonnet, ha descritto le statue ed i monumenti come capolavori di scultura.
"La qualità delle opere indica che siano veri capolavori di questo periodo e per la storia dell´arte la scoperta è favolosa" ha dichiarato Bonnet alla Swissinfo.org
I re Nubiani governarono su un impero che si estendeva lungo la Valle del Nilo circa 2500 anni or sono.
Bonnet conduceva uno scavo presso un sito situato circa 500 km a nord della capitale sudanese Karthoum quando si è imbattuto in un piccolo pezzo di pietra. Ha iniziato a ripulire gli strati di sabbia e si è trovato davanti un´imponente statua lunga due metri.
Su essa era iscritto il nome Taharqa, uno dei principali re dell´antico Sudan. Bonnet, insieme al suo collega francese, Dominique Valbelle, ha continuato a scavare ed ha scoperto una fossa riempita di statue di granito, finemente incise.
"Era veramente favoloso" ha dichiarato Bonnet della scoperta, che egli ritiene sia di importanza mondiale e "rappresenti un significante contributo nella storia dell´antico Sudan".
Gli archeologi sono impressionati da quanto bene le statue –che si datano a circa il 600 d.C.- si siano preservate sotto terra.
Vi sono sette incisioni di pietra –inclusi i re Taharqa e Tanoutamon – che furono gli ultimi faraoni neri –ed i membri della famiglia reale Senkamanisken e Aspelta.
I Nubiani regnarono sul Regno di Kush, una terra che includeva l´antico Egitto. Furono probabilmente conquistati dai loro vicini settentrionali che distrussero le statue per obliterare i segni dei precedenti regnanti.
"Le statue furono distrutte... quando un re egiziano tentò di unificare l´Egitto" ha spiegato Bonnet.
Dal momento della scoperta, centinaia di persone si sono accalcate al sito mentre la polizia stava di guardia per proteggere questi pezzi di storia.
Bonnet ha dichiarato che vorrebbe ora ideare un modo per trasportare le pesantissime statue di granito in un luogo dove egli ed i suoi colleghi potranno iniziare a documentarle e studiarle.
Tenteranno poi di restaurare le statue ed i monumenti riportandole alla loro gloria originaria, così che il grande pubblico, ed i Nubiani del giorno presente, possano imparare di più riguardo questa era e la sua cultura.
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