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17 Novembre 2005 ARCHEOLOGIA
Los Angeles Times
SCOPERTA LA « SCENA DEL CRIMINE » MAYA
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Gli archeologi che scavavano le rovine della città guatemalteca di Cancun si sono imbattuti nei resti di quello che ritengono uno degli eventi cruciali nel crollo della civiltà Maya – la disperata difesa di una centro di commerci una volta fiorente e l´esecuzione rituale di almeno 45 elementi della corte reale.

Un nemico ancora sconosciuto non solo spazzò via la dinastia reale attorno all´800d.C., ma sistematicamente eliminò reperti religiosi e culturali – demolendo parti della città e lasciandola abbandonata agli elementi.

Il team archeologico ha trovato dozzine di scheletri notevolmente preservati impilati in fosse comuni, insieme ad altri reperti, ad indicare quello che i ricercatori descrivono come una "scena del crimine".

Dopo l´assedio di Cancun, le città dei bassipiani occidentali Maya nell´attuale Guatemala, furono abbandonate, per lo più entro 20 o 30 anni, sostengono i ricercatori. La popolazione dispersa si spostò ad est e nord, dove in assenza di risorse, lentamente, si estinse.

"Fu un momento critico, come l´uccisione dell´arciduca Francesco Ferdinando che innescò la I Guerra Mondiale" sostiene l´archeologo Arthur D. Demarest della Vanderbilt University, il cui team ha scoperto il sito la scorsa estate. "Il primo pezzo nel domino del collasso dei Maya classici."

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Potrebbe essere stata una rivolta di nobili, o dei popolani, o un attacco esterno, spiega David Friedel Della Southern Methodist University, non coinvolto nella scoperta. "Non possiamo ancora sapere".

Ma gli occupanti della città erano chiaramente consapevoli dell´imminenza del disastro. Demarest ed il suo team hanno trovato un sistema di palizzate di legno e pietra, costruito frettolosamente e non completato, che mostrerebbe un tentativo disperato di difendere Cancun.

Punte di freccia sparse per tutta la città, siti di costruzione abbandonati e scheletri con segni di lance e ferite d´ascia recano testimonianze dell´intensità della battaglia e delle proporzioni della sconfitta.

"Chiaramente, le difese fallirono" ha dichiarato Demarest.

I Maya dominarono l´America Centrale per più di 1, 500 anni, da molto prima della nascita di Cristo alla fine del I millennio. Stabilirono una rete complessa di regni dominati da "signori sacri", costruirono ampie città con palazzi e piramidi nella regione, raggiungendo il suo culmine dal 300 al 900 d.C.

Quindi, scomparvero.

La ragione misteriosa del crollo è stata ricercata da almeno due generazioni di studiosi, alimentando teorie disparate, tra cui problemi ambientali, siccità e guerre sanguinose. Perfino l´intervallo di tempo è oggetto di dibattito: alcuni sostengono un crollo improvviso, avvenuto nel giro di pochi anni; altri una disintegrazione prolungata attraverso due secoli e mezzo circa.

La nuova scoperta "sostiene la visione di Demarest secondo cui la civiltà classica maya crollò per battaglie endemiche" ha dichiarato l´archeologa Heather MCKillop della Louisiana State University.

"Il massacro è uno di quei rari eventi in archeologia dove un evento si congela nel tempo" ha aggiunto.

Il sito di Cancun, alle sorgenti del fiume Pasion, è noto da più di un secolo, ma era considerato un avamposto insignificante fino a circa cinque anni fa, quando il team di Demarest scoprì un palazzo a tre piani da 170 stanze, diffuso su un´area della dimensione di sei campi di calcio.

Il palazzo era circondato da officine per la lavorazione di giada, ossidiana, pirite ed altri beni preziosi.

Scavi negli ultimi cinque anni hanno mostrato che si trattava di una città insolitamente ricca, per la sua capacità di rifornire altre città attraverso l´impero, con commercio di beni usati dalle elite per rappresentare la loro autorità – necessari al mantenimento della loro posizione.

I re della città mantenevano la loro posizione nei secoli mediante trattati, matrimoni incrociati e missioni diplomatiche, senza necessità di guerre. "Non erano dinastie particolarmente potenti, ma estremamente accorte".

La dinastia raggiunse il suo picco nel regno di 50 anni di Taj Chan Ahk. Suo figlio, Kan Maax, regnò per soli cinque anni, prima dell´attacco che pose fine all´esistenza della città.

Il team di Demarest si apprestava a concludere il suo scavo estivo quando gli archeologi guatemaltechi Sylvia Alvarado e Tomas Barrientos, seguendo un sistema di canali acquatici attraverso la città, si sono imbattuti in una cisterna di 90 iarde quadrate, riempita di fango, esattamente di fronte al palazzo.

Quando hanno iniziato a scavarla, Demarest ha dichiarato "abbiamo trovato ossa, ossa, ossa e ancora ossa... la maggiore quantità di ossa che io abbia mai visto."

Le ossa tendono a decomporsi rapidamente nella giungla, ma il fango ha aiutato la loro preservazione.

"E´ la scoperta più strana che abbia mai fatto" ha dichiarato.

Essendo la stagione prossima alla conclusione per l´imminente arrivo della stagione delle piogge, Demarest ha convocato la Fondazione di Antropologia e Medicina Legale del Guatemala per avere assistenza. Costituita nel 1996 dopo la sigla del Trattato di Pace per il Guatemala, la fondazione aveva già scavato la fossa comune di migliaia guatemaltechi uccisi durante la guerra civile. Era stata inviata anche in Bosnia - Erzegovina, Kossovo, Rwanda e Afghanistan per indagare su altri massacri nel corso dei processi internazionali contro i crimini di guerra.

"Questa è la scena di una guerra, non di un semplice crimine" ha dichiarato Demarest, i cui scavi sono stati finanziati dalla Fondazione del National Geographic e dal Fondo Nazionale per le Umanità.

Sotto la direzione degli archeologi guatemaltechi Fredy Peccerelli e Jose Suasnevar – entrambe ex studenti di Demarest – il team ha trovato i resti di 31 persone nella cisterna. I corpi erano quelli di uomini, donne e ragazzi, incluse due donne incinte.

Scavi successivi hanno rivelato i corpi di Kan Maax e della sua regina, in una fossa vicina e poco profonda, e dozzine di altri nobili in un seppellimento a nord del palazzo. Le loro identità sono state stabilite da gioielleria, copricapo e altri reperti.

Alcuni dei nobili potrebbero essere stati feriti o uccisi nella difesa della città, ma la maggior parte di loro è stata giustiziata mediante un colpo di lancia in gola, "un modo piuttosto rapido per uccidere qualcuno" ha dichiarato Demarest.

Dopo la morte, i corpi furono ritualmente smembrati e gettati nella cisterna o in fosse comuni, ancora con i loro abiti, copricapo cerimoniali, gioielleria.

"Si tratta di oggetti incredibilmente preziosi" come collane di giada, di zanne di giaguaro, e di conchiglie della Costa Pacifica, ha dichiarato Demarest.

Gli invasori occuparono la città e distrussero le insegne dei monumenti e delle statue, una sorta di nuova "uccisione" rituale, ha aggiunto.

"Non sterminarono solo una dinastia... vollero sterminare l´intera cultura."