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26 Gennaio 2004 ARCHEOLOGIA
Deseret News
Ancora nascosti i segreti dell´antica maschera
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Una misteriosa antica maschera di pietra proveniente dal Messico ha parlato – ma solo per dire che il linguaggio scritto della sua gente rimarrà indecifrato.

Uno studio dell´archeologo Stephen Houston della Brigham Young University ed il suo collega della Yale University, Michael D.Coe, sostengano che la maschera contraddica le teorie di coloro che sostenevano di aver decifrato l´antico linguaggio.

L´articolo sta per essere pubblicato su "Mexicon", una rivista di notizie e ricerche dal Mesoamerica. Il titolo recita: "Il linguaggio istimiano è stato decifrato?"

La "Maschera di Teo" potrebbe risalire a 1, 600-1, 900 anni or sono. E´ stata incisa in roccia dura e verdastra. La superficie interna è coperta di misteriosi geroglifici.

Nel 1993 due ricercatori, John S. Justeson della State University di New York, Albany, e Terrence Kaufman dell´Università di Pittsburgh, entrambe professori di antropologia, avevano sostenuto di aver decifrato il linguaggio scritto e lo avevano definito "scrittura epi-Olmeca". Invece Coe e Houston hanno coniato il termine "Istmiano" perché è stato scritto da persone che vivevano attorno all´Istmo messicano di Tehuantepec. Lo datano ad un periodo imprecisato nei cinque secoli a cavallo dell´1 d.C.

Kaufman e Justeson avevano dichiarato di aver decifrato la scrittura basandosi su indizi semantici associati con pratiche culturali note e con una somiglianza dei geroglifici ad altre scritture conosciute nella regione e già decifrate.

Avevano sostenuto di esser in grado di leggere le prime scritture conosciute del Nord America, iscrizioni incise su ampie pietre chiamate stele, trovate a Veracruz, Messico. Le date sulle pietre, nella loro ricostruzione, indicavano il 159 e 162 d.C.

L´annuncio aveva conquistato le prime pagine dei giornali, ma Houston e Coe dubitano che qualcuno possa davvero leggere l´antica lingua. Houston, un professore di antropologia esperto di antico Mesoamerica, ha vinto il premio dedicato alla memoria di John Simon Guggenheim nel 2002. A Yale, era stato allievo di Coe.

Coe, un professore in pensione di antropologia di Yale, fu autore, nel 1992, del libro "Breaking the Maya Code". Il libro racconta nel dettaglio l´opera di Coe e colleghi nel decifrare il linguaggio scritto Maya, opera cui anche Houston aveva partecipato.

Coe e Houston scrivono nel loro nuovo articolo che Justeson e Kaufman sono studiosi di grande professionalità, me che non concordano con la loro supposta decifrazione del codice. La scrittura è "immensamente complessa. Molto articolata e ben sviluppata, con un grande numero di segni" ha dichiarato Houston al Desert Morning News.

Se fosse davvero leggibile "ci spalancherebbe le porte alla conoscenza del passato".

La maschera è giunta all´attenzione del mondo accademico 15 anni or sono. Il suo grande numero di simboli costituisce un´importante aggiunta agli esigui canoni conosciuti della scrittura. Custodita in una collezione privata, la maschera è stata proposta a Houston e Coe da un gruppo di colleghi. "E´ uno degli esemplari meglio preservati di questo sistema di scrittura che sia mai venuto alla luce" ha dichiarato Houston.

La scoperta ha permesso agli scienziati di verificare il presunto significato dei geroglifici elaborato da Justeson e Kaufman.

Coe ha evidenziato fattori che necessitano di essere messi a fuoco, prima di poter sostenere di avere una persuasiva decodificazione. Potrebbe trattarsi di una sorta di scrittura parallela ad un linguaggio già decifrato. In questo modo, lo scritto sconosciuto potrebbe essere una semplice rappresentazione simbolica di un altro linguaggio già compreso, con legami incrociati all´immaginario che permettano agli scienziati di verificarne il significato.

"Il punto centrale della materia è che nessuno di questi simboli sembrava essere al posto giusto, seguendo la codificazione prospettata da Kaufman e Justeson" ha dichiarato Houston.

Un grande problema, è che sono disponibili solo pochi esemplari di questo sistema di scrittura. La maschera avrebbe permesso di attuare un riscontro delle teorie di Kaufman e Justeson. Il risultato è stato uno strano messaggio, composto di parole come "sangue... bocca... prendere". Houston e Coe scrivono nel loro nuovo articolo che la "decodificazione" portata avanti sui simboli della maschera "non ci dice niente di nuovo, inaspettato o perfino previsto circa questo testo istmiano, o della maschera che lo reca inciso.

"Piuttosto, gli elementi inseriti svelano una sorta di caos semantico". La teoria di Kaufman e Justeson "non può essere considerata valida".

Justeson e Kaufman non hanno acconsentito a concedere un´intervista. Ma Justeson ha inviato un commento via e-mail circa lo studio di Houston e Coe: "I loro argomenti contro il nostro metodo ed i risultati ottenuti sono facilmente controvertibili, e risponderemo loro nei modi e nelle sedi opportune". La dichiarazione era firmata da Justeson e Kaufman.