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5 Gennaio 2004 ARCHEOLOGIA
Science Daily
Svelare il mistero del Khipu
tempo di lettura previsto 4 min. circa

BUFFALO, New York – Malgrado gli antichi Inca siano nominati per la loro società altamente organizzata e per la straordinaria abilità nel lavorare l´oro, la pietra e la ceramica, solo pochi sono familiari con il khipu – un sistema elaborato di cordoncini colorati e annodati, che molti ricercatori ritengono essere principalmente di natura mnemonica, come un rosario – usato dagli antichi conquistatori per registrare censi, tributi, genealogie ed informazioni legate al calendario. Poiché gli Inca non utilizzavano un sistema di scrittura riconoscibile, ricercatori come Galen Brokaw, assistente professore nel Dipartimento di Linguaggi e Letteratura Romanza presso il College di Arte e Scienze dell´Università di Buffalo, si sono concentrati sul khipu come modo di scoprire nuovi aspetti della storia e della cultura Inca. Brokaw non aderisce alla visione ristretta di alcuni ricercatori, secondo cui il khipu fu solo un sistema di natura mnemonica, piuttosto lasciando aperta la possibilità che questi intricati specimen siano di natura storiografica.

Nel decifrare i misteri del khipu, che consistono di corde primarie dalle quali pendono altre corde secondarie, i ricercatori sperano di scoprire una stele di Rosetta di sorta, che permetta loro di decodificare il significato di corde e nodi.

I colori delle corde e la direzione di pieghe e intrecci sembrerebbero denotare specifici significati, ma se si tratti di informazioni statistiche o matematiche, o invece se vi sia qualcosa in più, come poesia o linguaggio, resta elusivo ai ricercatori, ha dichiarato Brokaw. Egli ritiene, comunque, che alcuni degli esemplari – circa 600 khipu sopravvivono in musei o collezioni private – sembrino essere di natura non-numerica.

Il khipu non nacque con gli Inca, spiega Brokaw e, perfino oggi, i pastori possono essere visti usare una forma di khipu per registrare le informazioni relative alle loro greggi.

"Vi è un alone di mistero al riguardo, ed è emozionante" ha dichiarato Brokaw, rilevando che esiste una tendenza, tra alcuni ricercatori, a sopravvalutare il khipu, ritenendolo romanticamente una sorta di sistema di scrittura; egli ritiene invece – dopo avere letto i testi indigeni, intessuti di biografie dei re Inca – che è facile notare come il khipu possa aver rappresentato strutture discorsive più complesse di semplici registrazioni di tributi.

Infatti, Brokaw ha dichiarato che il primo passo nella comprensione del khipu è "riconoscere che era collegato al genere di discorsi andini, potenti paradigmi discorsivi" che erano custoditi dai cronisti indigeni, impiegati nella struttura organizzativa, per registrare i lignaggi dei re Inca. Mentre i cronisti scrivevano nel linguaggio dei loro conquistatori spagnoli, i paradigmi discorsivi cui Brokaw si riferisce "non si dissolvevano o semplicemente scomparivano quando tradotti in Spagnolo" ha dichiarato. Un cronista in particolare, sottolinea, attribuisce la fonte principale delle sue informazioni al khipu.

"Una delle questioni che i cronisti coloniali tentarono di risolvere riguardo al khipu, è se costituisse o meno un sistema di scrittura, e molto del dibattito di oggigiorno s´incentra sulla stessa domanda. Basandosi su interpretazioni selettive e naturali di fonti coloniali ed una limitata comprensione di specimen archeologici, molti studiosi hanno sostenuto che il khipu non fosse solo una scrittura ma piuttosto un ritrovato mnemonico simile ad un rosario" scrive Brokaw nel suo articolo "The Poetics of Khipu Historiography: Felipe Guaman Poma de Ayala and the Khipukamayuqs from Pacariqtambo" [La Poetica della Storiografia Khipu: Felipe Guaman Poma de Ayala ed i Khipukamayuqs da Pacariqtambo N.d.T.] pubblicato recentemente nella Rivista di Ricerche Latino Americane. Guaman Poma, che scrisse attorno all´inizio del XVII secolo, è uno dei cronisti andini che contavano sul khipu come principale fonte di informazione.

L´aspetto numerico di gran parte del khipu differisce dai sistemi numerici occidentali nel fatto che le società andine usavano e vedevano la numerazione come un modo per auto-definirsi e organizzarsi, come anche un modo per raggiungere l´equilibrio in tutti gli aspetti della loro vita – da quello estetico a quello emozionale e materiale, spiega Brokaw.

Brokaw scrive che una "completa unità decimale di 10, per esempio, era anche la metafora per un gruppo sociale di base chiamato ayllus".

"Inoltre, molti cronisti coloniali sembrano descrivere un sistema a base decimale usato nell´organizzazione, amministrazione e tenuta dei registri dell´Impero Inca, ed il modello di cinque è evidente nei paradigmi storici e geografici della sociopolica andina" spiega.

Brokaw sostiene che l´opera di Guaman Pola è modellata non solo dalle convenzioni di testo europee, ma anche dalla concezione del discorso storico andino. E´ infatti il discorso di influenza andina - o poetica - che modella la cronaca dei re Inca, e che Brokaw ritiene stabilisca "un collegamento implicito" tra esso ed il khipu come sua rappresentazione fisica – insomma, come un tipo di testo di se stessa.

La ricerca di Brokaw è finanziata dall´American Council of Learned Societies. Sta lavorando su un libro sul soggetto, intitolato "Reading, Writing and Arithmetic: The Andean Khipu and its Transcriptions" [Lettura, Scrittura ed Aritmetica: il Khipu andino e la sua Trascrizione N.d.T.]