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6 Ottobre 2003 ARCHEOLOGIA
National Geographic News
Vi fu una lotta per il potere dietro il crollo delle città Maya?
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Un estensivo scavo ha dissotterrato una città perduta che si ritiene essere uno dei gioielli architettonici dell´antica civiltà Maya.

Per sei anni, i ricercatori hanno decifrato geroglifici e controllato minuziosamente i palazzi nella località di Piedras Negras in Guatemala, presso il confine con il Messico. Lo studio mostra una città che divenne un centro agricolo attorno al 400 a.C., e che si disintegrò sotto i colpi delle guerre di potere tra sovrani circa 1, 400 anni più tardi, più o meno lo stesso periodo in cui l´intera civiltà maya iniziò il suo declino.

"Siamo in grado di scrivere quella che è, di base, la biografia della città" ha dichiarato Stephen Houston, un archeologo alla Brigham Young University di Provo, Utah, uno dei responsabili della ricerca. "E´ una narrazione persuasiva di come una città crebbe, di come fu abitata e di come morì".

La ricerca di Houston è stata parzialmente finanziata dal Comitato per le Ricerche ed Esplorazioni del National Geographic.

La causa dell´improvviso crollo della grande società Maya, che una volta si estendeva dalla penisola dello Yucatan in Messico fino in Honduras, è fieramente dibattuta dagli esperti. Quest´ultima ricerca suggerisce che la cultura crollò non per la siccità, come ritengono alcuni esperti, ma per la perdita dell´establishment di governo.

"La città andò incontro ad una fine catastrofica attorno all´800 d.C., quando l´ultimo re conosciuto fu preso prigioniero da un regno confinante" ha dichiarato Houston. "Una volta che il re e la sua corte vennero meno, sembrarono venir meno anche le ragioni per l´esistenza della città".

Città Abbandonata.

I tagliaboschi che arrivarono nella foresta tropicale scoprirono Piedras Negras alla fine dell´800. Negli anni ´30 dello scorso secolo, archeologi dell´Università di Philadelphia in Pennsylvania cominciarono a studiare il sito, ma la Seconda Guerra Mondiale interruppe le ricerche e per circa 60 anni nessun archeologo ebbe modo di tornarvi.

Continuare gli scavi ebbe però un´urgenza addizionale dopo che il governo del Messico annunciò un progetto per costruire una diga che avrebbe allagato parte del sito, situato lungo il corso del fiume Usumacinta.

Ma prima che Houston ed il suo team potessero tornare a Piedras Negras, dovettero convincere i guerriglieri marxisti, che usavano il sito come nascondiglio nel corso della guerra civile in Guatemala, ad allontanarsi.

Dovettero anche decidere come raggiungere il sito: una camminata di circa quattro ore attraverso i cespugli dal Messico, o un´escursione via acqua di nove ore lungo le rapide del Guatemala – una missione non semplice per un gruppo di lavoro di 120 persone.

Quando gli archeologi infine cominciarono a lavorare nel 1997, rimasero sorpresi dall´ottimo stato di preservazione in cui il sito si trovava. In effetti, all´occhio non allenato, non sembravano rovine imponenti. Mentre alcune opere architettoniche erano ancora in piedi, la maggior parte era in rovina.

"Camminando attorno alle rovine, una persona non si accorgere di essere su un sito archeologico molto più esteso" ha dichiarato Houston.

L´Acropoli.

I primi abitatori probabilmente arrivarono a Piedras Negras attorno al 400.C., prima dell´inizio del periodo Maya, e stabilirono case coloniche nella valle. Gli archeologi hanno trovato ceramiche risalenti a quel periodo.

Il sito esplose in una fase successiva, attorno al 400 d.C., quando furono eretti molti dei templi e fu introdotto un potere sovrano.

Un visitatore che arrivasse dal fiume avrebbe visto prima il palazzo reale dipinto di rosso levarsi imponente, parzialmente oscurato da una foschia di incenso ardente. "Si sarebbe potuto sentire il profumo della città ancora prima di vederla" ha dichiarato Houston.

Ma a differenza di molte ricostruzioni Maya, che dipingono le città come insediamenti splendenti, e ben mantenuti, Piedras Negras era probabilmente in uno stato costante di "lavori in corso". Fu eretta in due fasi di costruzione principali. La prima, quando furono costruite le piramidi funerarie contenenti le tombe dei primi re. Quindi, attorno al 700 d.C., la città fu quasi completamente ricostruita.

I re Maya non erano solo sovrani esecutivi, ma erano anche considerati sacri, responsabili dei rituali come i salassi o far bruciare gli incensi. Nel tardo periodo classico maya, dal 550 all´800 d.C. – gli studiosi evidenziano una chiara linea di tendenza in corrispondenza del momento in cui i regnanti lasciarono il posto ai loro figli. Questa fu anche la fase in cui il palazzo, o "Acropoli", una vasto complesso di patio e cortili, divenne maggiormente inaccessibile al pubblico.

"Si avverte una nota di esclusività sociale nelle dinastie più tarde" dice Houston. "La sensazione di un mutamento negli assetti della sovranità, che si espresse in cambiamenti nell´architettura del sito"

La dinastia si arroccò quando la linea di successione si ruppe e vari fratelli successero l´uno all´altro sul trono. Vi sono perfino indizi di un´abdicazione. Alla fine, l´ultimo re conosciuto, fu rapito da un regno vicino.

"Sembra di assistere ad un crescendo di violenza a palazzo reale" ha dichiarato Houston. "Abbiamo trovato edifici abbandonati e monumenti abbandonati."

Senza il re, il palazzo reale presto iniziò a riempirsi di abusivi, oltre che di detriti e immondezza. Entro una generazione o due, la maggior parte della gente abbandonò la città.

"Piedras Negras ci mostra come le città Maya erano costruite attorno alla figura del re" ha dichiarato Houston. "Quando i re vi dimoravano, le città prosperavano. Quando i re perdevano il loro potere, le città sembravano svuotarsi e morire."

La fine dei Maya.

L´improvviso crollo della civiltà Maya è una dei più grandi misteri archeologici dei nostri tempi. Vi sono varie teorie che si contendono il campo per spiegare il collasso, con alcuni esperti che si riferiscono ad un esplosione demografica, altri al degrado ambientale o alla deforestazione.

Una delle teorie più popolari sostiene che a causare la fine dei Maya fu un lungo periodo di clima asciutto, punteggiato da tre intense siccità.

Houston, comunque, non è d´accordo.

"Sappiamo che molte di queste città avevano difficoltà estreme a quel tempo e forse ciò aveva qualcosa a che vedere con la diminuzione delle precipitazioni" ha dichiarato.

"Ma il fatto è che Piedras Negras corre lungo un fiume che non fu mai asciutto. Avrebbero sempre potuto avere acqua a disposizione, per mantenere l´agricoltura di sostentamento."

Ha dichiarato che non vi sono prove di massacri diffusi o di malattie epidemiche. Invece, egli ritiene, il crollo iniziò quando la gente perse fiducia nella gerarchia.

"Abbiamo prove che indicano molte turbolenze e difficoltà tra coloro che organizzavano la città e la gestivano come un´entità collettiva" ha dichiarato Houston. "Alla fine, la gente seguì il proprio istinto. Piedras Negras non era più un posto accogliente in cui vivere, e quindi partirono".