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5 Giugno 2004 ARCHEOLOGIA
Dailystar
COSA FARE QUANDO CI SI IMBATTE IN UNA « CITTÀ DEI MORTI ROMANA » ?
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BEIRUT – Negli ultimi 10 anni, gli sforzi nella città di Beirut hanno oscillato, come un pendolo, tra l´antico e l´ultra-moderno. Ogni volta che un´impresa di costruzioni sceglie un terreno per una nuova serie di edifici, vi è un inevitabile momento di tensione – la costruzione procederà senza incidenti, o nuovi resti archeologici saranno scoperti negli strati profondi della terra, sotto pietre e detriti?

La tensione si fa perfino più particolare quando quel che si trova sono siti sepolcrali, edifici funerari ed una serie di scheletri perfettamente preservati e antichissimi.

In questo modo, comunque, si sono iniziate numerose spedizioni archeologiche che hanno offerto, in cambio, continui flash della storia di 5, 000 anni della città, rivelando dettagli di valore incalcolabile su come si viveva a Beirut attraverso i molti differenti strati di civiltà – Canaaniti, Fenici, Romani, Bizantini e più. Naturalmente, lungo la via, queste scoperte hanno scatenato caldi dibattiti – specialmente tra archeologi, pianificatori urbani e imprenditori, tutti con priorità ampiamente discordanti – su come trattare il grande patrimonio storico della città, se preservando o estraendo le rovine, per celebrare i reperti archeologici in sito o invece trasporli in un museo o altra simile collocazione.

Poiché tante opere di scavo e di costruzione hanno avuto luogo attorno e nel Distretto Centrale di Beirut (BCD), gli archeologi del Direttorato Generale delle Antichità Libanese (DGA) hanno, per la maggior parte, concentrato i loro sforzi sulla zona bassa della città, che giace sopra l´antico centro romano. Ma una recente scoperta di reperti archeologici e strutture nelle vicinanze di Gemmayzeh potrebbe spostare il fulcro delle indagini verso est.

In una stretta via parallela alla Gouraud Street, attraverso il Villaggio di Saifi e dietro la nuova stazione di rifornimento, chiamata "feng shui", Karim Bassil, direttore generale della compagnia La Constructa, sta innalzando un lussuoso complesso residenziale chiamato Convivium 3. Bassil ed il suo team hanno iniziato a lavorare al sito nell´agosto del 2003, ma nel marzo di quest´anno, hanno dovuto rallentare i lavori, quando hanno individuato i resti di una colonna di marmo, di 1.2 metri di diametro.

La Constructa ha contattato la DGA, che ha inviato un team di archeologi, insieme con un gruppo guidato da Hans Curvers, dell´Università di Amsterdam, per sei settimane di ricerche e scavi al sito.

"Ci attendevamo di definire più o meno l´estensione del Decumanus Maximus – la via da est ad ovest" ha dichiarato Assaad Seif, un archeologo formatosi all´Università del Libano e alla Sorbona di Parigi, che lavora con la DGA dal 1996.

Da scavi precedenti, gli archeologi aveva determinato i confini generali della vecchia città romana. "E´ come un puzzle" ha dichiarato Seif. "Si parte da un foglio bianco e si inizia lentamente a riempirlo, ogni volta aggiungendo un pezzo che si integri correttamente con gli altri. Ora abbiamo iniziato a riempire la nostra conoscenza di una cultura."

Le città romane, suggerisce Seif, sono usualmente costruite lungo due assi principali, con pareti che delineano i confini esterni della città. "Il Decumanus Maximus è solitamente evidente dall´accesso interno. Ma dopo l´ingresso esterno, diviene una strada normale, più stretta."

Al sito di Gemmayzeh "hanno scoperto parte di questa strada, che era stata danneggiata in un periodo successivo." Tutto quel che è rimasto sono poche pietre ampie di calcare che indicavano l´orientamento ed i limiti della strada, insieme con il meccanismo del suo sistema di drenaggio.

"Quel che è importante di questa scoperta" ha spiegato Seif "è che ci offre una visione sull´estensione della città ad est. Scoperte precedenti nell´area erano porzioni delle mura ellenistiche a Chez Paul. Quest´area è più prossima al limite esterno della città."

Ma quel che è persino più importante è quel che gli archeologi hanno trovato sull´altro lato della strada. Precedenti scavi ad Achrafieh e Gemmayzeh avevano suggerito che queste zone confinanti fossero una volta sede di una necropoli romana, o città dei morti. La scoperta conferma questa tesi.

"All´estremità meridionale della strada abbiamo trovato i resti di un edificio funerario del periodo romano" ha dichiarato Seif. "Abbiamo trovato ceramiche ed alcune monete che ci aiuteranno nel nostro studio. Ma la scoperta più importante che abbiamo fatto era parte di una necropoli ellenistica."

Seif sapeva che si sarebbero probabilmente trovati i resti della "città dei morti romana", contraddistinta da elaborati siti sepolcrali. Ma non sapeva che la città dei morti ellenistica si sarebbe trovata nello stesso luogo, sotto la necropoli romana, caratterizzata solo da tombe più semplici e distribuite.

Al sito di Gemmayzeh, gli archeologi del DGA hanno trovato i resti di 20 scheletri, seppelliti nella sabbia insieme a piccole bottiglie di ceramica contenenti essenze e unguenti.

"Era il rituale del tempo" ha spiegato Seif. "L´informazione (che abbiamo) proviene da Pompei, dai testi. L´archeologia ci ha aiutato in Libano a scoprire le cose non scritte, le tradizioni all´interno delle sub-tradizioni locali. Gli usi funebri non sono gli stessi ovunque. Vi sono piccole deviazioni locali lungo la corrente principale".

In aggiunta agli scheletri, Seif ritiene che la colonna di marmo trovata al sito appartenga ad una struttura importante, forse un mausoleo, che deve ancora essere scoperto completamente. "Di solito nelle città romane" ha detto parlando di uno scenario di antico sviluppo urbano, testimoniato in città del Libano come Tiro, "le città dei morti sono di soliti collocate al di fuori dell´entrata orientale della città. Una necropoli può rimanere così per migliaia di anni. Quando la città cresce, le si costruisce sopra".

In conclusione, il DGA, ha scavato tutti i resti archeologici. Ora sono stati ripuliti, conservati e lasciati da parte per le ricerche future. Il processo ha costretto La Constructa a rivedere i suoi progetti edilizi. Ma, come ha dichiarato Karim Bassil, "E´ un onore" avere compiuto una scoperta importante in un sito di costruzioni.

"Siamo preoccupati di avere perduto sei settimane" ha dichiarato. "Ma il DGA lavora lentamente".

Convivium 3 dovrebbe essere completato entro il dicembre del 2005, secondo Bassil, e tutte le unità sono già state vendute