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3 Ottobre 2002 ARCHEOLOGIA
AGI News On
Un mausoleo "italiano" in Israele
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Un capitolo di storia cristiano-giudaica sarà scritto dagli studiosi della missione archeologica italiana a Bet Gemal che hanno portato alla luce un'antica costruzione

Bet Gemal – Importante risultato per la missione archeologica italiana a Bet Gemal: si tratta di "una curiosa struttura rotonda in muratura" spiega don Andrea Strus, docente di Storia ed Esegesi Biblica alla Pontificia Università Salesiana che ha diretto gli scavi. Dopo 3 anni di lavori sul sito e 13 anni nei dintorni, gli italiani della Pontificia Università Salesiana di Roma e del Centro Biblico Francescano di Gerusalemme hanno portato alla luce questa costruzione che, in base alle testimonianza dei vangeli apocrifi, stavano cercando da tempo.

"La mia personale idea è che si tratti di un mausoleo, ma il tutto costituisce ancora un enigma" sostiene don Strus; la sua interpretazione del sito deriva dalla forma della costruzione, dalla collocazione ipogea che la caratterizza e che fa pensare a una tomba. Il sito archeologico è di importanza storica fondamentale per gli storici dell'area perché costituisce una zona in cui gli insediamenti giudaici originari si sono trasformati in villaggi cristiani e in seguito mussulmani che hanno lasciato numerose e ricche testimonianze.

Alla ricerca guidata da don Strus e da padre Michele Picirillo, docente di archeologia al Centro Biblico dei Francescani in Terra Santa hanno partecipato 3 archeologi romani del Consiglio Nazionale delle Ricerche, un architetto torinese e uno romano, un'esperta torinese della catalogazione delle ceramiche e vari volontari che si sono uniti all'equipe di studiosi nel tempo libero.

A rendere possibile l'eccezionale ritrovamento è stato l'impiego di sofisticate tecnologie Georadar Multifold sviluppate ed applicate dall'Università di Trieste, nell'ambito del Progetto Finalizzato Beni Culturali del CNR e sotto la direzione di Icilio Finetti, ordinario di Geofisica Applicata della stessa Università.

Gli studiosi sono partiti cercando la tomba di Santo Stefano protomartire che doveva, secondo le fonti, trovarsi in zona: il sito trovato potrebbe corrispondere ma non è ancora certo. "Tutti gli indizi trovato conducono all'interpretazione della tomba, in cui addirittura si svolgevano i riti di culto" spiega don Strus; ma gli studiosi stanno indagando anche sull'ipotesi del sito della venerazione di un personaggio della famiglia dell'imperatore Costantino.

La missione che ha portato a questo risultato è l'unica italiana nella zona: si è avvalsa dei contributi del Ministero degli Esteri italiano e dell'Ambasciata d'Italia in Israele che curerà anche la pubblicazione dei risultati in un volume.

Per quanto riguarda gli sviluppi futuri della scoperta, le ricerche proseguiranno nella zona circostante dove sono state individuate tracce di una ricca basilica: lì, si suppone, si troveranno iscrizioni che potrebbero chiarire la posizione della scoperta di Bet Gemal nella storia cristiano-giudaica della zona.

La nuova partenza è prevista per il mese di febbraio.