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27 Febbraio 2002 ARCHEOLOGIA
Gulf News Online Edition
Scavi nel Saar scoprono il ricco passato di Bahrain
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Scavi archeologici a Bahrain, nella zona del Saar, hanno riportato alla luce molti segreti sepolti del ricco passato dell´isola.

Saar, nel nord ovest, ricopre un ruolo importante della civiltà Dilmun che si data al 2000 a.C. Gli scavi hanno prodotto il più grande blocco singolo di sigilli e artefatti dell´Età del Bronzo trovati a Bahrain. Il materiale costituisce una fonte di dati unica dell´arte del periodo ed offre espressive informazioni riguardo alle attività commerciali degli abitanti di Saar.

L´insediamento di Dilmun ed il tempio trovato al sito costituiscono le principali scoperte archeologiche effettuate a Bahrain durante la scorsa decade.

Nel suo libro "Antichi sigilli dei Dilnum dal Saar – Arte e Commercio nella Bahrain dell´Età del Bronzo", Harriet Crawford, l´ex-direttrice della Spedizione Archeologica Inglese a Bahrain, offre una ricchissima gamma di informazioni sugli aspetti della cultura Dilnum, suggerendo la necessità di riconsiderare molti aspetti di questa civiltà, specie sotto il profilo economico e sociale.

Nella sua introduzione, la Crawford sottolinea che "una delle maggiori potenze nel Golfo tra la fine del terzo e gli inizi del secondo millennio a.C. era conosciuta nelle registrazioni cuneiformi come Dilmun, una terra con il carattere dualistico di paese mitologico (in quanto patria del Noè sumero, Ziusudra) e fiorente centro abitato e commerciale.

I testi e gli archeologi insieme mostrano che per la fine del terzo millennio a.C., la città si trovava nel cuore dell´isola di Bahrain. Grazie alle ultime scoperte degli studiosi di Bahrain e di altri paesi, la vera Dilmun ha cominciato ad emergere dalle nebbie del mito, ed ora può riprendere il suo posto come ganglio vitale nella rete di rotte commerciali che si snodava nel Vicino Oriente in quel tempo.

Secondo la Crawford, che ora lavora come Lettore all´Istituto di Archeologia, University College di Londra, "abbiamo a disposizione un´ingente quantità di informazioni sul commercio internazionale che fondava l´economia di Dilmun, grazie ai testi cuneiformi trovati in Mesopotamia; ed il quadro così ricostruito è supportato dalle molte prove archeologiche dalle isole di Bahrain."

La più notevole figura archeologica rinvenuta nel XIX sec. d.C., quando il primo visitatore europeo registrò le sue impressioni sull´isola, fu il grande campo per seppellimenti. Purtroppo la zona è stata sottoposta a ripetuti saccheggi nel corso dei secoli, ma dove si è potuto recuperare qualche reperto intatto, si è avuta conferma all´idea di un paese con una vasta tipologia di contatti.

Le cosiddette Tombe Reali ad A´ali in particolare, conservano i resti di una cultura materiale molto sofisticata che usava un vasto assortimento di beni d´importazione e materiali che includono frammenti di incisioni d´avorio, di arredi; gioielleria d´oro e armi di rame.

Sembra anche probabile che uomini e donne svolgessero attività commerciali su piccola scala. Non si hanno invece prove di manifattura di beni su larga scala all´interno dell´insediamento, il che comunque non esclude la possibilità che alcuni degli abitanti fossero coinvolti nella produzione domestica di articoli (come ad esempio fibre tessili) che erano poi scambiati con i confinanti.

"La società di Saar sembra configurarsi egualitaria e semi-indipendente, non essendovi traccia di burocrazia o procedure amministrative; per quanto vi fosse un´autorità centrale, il suo governo non doveva essere di tipo oppressivo.

Dilmun era parte di una rete di contatti che si estendeva ai punti estremi dall´Asia Centrale alla Valle dell´Indo all´Oman e al Basso Golfo da un lato, e da Elam, Sud Mesopotamia, Assiria e Siria Jazirah e Anatolia Centrale dall´altra.