sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
14 Agosto 2004 ARCHEOLOGIA
The Independent
LA RISPOSTA GIACE NEI SEMI: LA SARDEGNA RISCRIVE LA STORIA DEL VINO
tempo di lettura previsto 2 min. circa

Uno strato di semi e sedimenti servirà forse a scuotere il secolare snobismo con cui enologi e conoscitori dell´Italia continentale considerano i rustici vini della Sardegna.

Il più grande produttore di vini al mondo ha scoperto di avere un grande debito di riconoscenza verso i coltivatori dell´isola.

Archeologi olandesi ed italiani che scavavano sulle fertili colline della Sardegna, a nord della capitale Cagliari, hanno dichiarato di avere scoperto semi dei grappoli e sedimenti databili al 1, 200 a.C.

La Sardegna potrebbe quindi essere la culla italiana della cultura del vino.

Test del DNA sui resti di grappoli d´uva saranno portati avanti dai ricercatori dell´Università di Milano, per tentare di determinare se i vini provenissero da altre antiche regioni di coltivazione della vite o se invece si trattasse di una varietà locale.

"Se quest´ultimo fosse il caso, dovremmo riscrivere la storia delle origini del vino" ha dichiarato Massimo Labra, un ricercatore impegnato nel progetto. Si pensava che i primi vini della regione fossero importati dalla Mesopotamia, ma le ultime ricerche sembrano confutare questa teoria.

"L´ipotesi che stiamo tentando di dimostrare è non solo che il più antico vino del Mediterraneo fu prodotto in Sardegna, ma anche che i vini erano coltivati sull´isola al tempo in cui esplosero le civiltà Mesopotamica ed Egizia" ha spiegato Labra.

"Analisi preliminari portate avanti sui vini Sardi per determinare i loro tracciati genetici, saranno comparate ai dati estrapolati dall´analisi di antichi semi di uva, per verificare se vi siano delle affinità con i vini selvatici della Sardegna nati nell´isola."

Gli scavi sono stati condotti dagli archeologi e botanici di Italia ed Olanda, che lavoravano con esperti di agricoltura di Cagliari. Uno studio precedente aveva già mostrato che la varietà di uva Cannonau, che si credeva essere stata importata dalla Spagna, era invece autoctona.

"Si credeva che quest´uva fosse di origine iberica, importata dalla Spagna verso la fine del medioevo" ha spiegato Fabrizio Grassi, dell´Università statale di Milano, al quotidiano Corriere della Sera. "Invece, analisi condotte in Spagna, evidenziano con un´altissima probabilità che il Cannonau potrebbe essere il più antico vino del Mediterraneo".

I connaisseurs italiani ed i critici enologi generalmente esaltano le qualità dei vini dell´Italia settentrionale, come Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria. Dovrebbero invece volgere i loro nasi ai ruvidi e possenti vini di Sardegna.

Gli scavi hanno svelato centinaia di esemplari di semi d´uva di 3, 200 anni or sono, piantati presso antichi vasi ed urne che gli archeologi hanno riportato alla luce a Sardara, al sito di Villanovafranca nella pianura del Campidano ed a Borore, nella Sardegna centrale.

Gli antichi semi d´uva sono in cattive condizioni di preservazione, e così i ricercatori hanno adottato una tecnica speciale per svelare la loro storia genetica. "Abbiamo sviluppato una piattaforma biomolecolare, ovvero una serie di macchinari collegati l´uno all´altro, per estrarre il DNA dai campioni" ha spiegato Labra.