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8 Marzo 2015 PALEONTOLOGIA
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L'origine dell'uomo americano: l'ipotesi solutroeana
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La teoria fino a pochi anni fa data per certa sull'origine dell'uomo americano, proposta da AleÅˇ HrdliÄŤka, indicava che alcuni gruppi di Sapiens attraversarono una prateria ghiacciata detta Beringia, circa 25.000 anni fa, entrando nel continente americano e dando origine, in seguito, a tutti gli abitanti del Nuovo Mondo. Sempre secondo questa teoria il primo gruppo di umani provenienti dall'Asia diede origine alla prima cultura americana, quella di Clovis, datata 13.500 anni a.C. (Nuovo Messico).

Il consenso su Clovis venne a cadere quando alcuni studiosi del popolamento americano avanzarono nuove ipotesi. Il francese Paul Rivet, in seguito ad importanti studi etnografici e linguistici, propose un popolamento diretto dalla Polinesia, con la sua teoria poligenetica, e il portoghese Mendes Correa ha proposto un popolamento attraverso l'Antartide.

Gli studi effettuati sul sito di Monte Verde, Cile (evidenze di presenza umana a che risalgono a 33.000 a.C.) e quelli effettuati dall'archeologa brasiliana Niede Guidon (evidenze di presenza umana a Pedra Furada che risalgono al 60.000 a.C.), hanno rivoluzionato la teoria sull'origine dell'uomo americano e hanno definitivamente reso obsoleta la teoria di Clovis.

Come poteva Clovis essere la prima cultura d'America 13.500 anni prima di Cristo, se contemporaneamente in Sud America si sviluppavano altre culture come quella della Caverna della Pedra Pintada (12.000 a.C), Pedra Furada (12.000 a.C) e Monte Verde (12.800 a.C.)?

Una recente teoria sull'origine dell'uomo americano avanzata da studiosi del calibro di Dennis Stanford e Bruce Bradley, sostiene che alcuni gruppi di umani attraversarono il Nord Atlantico, circa 17.000 anni prima di Cristo.

Essi appertenevano alla cultura solutroeana, che si era sviluppata nell'attuale costa atlantica spagnola e francese.

Alcuni ritrovamenti di pietre scheggiate effettuati nel Maryland, Virginia e Pennsylvania, e risalenti a circa 17.000 anni prima di Cristo, sono stati associati a simili pietre scheggiate appartenenti alla cultura solutroeana europea, e pertanto è stata avanzata l'ipotesi che alcuni gruppi umani abbiano navigato costeggiando la banchisa ghiacciata, che in quelle epoche si estendeva nell'Atlantico del Nord tra la Francia e gli attuali Stati Uniti.

Da sottolineare che intorno al 17.000 a.C. il livello dei mari era più basso dell'attuale di circa 160 metri, e pertanto la linea di costa dell'America del Nord era diversa dall'attuale. L'archeologia subacquea potrebbe pertanto aiutarci a ritrovare altri reperti solutroneani, che avvallerebbero ulteriormente quest'ipotesi.

Secondo i sostenitori di questa teoria, pertanto, la cultura Clovis del 13.500 a.C. deriverebbe dai Sapiens di cultura solutroneana e non dai paleoasiatici che attraversarono Beringia.

Come si vede il complicato "puzzle" sull'origine dell'uomo americano è lontano dall'essere risolto.

Cosa ha apportato lo studio della genetica a queste ricerche?

E' stato dimostrato che la maggioranza degli indigeni americani che vivevano nella costa orientale del Nord America appartenevano ad aplogruppi del DNA mitocondriale X, esattamente come le popolazioni europee.

Questi ritrovamenti hanno supportato la teoria solutroneana, anche se non sono prove definitive.

Rimane comunque il grande interrogativo: i Sapiens popolarono prima il Nord o il Sud America? Secondo i recenti ritrovamenti, ed in particolare Pedra Furada in Brasile, limitati gruppi di Sapiens giunsero in Brasile addirittura 60.000 anni fa, e, anche se la loro consistenza numerica era limitata, (non più di cento, secondo Niede Guidon), diedero origine alla prima cultura americana di cacciatori-raccoglitori, ben prima dell'arrivo dei solutreani nelle coste orientali del Nord America (19.000 anni fa) e dei paleo asiatici nella coste di Beringia (27.000 anni fa).

Alla luce di tutto ciò, potremmo ipotizzare che il flusso iniziale della colonizzazione umana in America fu da Sud a Nord, e non viceversa.

Ulteriori studi e scavi archeologici, magari in una zona obbligata di passaggio quale fu certamente il Darien, potranno i futuro farci conoscere molto di più sulla vera preistoria d'America.

YURI LEVERATTO

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