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18 Gennaio 2015 PALEONTOLOGIA
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IL VERO MOSTRO ACQUATICO SCOZZESE NON E' "NESSI"
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Non è quello di Loch Ness ma Dearcmhara shawcrossi, un nuovo genere di ittiosauro vissuto 170 milioni di anni fa.

Se ne Giurassico i dinosauri erano i signori della terraferma, in quel periodo nel mare regnavano incontrastati gli ittiosauri ("pesce lucertola" in greco), rettili marini che sembrano un incrocio tra un gaviale e un delfino arrabbiato.

Un team di ricercatori scozzesi guidati dal paleontologo Stephen Brusatte ha annunciato la scoperta di un nuovo genere di ittiosauro che misurava poco meno di 4 metri e mezzo di lunghezza, il primo scoperto in Scozia.

Brusatte e colleghi hanno battezzato l'animale, vissuto circa 170 milioni di anni fa, Dearcmhara shawcrossi, un omaggio al collezionista di fossili Brian Shawcross che ha rinvenuto il reperto sull'isola scozzese di Skye e lo donato all'Hunterian Museum della University of Glasgow affinché venisse studiato.

Cambio della guardia

La nuova specie è particolarmente interessante in quanto obbliga gli studiosi a ripensare all'evoluzione degli ittiosauri.

D. shawcrossi infatti è considerato un ittiosauro primitivo e piuttosto piccolo (alcuni raggiungevano le dimensioni di un autobus); visse durante un periodo relativamente poco studiato, il Medio Giurassico, che durò circa 15 milioni di anni.

Le testimonianze fossili indicano però che fu un periodo piuttosto tumultuoso per le creature marine: "Dopo il Medio Giurassico, entra in scena un nuovo tipo di ittiosauro, più grande e più evoluto, che prende il sopravvento in tutto il mondo", spiega Brusatte.

Il dinosauro appena scoperto invece appartiene ancora a una varietà più piccola e primitiva, il che significa che il cambio della guardia avvenne in un periodo sucessivo a quello ipotizzato finora.

Non sappiamo ancora quando avvenne questo passaggio, ma il ritrovamento di D. shawcrossi suggerisce che possa esssere avvenuto in maniera graduale, anziché essere causato da un evento improvviso come un cambio nella temperatura dei mari o una grande eruzione vulcanica.

I resti di ittiosauro non sono difficili da trovare; nuovi fossili vengono alla luce in continuazione, dal Cile meridionale alla Russia. Quelli risalenti al Medio Giurassico però sono davvero rari.

Anche secondo Aubrey Jane Roberts, esperta di ittiosauri della University of Southampton, la scoperta di D. shawcrossi "colma una lacuna nelle conoscenze sull'evoluzione di questi animali. È come se gli ittiosauri in Scozia fossero rimasti indietro rispetto al resto del mondo. Il passaggio a ittiosauri più grandi stava già avvenendo in Alaska e in America del Sud, ma in Europa evidentemente richiese più tempo".