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25 Dicembre 2014 PALEONTOLOGIA
di Simon Worrall http://www.nationalgeographic.it
CSI PREISTORIA: I SEGRETI DELL'UOMO DI KENNEWICK
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L'esperto di medicina forense che ha scoperto i casi di cannibalismo tra i coloni di Jamestown ricostruisce la storia del popolamento del continente attraverso l'analisi dello scheletro dell'"Ice Man" americano.

Nell'estate del 1996, mentre guadavano le acque basse del fiume Columbia nei pressi di Kennewick (Washington), due studenti casualmente inciamparono in una delle scoperte archeologiche più importanti mai avvenute nel Nord America: uno scheletro risalente a più di 9 mila anni fa.

Tuttavia, nonostante le ripetute richieste - lo scheletro fu reclamato anche da una coalizione di tribù di nativi americani - i resti vennero trattenuti dall'esercito americano, che possedeva i terreni in cui avvenne il ritrovamento.

Douglas Owsley, un inarrestabile antropologo della Smithsonian Institution, e altri sette scienziati, intentarono una causa contro l'esercito e nel 2002, dopo aver affrontato ben 93 procuratori federali, vinsero il caso. Grazie a loro, la storia dell'uomo di Kennewick può finalmente essere raccontata.

Dal suo ufficio strapieno di scheletri impacchettati, Owsley, coautore de Kennewick Man: The Scientific Investigation of an Ancient American Skeleton, ci spiega perché questo scheletro sta riscrivendo la preistoria americana, e ci racconta cosa significa lavorare a fianco di CIA ed FBI.

Gli antropologi fisici usano il termine "osteobiografia", cioè "biografia delle ossa". Chi era l'uomo di Kennewick? Da dove veniva e come morì?

L'uomo di Kennewick (nella foto, un calco del cranio) è piuttosto diverso da ciò che mi aspettavo prima di vederlo e prima di iniziare le analisi. Fu trovato nel '96 sulle rive del fiume Columbia; era alto un metro e settantacinque e pesava circa 75 chili. Aveva un bel fisico, molto forte. Morì sui 40 anni. Per prima cosa abbiamo cominciato ad osservare le sue lesioni, chiaramente aveva avuto una vita difficile. Infatti, ha due traumi cerebrali, sei costole rotte, cinque delle quali non guarite completamente. Questi segni riflettono il suo stile di vita. Era sempre in movimento e forse, quando accadde l'incidente, non ebbe neanche il tempo di ristabilirsi. Abbiamo notato anche una frattura alla spalla, del tipo che spesso affligge i lanciatori di baseball professionisti, che lanciano così forte e velocemente da fratturarsi il bordo della scapola. Per questo possiamo supporre che usasse spesso giavellotti o lance. Probabilmente usava anche un propulsore, cioè uno strumento che funzionava come un prolungamento del braccio e che serviva per rendere piu efficace il lancio. La cosa più drammatica, però, è che che aveva una punta di lancia conficcata nel bacino.

Fu questa ad ucciderlo?

No, ma avrebbe potuto se fosse stato un ragazzino. Fu comunque un brutto colpo, anche per come accadde. Dovete immaginarlo mentre scende lungo un sentiero e la punta di lancia lo colpisce dall'alto verso il basso. Chi lo colpì non era di fronte a lui, ma stava di lato con un angolo di circa sessanta gradi. La punta nel colpire l'osso pelvico si è frantumata. Pochi millimetri e sarebbe invece finita nelle viscere; ciò avrebbe sicuramente provocato un'infezione letale.

TAG: Preistoria