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9 Marzo 2014 MISTERO
di Angelo Piemontese http://scienza.panorama.it
Giallo nello spazio: Hubble osserva la misteriosa disintegrazione di un asteroide
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Ancora ignote le cause dell'enigmatico evento, il primo mai osservato finora, ma gli scienziati sono già sulle tracce del possibile colpevole...Fin da quel 15 settembre dello scorso anno, quando è stato individuato per la prima volta, gli astronomi avevano capito che c'era qualcosa di particolare e assieme strano in quel corpo roccioso che appariva come una macchiolina lattiginosa ai telescopi degli osservatori Catalina (Arizona) e Pan-Starrs (Hawaii).

Insomma, P/2013 R3 (questo il nome dato all'oggetto), non sembrava un asteroide come tutti gli altri. Meritevole quindi da tenere d'occhio. E di fatti avevano ragione. Neanche passano quindici giorni che P/2013 R3 sfodera una prima sorpresa: osservato con il telescopio Keck (sempre alle Hawaii) si rivela essersi diviso in un sistema di tre corpi, avviluppati in una nube di polvere grande quanto la Terra. Ancora più strano. Il mistero si infittisce: ci vogliono le potenti ottiche di Hubble per far luce su questo inusuale avvenimento. E il telescopio spaziale non delude le aspettative: grazie alla sua alta risoluzione, gli astronomi individuano ben dieci piccoli corpi in cui sembra essersi scisso l'asteroide, quattro dei qual grandi all'incirca duecento metri. E ciascuno esibisce una coda di polveri proprio come fosse una cometa. Sempre più strano.

Col passare del tempo, e arriviamo al gennaio di quest'anno, Hubble continua a seguire l'oggetto che intanto si frammenta sempre di più. Il 14 gennaio è ufficiale, si tratta di un asteroide che si sta disintegrando lentamente. "Mai avevamo osservato nulla di simile" commenta Jessica Agarwal del Max Planck Institute for Solar System Research in Germania.

Cosa è successo dunque a P/2013 R3 e soprattutto chi è responsabile della sua distruzione? Le indagini iniziano immediatamente, ma la pista più probabile, quella della collisione con un altro asteroide, è subito da scartare: i frammenti di P/2013 R3 si muovono infatti troppo lentamente tra loro, a meno di due chilometri all'ora (la velocità della camminata di un pensionato). Un impatto con un altro corpo avrebbe sicuramente prodotto detriti che, scagliati nello spazio, avrebbero viaggiato a velocità migliaia di volte superiore.

E se fosse invece esploso a causa della pressione del vapore e dei gas al suo interno? Nemmeno. Si è sempre mantenuto a quasi cinquecento milioni di chilometri dal Sole, troppo lontano cioè perché il calore della sua radiazione sublimasse l'eventuale ghiaccio al suo interno, cioè fino a farlo ribollire e poi evaporare finché scoppiasse come una pentola a pressione sul fornello incandescente senza valvola di sfogo.

Però l'idea del coinvolgimento della nostra stella in questo delitto cosmico ha intrigato non poco gli astronomi. Che quindi hanno formulato quella che sembra fino ad ora l'ipotesi più plausibile. Il Sole c'entra eccome in questa storia: l'energia irraggiata avrebbe aumentato lentamente e gradualmente la rotazione dell'asteroide, fino a farlo girare vorticosamente su se stesso ad altissima velocità. Il fenomeno è già stato infatti osservato in altri corpi simili (vedere gli articoli qui di spalla).

A quel punto si sarebbe sgretolato per la forza centrifuga generata dalla sua stessa rotazione. Ma, come in ogni caso irrisolto che si rispetti, ci sarebbe anche l'intervento di un complice. O forse più d'uno. Infatti gli scienziati sospettano fortemente che P/2013 R3 fosse già conciato male, con diverse fratture causate da scontri non distruttivi con altri piccoli asteroidi avvenuti in passato. Che hanno quindi indebolito la sua struttura interna, fino a che la forza centrifuga derivante dalla rotazione impressa dalla radiazione solare gli ha inferto il colpo di grazia.Quel che resta di P/2013 R3 sono ora duecentomila tonnellate di piccoli frammenti: molti di loro precipiteranno nel Sole attratti dalla sua forza gravitazionale (come succede a molte comete), altri continueranno a vagare nello spazio e forse, se incroceranno la traiettoria del nostro pianeta in futuro, ci regaleranno una meravigliosa e spettacolare pioggia di meteore.

Il mistero è risolto dunque? Aspettiamo a dirlo, è la prima volta che gli astronomi assistono alla disintegrazione di un asteroide. Se succederà ancora, allora gli scienziati avranno a disposizione molti più indizi ed elementi per archiviare il caso.

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