A Boston un team di ricercatori ha creato un rivoluzionario adesivo, ispirato al mondo naturale, da utilizzare in delicati interventi chirurgici.
Pedro Del Nido svolge uno dei lavori più rischiosi del mondo: è un cardiochirurgo del Children Hospital di Boston. I suoi pazienti quindi sono sempre piccoli, spesso piccolissimi. Ma come si fa a riparare un organo sempre in movimento come il cuore, perdipiù se è minuscolo, senza creare i danni ai tessuti sani che le perforazioni di ago e filo inevitabilmente comportano?
La risposta sembrava semplice: con la colla, un tipo di soluzione già in uso in medicina per richiudere ferite. Ci voleva però una colla che non asciugasse troppo in fretta o troppo lentamente, ma quando lo decideva il chirurgo; che non fosse tossica, ma biodegradabile, e che soprattutto funzionasse anche in ambienti molto umidi, come appunto le aree di intervento chirurgico, sempre soggette a sanguinamenti.
Insomma, quello che cercava Del Nido sembrava il Santo Graal della medicina.
Quasi quattro anni fa, la sfida di Del Nido è stata raccolta da Jeffrey Karp, un bioingegnere del Bringham and Women's Hospital, e da Robert Langer dell'MIT, che con Del Nido e altri (tra cui la trentenne italiana Assunta Fabbozzo) hanno appena pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivista Science Translational Medicine.
La colla inventata dal team, e finora testata con successo sui maiali, si chiama HLAA (hydrophobic light-activated adhesive), e come dice il suo nome, dopo essere stata applicata sul punto da riparare - un vaso sanguigno, o anche un cuore battente - viene attivata da pochi secondi di esposizione alla luce UV.
Una volta concluso l'intervento, il sigillante (biodegradabile) si dissolve nel corso delle settimane, consentendo ai tessuti di cui ha fatto parte di autoripararsi.
La natura insegna
L'ispirazione per l'HLAA, spiega Karp, gli è venuta dal mondo animale, osservando le secrezioni di lumache e ragni, che sono liquide, appiccicose, e soprattutto non vengono diluite dall'acqua. "Abbiamo pensato che fosse un requisito indispensabile per un nuovo adesivo che funzionasse in presenza di sangue", spiega.
Karp, presidente della Gecko Biomedical Co. (la società con sede a Parigi che chiederà prima in Europa poi negli USA di poter utilizzare l'adesivo sugli essere umani), e professore associato alla Harvard Medical School, non è nuovo a invezioni basate sul mondo della natura: ha già messo a punto un ago indolore ispirato alle spine dell'istrice e un bendaggio adesivo "rubato" alle zampe dei gechi.
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