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6 Ottobre 2013 PALEONTOLOGIA
di ANTONIO DI GIACOMO http://bari.repubblica.it
QUANDO A BARI PASSEGGIAVANO I DINOSAURI
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La straordinaria scoperta del paleontologo Marco Petruzzelli in una cava dismessa. Nel sopralluogo in anteprima con Repubblica, tracce di cento milioni di anni fa. L'esperto: "Possiamo immaginare la Puglia unita all'Africa. Con l'Università abbiamo denunciato il sito perché sia salvaguardato".

Quando i dinosauri passeggiavano per Bari. Accadeva almeno cento milioni di anni fa fra le campagne oggi comprese nel parco naturale regionale di Lama Balice. Qui, a un chilometro dall'aeroporto e a ridosso della periferia del quartiere San Paolo, lo scorso agosto si è compiuta una scoperta destinata ad aggiungere nuove pagine al grande libro della storia della città. E non solo. Ne è stato artefice il paleontologo Marco Petruzzelli, specializzato dal 2005 in icnologia, ovvero quella branca della paleontologia che studia le impronte fossili degli animali, le orme volgarmente dette per capirci.

ESCLUSIVA VIDEO / ALLA SCOPERTA DELLE ORME

LE FOTO / LA CAVA DEI DINOSAURI DI BARI

Ebbene, all'interno della cava Selp, inattiva da circa un decennio e di proprietà dell'imprenditore Dante Mazzitelli, durante un sopralluogo alla ricerca di ipogei e grotte naturali, Petruzzelli si è imbattuto in quello che si è poi rivelato un giacimento con un numero stimato di circa 10mila orme di dinosauri (la concentrazione è di 3-4 impronte per metro quadrato).

"Sono rimasto senza parole" ricorda Petruzzelli: "Sotto i miei piedi, al centro della cava, c'erano i resti di una spianata di marea fossilizzata nel periodo Cretaceo. E, nel mezzo, centinaia e centinaia di impronte: diverse sono organizzate in piste che ricalcano proprio una serie di camminate di dinosauri sia di specie erbivora che carnivora".

Una vicenda che Petruzzelli racconta dal vero, durante un sopralluogo in anteprima con Repubblica e il paleontologo Rafael La Perna, docente al dipartimento di Scienze della terra e geoambientali dell'Ateneo barese. Insieme con Pierfrancesco Dellino, direttore del dipartimento, hanno appena notificato la denuncia di ritrovamento alla Soprintendenza ai beni archeologici, alla presidenza del parco e alla Regione.

"Un atto doveroso - spiega Petruzzelli - perché quest'area possa essere messa sotto tutela e soprattutto diventare oggetto di studio per entrare a pieno titolo nel patrimonio culturale del territorio". La cava Selp, d'altra parte, nei progetti di Mazzitelli dovrebbe essere trasformata in anfiteatro tanto che, al fine di proteggere questo ritrovamento, a fine agosto una prima segnalazione era già stata formalizzata alla Regione dalla Sigea (Società italiana di educazione geologica e ambientale).

"Allo stato attuale è necessario - dice Petruzzelli - mettere in luce queste orme, coperte dal terriccio, per una precisa determinazione delle specie che hanno calpestato Lama Balice. Dagli elementi finora raccolti possiamo supporre che qui, circa cento milioni di anni fa, siano passati grandi dinosauri dal collo allungato, i Sauropodi, ma anche quadrupedi corazzati (Anchilosauri) e carnivori di medie dimensioni (Teropodi)". La circostanza, poi, che il giacimento, esteso su una superficie stimata sui 3.500 metri quadrati, sia a un soffio dalla città sottolinea da sé la portata della scoperta. "L'auspicio è che stavolta almeno - suggerisce Rafael La Perna - si riesca in tempi non eccessivamente lunghi a valorizzare questo sito, a differenza di quanto è accaduto nella cava di Altamura".

Sono 28, del resto, fino ad oggi in Puglia i ritrovamenti di orme di dinosauri, localizzati nelle aree di 14 diverse città e, adesso, per la prima volta a Bari. Anche se, in realtà, insiste La Perna "alcune impronte appartenenti a dinosauri sono state ritrovati in una serie di blocchi di calcare impiegati come frangiflutti sia a Marisabella che nei porticcioli di Torre a Mare e Santo Spirito. Fatto sta che, tuttavia, nessun sito è mai stato fino ad oggi musealizzato. Questa scoperta a Lama Balice aggiunge un altro tassello alla documentazione paleontologica meridionale, permettendoci di immaginare milioni di anni fa una Puglia unita all'Africa. Sono proprio le orme dei dinosauri a suggerirci una connessione con il continente africano".

Dal punto di vista, invece, di Ferdinando Atlante del Movimento naturalistico pro Lama Balice la scoperta della cava dei dinosauri "può rappresentare l'occasione giusta perché gli enti locali si facciano carico, una volta per tutte, del futuro di questo parco regionale che, di fatto, esiste solo sulla carta. A dispetto della legge regionale istitutiva n. 15 del 2007 il parco non ha un organo di gestione né un regolamento e un piano territoriale".

Secondo Petruzzelli, in effetti, ancora sotto il profilo geologico e storico "c'è ancora molto da scoprire all'interno di Lama Balice. Basti pensare che quest'estate è stato rinvenuto un nuovo ipogeo e una grotta naturale, quest'ultima all'interno della stessa cava Selp, utilizzata come rifugio dal pipistrello Ferro di cavallo maggiore, una specie protetta di interesse comunitario".