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6 Ottobre 2013 MISTERO
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I Nephilim nella mitologia: erano Giganti, Figli di Dio o qualcosa di completamente diverso?
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Tradizionalmente, il termine 'nephilim' viene tradotto con 'giganti'. Ma la traduzione del termine non fornisce in alcun modo una descrizione completa di questi esseri. Alcuni dizionari descrivono i Nephilim come giganti dotati di una forza sovraumana.

Chi erano i Nephilim, i misteriosi esseri citati nella Bibbia? Fino ad oggi, la maggior parte degli studiosi ha prestato poca attenzione a queste curiose creature di cui parla il testo sacro, semplicemente perchè la loro esistenza è archiviata nel novero della leggenda.

Ma siamo proprio sicuri che sia così? Forse, la Bibbia riporta l'antica testimonianza di esseri sovra-umani che un tempo abitavano il nostro pianeta? Di recente, ci sono stati alcuni tentativi di conciliare la mitologia con la scienza teorizzando che alla radice di questi antichi racconti possano esserci elementi di verità riportato nella forma di "leggenda".

In questo contesto, i Nephilim sono stati associati a volte con gli "antichi umani", ossia i possibili sopravvissuti di Atlantide che avrebbero contribuito alla ricostruzione del mondo post-diluviano, altre volte sono stati associati a quelli che vengono definiti "antichi astronauti", cioè un gruppo di alieni che in passato avrebbe visitato il nostro pianeta, venendo riconosciuti come divinità.

Ma chi erano veramente i Nephilim? Un indizio sulla loro identità potrebbe essere svelato dall'analisi del loro appellativo: "nephilim".

Tradizionalmente, il termine 'nephilim' viene tradotto con 'giganti'. Anche la traduzione ufficiale della Chiesa Cattolica opta per questa scelta. Ma la traduzione del termine non fornisce in alcun modo una descrizione completa di questi esseri. Alcuni dizionari descrivono i Nephilim come giganti dotati di una forza sovraumana.

I Nephilim compaiono nell'Antico Testamento ben due volte. La prima volta nel libro della Genesi, la sezione della Bibbia che descrive i tempi remoti delle origini e poi, nella parte più vasta, il racconto dalla storia dei patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe. Il titolo "Genesi" significa "Origine" o "Generazione".

In ebraico il libro è indicato con l'espressione iniziale Bereshìt, "In principio". Nella parte prima, il libro affronta i grandi enigmi dell'esistenza: origini dell'universo e dell'uomo, quale sia il giusto rapporto dell'uomo con Dio, il problema del bene e del male, del dolore, della morte, la crescita dell'umanità e il suo differenziarsi nello scorrere del tempo. Il versetto che a noi interessa si trova al capitolo 6, versetti 1, 3 e 4:

"Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i Figli degli Dèi (benei ha-elohim) videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. [...].

C'erano sulla terra i giganti (nephilim) a quei tempi - e anche dopo -, quando i Figli degli Dèi si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi".

Osservando il passo, notiamo che, oltre agli uomini e alle loro figlie, vengono menzionati tre tipologie di individui: i Figli degli Dèi, i Nephilim e gli "eroi dell'antichità". Cerchiamo di capire chi sono.

I Figli degli Dèi

Innanzitutto compaiono questi misteriosi Benei ha-elohim, letteralmente "figli degli dèi". Chi sono costoro? Secondo quanto riporta la Bibbia, in un tempo remoto, esisteva una "progenie divina" che coabitava la Terra con gli uomini primordiali.

I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l'origine di questi misteriosi personaggi, accolsero l'idea presente chiaramente nel Libro di Enoch che i Benei ha-elohim fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi.

Attenzione, però, si tratta di figli, quindi di una seconda generazione di dèi, la prole di entità che presumibilmente già abitavano sul nostro pianeta. Dunque, chi sono gli "elohim"?

Elohim, tradotto con "Dio" nelle moderne edizioni della Bibbia, è in realtà un sostantivo plurale: è il plurale di Eloah, in ebraico, infatti, il suffisso -im è utilizzato per rendere il plurale di un sostantivo.

Troviamo subito questo termine plurale nella frase iniziale della Genesi "Bereshit barà Elohim et hashamayim ve'et ha'arets", che in italiano viene tradotta "In principio Dio creò il Cielo e la Terra".

A quanto pare, secondo la Bibbia la creazione del mondo non è opera di un'unica entità che la cultura monoteista identifica come Dio, ma è frutto di un'azione congiunta di diverse entità. La stessa collaborazione è confermata nel momento in cui si decide di creare l'uomo. In questo caso, la traduzione dall'originale conserva il plurale quando il "simposio creativo" esclama: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza".

Presa alla lettera, la Bibbia rivela la notizia che l'uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di un gruppo di entità considerate divine chiamate "elohim". Ma chi sono costoro?

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