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24 Settembre 2013 ARCHEOLOGIA
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TARQUINIA IL RISVEGLIO DEL PRINCIPE ETRUSCO
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Ancora sulla scoperta della tomba di un giovane principe etrusco con un ricchissimo corredo funebre.

Stavolta l'emozione della scoperta ha travolto anche gli archeologi. Commossi davanti allo scheletro del principe-guerriero. Sparsi su quei miseri resti c'erano lamine d'oro, fibule che una volta chiudevano il suo mantello. Non si sa chi fosse quell'uomo, probabilmente morto ancora ragazzo 2.700 anni fa e sepolto a pochi passi dal Tumulo della Regina, uno dei più straordinari ipogei della Doganaccia a Tarquinia.

Il sepolcro, ancora intatto, è una scoperta eccezionale. Ci hanno lavorato per anni i ricercatori dell'Università di Torino e della Sovrintendenza per i Beni archeologici dell'Etruria meridionale diretti da Alessandro Mandolesi, docente di Etruscologia e antichità italiche e dalla sovrintendente Alfonsina Russo. Accanto al defunto i resti di un banchetto, l'ultimo, prima che la pietra tombale si chiudesse per quasi un'eternità.

Ma nell'ipogeo di tufo sono state trovate altre meraviglie. Un giavellotto e una lancia, gioielli d'oro, bacili di rame votivi, un aryballos, un unguentario, ancora affisso alla parete. "Abbiamo recuperato anche una grattugia in bronzo - spiega il professor Mandolesi - che serviva a bere il vino all'eroica, come usava a quei tempi, ovvero grattando nella bevanda farine e formaggio caprino".

(Foto Ansa)

La tomba inviolata rinvenuta a Tarquinia è considerata dagli esperti una scoperta eccezionale. Appartiene al VI-VII secoli a.C., nel periodo di Tarquinio Prisco, il quinto re di Roma, etrusco di origine greca. Gli studiosi non escludono che lo stesso Tarquinio possa essere sepolto alla Doganaccia. Si hanno infatti testimonianze leggendarie di una sepoltura di un certo Demarato di Corinto, ricco mercante greco. Si trasferì a Tarquinia intorno alla metà del VII secolo avanti Cristo, Demarato, e sposò una nobildonna locale, la più bella della città. Nacque un figlio, lo chiamarono Tarquinio Prisco.

La vera eccezionalità del ritrovamento, che ancora deve essere analizzato nei minimi particolari e potrebbe rivelare nuove sorprese, è la "verginità" della tomba.

"L'ultimo sepolcro non violato dai tombaroli è stata trovato più di trent'anni fa ma era crollato - spiegano Alessandro Mandolesi e Alfonsina Russo -. Questa è assolutamente intatta e potrebbe riservare altre sorprese".

Le pareti sono affrescate semplicemente, ma con un gusto insolito per l'epoca. I lavori di scavo, che sono stati finanziati da imprenditori privati, proseguiranno per diverso tempo perché il Tumulo del Principe potrebbe riservare grandi sorprese. Ne è convinto Lorenzo Benini, fiorentino, patron di Kostelia Group, e anche archeologo: tanto da trascorrere le sue vacanze insieme alla moglie a cercare tesori delle civiltà sepolte.

Un paio di anni fa gli studiosi hanno rinvenuto frammenti della Sfinge, una statua di due metri collocata sul punto più alto del tumulo, ultimo guardiano per i vivi e per i morti. E poco dopo un carro e una piccola agorà.