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17 Settembre 2002 ARCHEOLOGIA
The Guardian
Sommozzatori sorpresi da un porto dell´Età del Ferro
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Gli archeologi che esploravano le profondità delle acque sotto i traghetti e gli yacht nel porto di Poole, hanno individuato inconfutabili evidenze del più antico porto inglese, costruito secoli prima dell´invasione romana.

Grossi pilastri di legno scavati da spessi strati di fango sul letto del mare, sono stati radio-datati al carbonio al 250 a.C., per dimostrarsi le più antiche strutture portuali per diversi secoli ovunque lungo la costa inglese.

Esse suggeriscono si tratti di un complesso commerciale dell´Età del Ferro, con massicce pietre e sostegni di legno fissati in profondità in un canale marino, per offrire ormeggio alle più grandi navi oceaniche – tanto da profilare la possibilità che commercianti greci e romani compissero il loro viaggio dal Mediterraneo alla costa del Dorset.

La scala di costruzione del lavoro è stupefacente, ed implica un´ampia, abile, e ben organizzata forza lavoro. Sono stati individuati due moli, uno della lunghezza ancora visibile di 45 metri, ma probabilmente in origine della stessa lunghezza dell´altro molo, di 80. La superficie larga 8 metri, era accuratamente pavimentata con pietre sagomate e lisce. I moli erano eretti sopra una stima di 10.000 tonnellate di roccia e detriti, rinforzati da centinaia di tronchi di quercia, sagomati ad un´estremità per poter essere infissi nel letto del mare.

I pescatori, navigatori e sommozzatori dilettanti locali sono stati coinvolti nella ricerca, ed il gruppo di archeologi ha pregato i navigatori cui sia capitato di incagliarsi o arenarsi su un ostacolo sconosciuto alle carte nautiche, di mettersi in contatto con loro e segnalare l´esatta locazione.

Si credeva che le prime strutture portuali nel golfo di Poole fossero romane.

La possibilità, emozionante per gli archeologi, è che qualcuna delle antiche navi potrebbe ancora esistere, adagiata su un profondo strato di fango e ben preservata come i tronchi di sostegno del molo. "Non chiedo molto, solo una bella nave da diporto greco-romana, completa del suo carico" ironizza il prof. Darvill.

Da un´attenta analisi della scoperta, si è determinato che gli invasori romani non trovarono il porto, ma giunsero comunque in un luogo che conoscevano bene per generazioni di commerci. I mercanti esportavano probabilmente le ceramiche locali, opere di metallo e gioielleria per le quali l´area era rinomata, ed importavano beni di lusso come ambra, fine ceramica, e giare di argilla piene di prodotti costosi come vino ed olio.