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30 Ottobre 2003 ARCHEOLOGIA
National Geographic News
L´Antico « Uomo dei Ghiacci » Alpino, fu Ucciso in Battaglia?
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Nel 1991, due scalatori tedeschi sulle Alpi dell´Italia settentrionale scoprirono i resti di un uomo vissuto 5200 anni or sono - nell´Età del Rame - congelati in un ghiacciaio. Il cadavere, straordinariamente ben preservato, ribattezzato "Oetzi, l´Uomo dei Ghiacci" è stato trovato con un corredo di attrezzi, frecce ed un coltello.

Da allora, gli scienziati si sono domandati di cosa possa essere morto il 46enne progenitore, offrendo differenti ipotesi, dall´ipotermia al sacrificio rituale.

Ora, un gruppo di ricercatori, aggiunge una nuova teoria, suggerendo che l´Uomo dei Ghiacci morì in battaglia.

Thomas Loy, archeologo presso l´Università del Queensland di Brisbane, Australia, ha condotto il team che ha studiato i campioni di DNA raccolti dalle armi, dagli strumenti e dagli indumenti di Oetzi. Loy ed i suoi colleghi hanno scoperto che i campioni contenevano sangue appartenente a quattro individui differenti.

Sangue su una freccia trovata insieme all´Uomo dei ghiacci proveniva da due individui. Sangue su un coltello portato dall´Uomo dei Ghiacci proveniva da un terzo individuo. Loy ha anche scoperto sangue di un quarto individuo sul lato destro del cappotto di pelle di capra di Oetzi. Loy sostiene che questi elementi suggeriscano che Oetzi possa aver avuto un compagno ferito, che cercò di sostenere o di portare in spalla per una certa distanza.

Usando le informazioni raccolte dalle analisi del DNA, insieme con i dati raccolti dagli anatomopatologi sulle ferite trovate sul corpo di Oetzi, i ricercatori hanno ricostruito i momenti finali della sua vita.

Loy ritiene che l´Uomo dei Ghiacci morì in una disputa per i confini contro parecchi individui e che ricevette la sua prima ferita circa 48 ore prima della morte.

Secondo Loy, l´Uomo dei Ghiacci colpì due differenti persone con le sue frecce, ogni volta riuscendo a recuperare la freccia dalla sua vittima. Il successo di Oetzi, comunque, fu di breve durata. Mancò il suo ultimo obbiettivo, rovinando l´asta della freccia.

"Stava tentando, prima di morire, di separare la punta della freccia dall´asta rotta, per ricavare una freccia ancora utilizzabile" ha scritto Loy via e-mail.

L´Uomo dei Ghiacci morì prima di riuscire ad aggiustare l´arma. Fu colpito alle spalle con una freccia e fu anche ferito gravemente ad una mano. La ricostruzione di Loy suggerisce che l´Uomo dei Ghiacci ammassò il suo equipaggiamento con grande attenzione su una sporgenza vicina, quindi si accasciò contro una roccia, e morì.

Scenario improbabile?

Altri scienziati permangono nel loro scetticismo circa questa nuova teoria. John Reinhard, un esploratore-in-residenza per la National Geographic Society ed esperto di mummie e sacrifici rituali, ritiene che la teoria di Loy debba avere "troppe coincidenze" ha dichiarato.

"Trovo lo scenario improbabile" ha dichiarato Reinhard. Egli sostiene che una morte rituale come un sacrificio umano "possa meglio spiegare i fatti conosciuti".

Reinhard cita la quantità, qualità e posizione degli artefatti che l´Uomo dei Ghiacci aveva con sé come prova che non potrebbe essere stato in fuga da una battaglia. L´Uomo dei Ghiacci è stato trovato con indumenti ben fatti di cuoio, un´ascia di rame dalla raffinata manifattura, frecce, ed un coltello, tra le altre cose.

Inoltre, le scarpe piene d´erba di Oetzi percorsero un cammino nella neve, secondo Reinhard, che dice di essere scettico anche circa la collocazione del corpo – l´Uomo dei Ghiacci è stato trovato sul punto più alto di un passo.

Reinhard ritiene che l´idea di un combattimento potrebbe anche essere plausibile, ma solo nel contesto di un rituale. "Sappiamo che le vittime in questi casi, venivano attirate in un certo luogo, e uccise. Per esempio, i Celti realizzavano sacrifici umani colpendo le vittime alle spalle" ha dichiarato.

A dispetto del suo scetticismo, Reinhard sostiene che le nuove teorie siano importanti per studiare l´Uomo dei Ghiacci.

Ma, come ha dichiarato James Dickson, esperto di archeologia botanica e paleoarcheologia all´università di Glasgow, Scozia: "La nostra conoscenza degli eventi immediatamente precedenti la morte [di Oetzi] è scarsa."

Loy riconosce la necessità che le ricerche proseguano. "C´è molto altro da ricostruire qui... più cose da scoprire circa la sua vita e la sua morte" ha scritto.