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13 Agosto 2012 ARCHEOLOGIA
dI LAURA LARCAN Repubblica.it
Il fascino della Sfinge-guardiana Vulci svela il suo capolavoro
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tempo di lettura previsto 3 min. circa

Al Museo del parco archeologico, per la prima volta in mostra i reperti appena scoperti nella Necropoli dell'Osteria, tra le più importanti dell'Etruria. Tra statue in pietra che riproducono mostri mitologici e corredi funerari.

Testa di donna, corpo di leone, coda di serpente e ali d'aquila, la Sfinge di Vulci sfoggia tutta la sua raffinata e imperturbabile bellezza del VI secolo a. C., ritta sulle zampe, nella sua mole scolpita in nenfro, a evocare il suo ruolo di "guardiana" della pace dei morti contro tutti i malintenzionati a turbarne la quiete. E' lei la star assoluta della mostra aperta fino al 31 ottobre al Museo Archeologico Nazionale di Vulci, sotto la cura della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale, in sinergia con i Comuni di Montalto di Castro e Canino.

La straordinaria statua funeraria guida i ritrovamenti effettuati dagli archeologi della società Mastarna durante la recente campagna di scavo iniziata nel novembre del 2011, grazie anche ad un finanziamento della Regione Lazio, e appena conclusasi, nella necropoli dell'Osteria di Vulci, uno dei più importanti centri dell'Etruria. Già nota dall'800, la necropoli ha già svelato alcune delle più importanti testimonianze funerarie di Vulci a partire dalla metà dell'VIII secolo a. C., come come la "Tomba del Sole e della Luna", la "Panatenaica" e quella dei "Soffitti Intagliati".

La mostra racconta, ora, le scoperte frutto delle ultime preziose indagini che hanno consentito di riportare alla luce la cosiddetta "Tomba della Sfinge", monumentale ipogeo funerario risalente al VI secolo a. C. dalla complessità architettonica. Qui spicca un lungo e monumentale "dromos", un corridoio di 28 metri che conduce al vestibolo ed alle camere funerarie, databili in un arco di tempo compreso tra la metà del VI e l'inizio del V sec. a. C. legate ad uno stesso gruppo familiare aristocratico di notevole importanza sociale che qui seppelliva i suoi membri. E qui è riemersa la magnifica Sfinge, probabilmente collocata all'ingresso della sepoltura con lo scopo di proteggere i defunti e accompagnarli nell'Aldilà.

Con essa anche una seconda testa di Sfinge, databile al VI secolo a. C. sempre in nenfro, a ribadire come l'impiego della statuaria in nenfro o in altre pietre di origine vulcanica nell'apparato decorativo delle necropoli di Vulci a partire dal 600 a. C. non ha equivalenti in altre zone dell'Etruria. "In seguito ad un'attenta opera di pulitura delle superfici, sono state evidenziate tracce di pigmento di colore ocra rossa, ad occhio nudo non sempre percettibili ed in contrasto con il colore grigio della ruvida pietra vulcanica in cui è stata scolpita l'immagine - racconta l'archeologo della società Mastarna Carlo Casi - Le tracce di pigmento sono riconoscibili in corrispondenza del collo, sotto il mento e accanto all'occhio destro. La prosecuzione dello studio consentirà di stabilire la relazione con la pratica, assai frequente nel mondo antico, di ricoprire le superfici delle sculture e degli apparati decorativi architettonici con colori a forti tinte, oggi in gran parte scomparsi".

In mostra sfilano anche tutti i corredi funerari rinvenuti all'interno e in prossimità della "Tomba della Sfinge", che testimoniano i vari rituali funebri utilizzato per alcuni dei defunti sepolti, con ricchi materiali di produzione greca, tra cui un'anfora utilizzata come urna per la raccolta delle ceneri del defunto. La mostra arricchisce il percorso espositivo permanente dei materiali archeologici provenienti dalla città e dalle circostanti necropoli a testimoniare la cultura artistica complessa e raffinata che si è sviluppata a Vulci tra l'VIII e il VI secolo a. C., quando la città etrusca maturò una fitta rete di rapporti commerciali con le diverse popolazioni del Mediterraneo.

Notizie utili - "La Sfinge", dal 3 agosto al 31 ottobre 2012, Museo Archeologico Nazionale di Vulci, Vulci, Castello della Badia, Canino (Vt)

Orari: 8, 30-19, 30 (da martedì a domenica); chiuso lunedì.

Informazioni: 0761 437787, www.etruriameridionale.beniculturali.it 2

Parco Naturalistico Archeologico di Vulci:

Orari: 10-18 (tutti i giorni fino al 30 settembre); 9-17 tutti i giorni tranne martedì sola apertura pomeridiana (dal 1 ottobre)

Informazioni: 0766.89298