Craig Venter, questo nome non vi dirà molto. Eppure è il profetico scienziato che studia la vita del futuro, quella artificiale. All'EuroScience Open Forum di Dublino (11-15 luglio), lo scienziato e imprenditore americano ha tenuto un discorso sul futuro della ricerca in biologia. E ha confermato quello che tutti sapevamo: Il muro che separa il mondo biologico e quello digitale sta crollando e siamo a un passo dalla creazione di una vita artificiale autonoma. Già oggi siamo in grado di convertire le molecole del codice genetico in una serie ordinata di bit. Ma, sottolinea Venter, è possibile anche fare il contrario: progettare in laboratorio cellule che non esistono in natura, proprio come farebbe un architetto o un ingegnere, per poi farle diventare reali. Al J. Craig Venter Insitut ci stanno già lavorando in attesa di stupire il mondo.
La figura di Venter è una combinazione astuta tra il ricercatore e l'imprenditore.
Dopo aver fondato il TIGR (The Institute for Genomic Research) nel 1992, presso il quale Venter sequenziò interamente il genoma del batterio Haemophilus influenzae, nel 1998 fondò e divenne presidente di Celera Genomics, che avviò in parallelo al Progetto genoma umano un lavoro di sequenziamento del genoma di Homo sapiens per fini esclusivamente commerciali. Lo scopo della società, infatti, era la creazione di una banca dati genomica utilizzabile solo in seguito al pagamento di una determinata tariffa. Tale approccio rese Venter molto impopolare nella comunità scientifica, ed ebbe l'effetto di dare ulteriore vigore a numerosi gruppi che stavano partecipando al Progetto coordinato da Francis Collins, dei NIH. Per portare a termine il sequenziamento, i laboratori della Celera Genomics misero a punto nel 1999 la tecnica dello shotgun sequencing, che permise a Venter di annunciare il completamento del lavoro in concomitanza con il similare annuncio di Collins, nel 2000, in presenza del Presidente degli Stati Uniti d'America Bill Clinton.
L'annuncio della prima cellula artificiale che si riproduceva
"Abbiamo progettato, sintetizzato e assemblato" cellule capaci di autoreplicarsi": così annunciava su Science nel Maggio 2010 Venter, illustrando la costruzione della prima cellula batterica artificiale.
"Pensiamo che sia davvero un risultato importante, sia dal punto di vista scientifico sia da quello filosofico. Di sicuro ha cambiato il punto di vista sulla definizione della vita", disse lo scienziato che puntava già allora ad una forma vivente interamente costruita in laboratorio e programmata per una funzione precisa. "La cellula artificiale è uno strumento davvero potente per progettare tutto quello che vogliamo far fare alla biologia. Abbiamo in mente un grandissimo numero di possibili applicazioni".
La prima cellula sintetica, venne chiamata Mycoplasma mycoides JCVI-syn1.0, e da allora il vulcanico ricercatore non si è più fermato.
A Dublino Venter è stato invitato a tenere una conferenza al Trinity College. Luogo e titolo, Che cos'è la vita?, sono gli stessi di uno storico intervento che il fisico Erwin Schrödinger tenne nel 1943, anticipando di un decennio la scoperta della forma del DNA di Francis Crick e James Watson.
E Venter non si è lasciato scappare l'occasione per dichiarare "La vita artificiale non e' mai stata cosi' prossima alla realtà: il mondo potrebbe presto assistere alla nascita dei primi esempi di vita artificiale, organismi unici al suo genere costruiti in laboratorio".
"Gia' due anni fa abbiamo creato una forma di vita modellata su un'altra cellula vivente. Si trattava della prova che un'impresa simile e' fattibile. Da allora, abbiamo compiuto numerosi progressi" ha continuato Venter. "Il mio team dell'University of California ha infatti realizzato 3 organismi differenti, aggiungendo blocco di DNA essenziali a sostenere la vita. Non sappiamo quale sara' il risultato di questo apporto genetico e per questo creeremo molti piu' organismi per vedere cosa succede. Non so dire esattamente quando potremo avere la prima forma di vita artificiale, ma sara' presto. Forse anche durante quest'anno", ha concluso.
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