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23 Febbraio 2008 ARCHEOLOGIA
Daily Mail & Guardian
Ma allora a chi appartiene il sarcofago?
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Il sarcofago restituito all´Egitto dalla Germania lo scorso mese, con grande clamore, apparteneva realmente al faraone che rivoluzionò la religione, Akhenaten?

Alcuni archeologi rispondono in senso negativo.

"Sono stati condotti molti studi sull´intero sarcofago, sia nella parte superiore che in quella inferiore, e non esistono prove sicure che confermino appartenesse ad Akhenaten" riferisce il professore archeologo Ahmed al-Sawi.

"I tedeschi, dal canto loro, hanno detto che i gioielli restituiti con il sarcofago non appartenevano ad Akhenaten" aggiunge Sawi, che è anche preside della facoltà di Arti alla Sohag University nel sud dell´Egitto.

Il 25 di gennaio, la parte inferiore del sarcofago è arrivata in volo dalla Germania accompagnata da una delegazione inglese, guidata dal capo del Consiglio Superiore di Antichità Egiziano, Gaballah Ali Gaballah.

Adesso si trova unito alla metà superiore del sarcofago nel Museo del Cairo.

"E´ certo che il sarcofago appartenga ad Akhenaten, poiché tracce del suo nome sono state trovate sul sarcofago con l´aiuto di sofisticati strumenti in Germania", Gaballah ha riferito alla presenza del Ministro della Cultura Faruq Hosni.

Ma Sawi solleva la questione.

"Le iscrizioni sul sarcofago indicano che esso appartiene ad uno dei parenti di Akhenaten, che potrebbe essere Merit Aten, una delle sue figlie" ha riferito.

"E altri studi hanno concluso che il corpo trovato nel sarcofago non era quello di una donna" aggiunge Sawi. "In questo caso, potrebbe essersi trattato del sarcofago di Smenkhkare, il fratello maggiore di Akhenaten".

Gli archeologi hanno trovato all´interno del sarcofago una mummia in cattivo stato, che era creduta quella di un uomo, ma la cui identità è sconosciuta.

Gli esperti ritengono inoltre, che un sarcofago di pietra appartenente ad Akhenaten sia già stato scoperto nella capitale di Akhenaten, a Tell el-Amarna a sud del Cairo.

"Il sarcofago restituito dalla Germania era stato fatto per una donna, ma è stato modificato dopo l´improvvisa morte di Smenkhkare per accogliere un uomo" riferisce Sawi, che torna alla tesi che esso appartenga al fratello di Akhenaten.

Per complicare ulteriormente la questione, Abdel Halim Nur el-Din, professore di archeologia all´Università del Cairo e predecessore di Gaballah, sostiene che "non esistano prove storiche che dimostrino che Smenkhkare sia realmente esistito."

Questo nome potrebbe essere stato quello di un qualsiasi re o regina. Potrebbe riferirsi a Merit Aten o a Kia, una delle mogli di Akhenaten" ha riferito.

Un´altra più celebrata moglie di Akhenaten era Nefertiti.

"In ogni caso, il sarcofago non appartiene ad Akhenaten" riporta seccamente.

Akhenaten, un faraone della XVIII dinastia che governò l´Egitto per 17 anni verso la fine del XIII secolo a.C., stabilì la religione monoteistica. Originariamente nominato Amenophis IV, impose una frattura con l´antica religione politeistica, incentrata sul culto solare di Amon, e prese il nome di Akhenaten per rendere omaggio all´essere supremo chiamato Aten, che egli rappresentava con un disco solare i cui raggi terminavano nelle mani racchiuse.

La parte inferiore del sarcofago, che è tornata dalla Germania, è stata scoperta nel 1907 nella Valle dei Re, quindi trafugata e data per persa nel 1931. La parte superiore del sarcofago era stata prestata all´Egitto per una mostra al Museo di Arte Egiziana di Monaco.

Fu nel 1981 che il prestigioso sarcofago ricomparve, quando fu identificato in una collezione privata svizzera dal direttore del museo di Arte Egizia di Monaco. Il collezionista svizzero aveva ottenuto l´antico tesoro tramite l´Italia. Decise quindi di concederlo al Museo di Monaco affinché procedesse al restauro.

Il premier del governo regionale della Bavaria, Edmund Stoiber, ha acconsentito, nel Maggio 2001 di restituirlo all´Egitto, a condizione di poter avere in prestito la parte superiore del sarcofago.

L´esposizione dell´antico artefatto a Monaco, precedente alla restituzione, ha attratto qualcosa come 50 000 visitatori.