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30 Aprile 2004 ARCHEOLOGIA
StarBulletin.com
NUOVE SCOPERTE SULLA FRECCIA DI CAPITAN COOK
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SYDNEY – I test del DNA hanno confutato la teoria secondo la quale la freccia custodita da un museo australiano fosse stata ricavata da un osso dell´esploratore inglese Capitano James Cook, dimostrando che si tratta di materiale probabilmente non umano.

Si ritiene ora che il materiale simile ad osso, che misura 6 pollici di lunghezza ed è attaccato ad una punta di freccia metallica, potrebbe appartenere ad un mammifero marino.

La responsabile delle collezioni del Museo Pacifico, Jude Philp, sostiene che le origini del reperto saranno ancora a lungo avvolte dal mistero. "La gente troverà sempre nuove sfide e nuove teorie e nuovi intrighi su cui riflettere" ha dichiarato.

Cook fu ucciso alle Hawaii, insieme a quattro dei suoi marinai, il 14 febbraio del 1779, nel corso di una disputa con gli abitanti del luogo. I suoi resti furono resi all´equipaggio a bordo della nave Resolution tre giorni più tardi e furono quindi affidati al mare. Ma alcuni ritengono che il suo corpo possa essere piuttosto stato preso dagli hawaiani, e portato altrove.

La questione sulla freccia d´osso iniziò nel 1824, quando fu consegnata ad un medico a Londra.

Il Museo Australiano acquistò la freccia come parte di una collezione sui reperti di Cook nel 1894, insieme a due "dichiarazioni autentiche" che si trattasse proprio dell´osso di Cook.

La Philp ha dichiarato che la freccia è stata identificata come proveniente dalla costa nord-occidentale dell´America, che Cook visitò nel corso del suo terzo ed ultimo viaggio d´esplorazione.

Cook potrebbe avere così trovato la freccia in America ed averla portata fino alle Hawaii.

L´Università australiana del Queensland ha in programma ulteriori test per determinare l´esatta natura del materiale e porre la parola fine alle dispute e alle ipotesi.

TAG: DNA, Mistero, Musei