sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
14 Agosto 2011 ARCHEOLOGIA
Felice Cavallaro Corriere della Sera
Pantelleria in guerra per il tesoro punico
FOTOGALLERY
tempo di lettura previsto 3 min. circa

Quasi 3500 monete cartaginesi pescate a una a una nei fondali dell'isola.

Ad ogni tuffo pescano una moneta di bronzo. Ad ogni immersione guadagnano un piccolo bottino. E adesso hanno messo in fila quasi 3.500 monete puniche. Un tesoro sommerso nei fondali di Pantelleria, ad appena venti metri sotto il pelo delle acque di Cala Tramontana. E' la sorpresa di questa estate decisamente ricca per sub, ricercatori e volontari di alcuni gruppi come Mediterranea Engineering, Ares, Cala Levante Diving, tutti riuniti nel consorzio "Pantelleria Ricerche". Fieri, come i vertici della Soprintendenza del Mare, di mostrare i reperti di oltre 2.200 anni fa, presentati e analizzati sabato 13 agosto al Castello dell'isola con un convegno sui tesori archeologici di questa perla del Mediterraneo.

Mentre scatta il dibattito, con le ipotesi interpretative sul naufragio o sull'abbattimento di un natante cartaginese, probabilmente al centro degli scontri bellici legati alle conquiste romane nell'isola fra il 254 e il 217 avanti Cristo, la notizia del ritrovamento fa scattare l'entusiasmo della Regione siciliana e dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, pronto ad acquisire le monete al patrimonio dell'amministrazione.

TESORI IN MOSTRA - Non basterà certo il bottino punico dei sub per bilanciare il vuoto di casse regionali finora private dei Fondi Fas e gravate da una antica malamministrazione, ma l'incameramento del tesoretto resta "un giorno importante per la Sicilia", come dice Armao: "Sarà, poi, l'assessorato dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, al quale le monete saranno presto consegnate per la gestione, a provvedere all'assegnazione espositiva che si auspica possa essere la stessa Pantelleria". È questo l'obiettivo di chi organizza il convegno. Lasciare nell'isola i tesori di Pantelleria. E metterli qui in mostra con lo scopo di insistere sulla valorizzazione di quanto il mare offre in questi straordinari fondali. Il tutto anche con la speranza di bloccare il piano di trivellazioni petrolifere che minaccia l'orizzonte dell'isola a causa del possibile incremento delle piattaforme offshore. Una battaglia che vede unito il fronte di tutti i vip in vacanza nell'isola.

BALUARDO CARTAGINESE - Come spiega il ricercatore Francesco Spaggiari indicando i reperti, è "identica l'iconografia di tutte le monete ritrovate, molto diffuse, coniate tra il 264 e il 241 avanti Cristo, anni in cui i romani completavano la conquista della Sicilia, con Pantelleria come ultimo baluardo cartaginese". Per il coordinatore scientifico del progetto, Leonardo Abelli, la presenza di tante monete uguali può far escludere l'ipotesi di un pagamento frutto di un commercio, "perché i tagli delle monete sarebbero stati differenti". Al contrario, rilancia la tesi di uno scontro con la nave cartaginese forse appena salpata dalla stessa Pantelleria "con un carico di monete destinato a finanziare la missione antiromana presso i partiti punici della Sicilia". Su un lato, la dea Tanit con la testa adagiata verso sinistra, l'acconciatura sostenuta da una corona di grano. Sull'altro, un profilo equino rivolto verso destra, affiancato da simboli come un bastone e una stella.

ITINERARI ARCHEOLOGICI - Soddisfatto il direttore delle operazioni, Giovanni Di Fisco: "È stata una sorpresa. Da giugno lavoriamo alla creazione di itinerari archeologici subacquei nella cala, a una profondità compresa tra i 15 e i 22 metri. Sapevamo della presenza di reperti, soprattutto di anfore, ma non immaginavamo di trovare un tesoro. All'inizio erano solo seicento monete, poi giorno dopo giorno sono diventate più di tremila". Euforici, a Pantelleria tanti parlano di uno dei maggiori ritrovamenti subacquei destinati ad offrire materiale d'analisi agli studiosi per incastonare questi reperti nello scenario storico e politico legato ad altri reperti già rinvenuti negli stessi fondali. Anfore, ancore, ceramiche di provenienza africana, emblematici resti di un ricco giacimento archeologico nei fondali Cala Tramontana. Proprio quel che vuole mostrare Pantelleria con il suo orizzonte libero.