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27 Maggio 2011 MISTERO
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HITLER VOLEVA INSEGNARE AI CANI A PARLARE PER USARLI IN GUERRA
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Secondo il professor Jan Bondeson, docente all'Università di Cardiff, i nazisti volevano insegnare ai cani a parlare per usarli in guerra.

Cani parlanti come armi da guerra. Sembra la trama di un film, ma a quanto pare è vero: i nazisti avevano pensato anche a questo. Lo sostiene Jan Bondeson, docente all'Università di Cardiff, nel suo libro Amazing Dogs: A Cabinet Of Canine Curiosities ("Cani straordinari: il gabinetto delle curiosità canine"). Secondo le ricerche del professore, i nazisti speravano che i cani, da loro considerati di un'intelligenza simile a quella degli esseri umani, potessero comunicare con le SS e partecipare attivamente alle operazioni di guerra.

Che Adolf Hitler stesso amasse i cani è risaputo: uccise Blondi, il suo pastore tedesco preferito, prima di suicidarsi nel suo bunker nel 1945. Ma, a quanto pare, aprì anche a una scuola che insegnasse ai migliori amici dell'uomo a comunicare. La Tiersprechschule Asra ("Scuola di lingue per animali") aprì i battenti negli anni Trenta a Leutenburg, vicino a Hannover, e rimase aperta durante la guerra.

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La scuola registrò alcuni successi nell'educazione degli animali, con cani in grado di "parlare" battendo la zampa su cartelloni e intrattenendo vere e proprie conversazioni. Altri, a quanto dicono i registri, erano persino in grado di imitare la voce umana. Pare addirittura che uno di loro, alla domanda su chi fosse Hitler, abbia ululato: "Mein Führer!".

Il campione della scuola era Rolf, un terrier che comunicava battendo la zampa su una tavola: a un certo numero di colpi corrispondeva una lettera dell'alfabeto. La leggenda su di lui crebbe a tal punto che si riteneva avesse espressamente chiesto di unirsi all'esercito tedesco perché odiava i francesi, o che avesse chiesto a una signora se fosse in grado di scodinzolare. Un altro famoso cane della Tiersprechschule era il bassotto Kurwenal, che il giorno del suo compleanno ricevette persino la visita di 28 giovani in uniforme della lega per la protezione degli animali. Latrava un numero diverso di volte a secondo della lettera dell'alfabeto che voleva usare.

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"È materiale straordinario", ha commentato il professor Bondeson. "Nella Germania degli anni venti, circolavano parecchi "psicologi degli animali", che credevano che i cani fossero capaci di pensieri astratti e di comunicare con gli umani. Quando il Nazismo salì al potere, fece proprie queste idee".

"Hitler stesso era interessato all'utilizzo di cani "educati" nei campi di concentramento e in guerra. Fece condurre una serie di esperimenti in merito, ma non ci sono prove che tutti questi esperimenti abbiamo davvero portato a qualcosa e che le SS andassero davvero in giro in compagnia di cani parlanti". Dunque i cani parlanti e patrioti erano solo frutto della propaganda? Chissà. Di sicuro stavano meglio di tanti altri sotto il Terzo Reich.

TAG: Nazismo