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17 Maggio 2011 PALEONTOLOGIA
di Dave Mosher http://www.nationalgeographic.it
La battaglia dei mostri marini
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tempo di lettura previsto 2 min. circa

Il fossile di un antico rettile marino simile a un delfino rivela uno scontro all'ultimo sangue avvenuto 120 milioni di anni fa.

Un cranio fossile con evidenti segni di ferite ritrovato in Australia ci offre un inedito scorcio sul comportamento bellicoso di una creatura marina di 120 milioni di anni fa.

Il cranio, che presenta abrasioni e profonde incisioni sul muso allungato, appartiene a un ittiosauro, predatori marini vissuti tra il Triassico e il Cretaceo, ed è lungo circa 6 metri.

"Si trattò di uno scontro molto violento", in cui venne impiegata una tattica aggressiva osservabile anche oggi, dice Benjamin Kear, paleontologo della università svedese di Uppsala. "Gli animali marini moderni tendono a concentrare i loro morsi sulla testa, dove sono collocati organi cruciali", spiega Kear, che ha studiato il fossile di ittiosauro con la specializzanda Maria Zammit.

L'attacco però non si è rivelato un successo completo per l'aggressore: i segni di ferite infatti mostrano tracce di guarigione.

Mostri marini e altri animali

Gli ittiosauri sono un gruppo di rettili marini dotati di un muso aguzzo e di zampe simili a pagaie. Il loro nome deriva dall'aspetto pisciforme (dal greco Ichtyos): la loro forma potrebbe ricordare quella degli odierni delfini, ma si tratta comunque di un rettile. Il loro muso lungo circa un metro era dotato di un centinaio di denti aguzzi per azzannare pesci e molluschi nei freddi mari dell'emisfero meridionale.

"Squali, conchiglie, molluschi, stelle marine... Gran parte degli animali marini che conosciamo oggi esistevano già allora", dice Kear. "Non avremmo incontrato cetacei e altri mammiferi marini, ma avremmo visto ittiosauri e altri coccodrilloni con le pinne, mostri degni della leggenda di Loch Ness".

Uno di questi "coccodrilloni" era il cronosauro, che poteva raggiungere i 12-13 metri di lunghezza, aveva la testa grande come un'utilitaria e denti lunghi come banane.

Anche se un cronosaro potrebbe aver attaccato l'ittiosauro, i segni dei denti trovati sul fossile fanno pensare che in realtà l'assalitore poteva essere un altro ittiosauro. Un particolare questo molto importante: "Gli ittiosauri non hanno discendenti viventi, quindi non sappiamo nulla di come vivessero o si comportassero", dice Kear. "Questi segni di morso contengono informazioni preziose, rivelando che probabilmente questi animali lottavano tra loro magari per rivendicare carcasse o territorio".

Queste informazioni sono state ricavate solo di recente: benché il primo pezzo del fossile sia stato scoperto da alcuni minatori australiani negli anni Settanta, non è stato possibile completare il cranio fino al 2001, quando un aborigeno si è imbattuto negli altri frammenti.

Ora che il cranio e la ricerca sui segni di morso sono stati completati, Kear e Zammit intendono studiare il fossile per capire come l'ittiosauro nuotasse nei bassi mari interni del supercontinente meridionale Gondwana, da cui avrebbero avuto origine l'Africa, l'America del Sud, l'Antartide e l'Australia.

La ricerca sull'ittiosauro viene pubblicata sulla rivista Acta Palaeontologica Polonica.