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5 Marzo 2003 MISTERO
Guglielmo Gualandi
Il volto della Sfinge
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In quasi tutte le antiche civiltà, la divinità è stata rappresentata anche con forme non antropomorfe come animali, vegetali o rocce.
Anche la civiltà Egizia fece ricorso, oltre alle forme umane, a forme animalesche o miste, ma quelle forme non erano "la divinità" esse rappresentavano "varie forme della divinità".
Questa idea non è mia del tutto, infatti Sergio Donadoni, il rispettato decano dell'egittologia italiana ha scritto:
"D'altronde è stato notato come i nomi degli dei egiziani spesso sono connessi con i nomi degli animali che li rappresentano; Anubi è connesso con una parola per "cucciolo", Khnum con una per "ariete", Horo con una per "falco", e così via.
Ma in ogni caso sembra che si sia piuttosto in presenza di un aggettivo che di un sostantivo. Non dunque Anubi = "cane", ma "canino", cioè "a forma, con natura di cane".
E' probabile che qui sia il punto: la rappresentazione animalesca è solo una metafora , per così dire, con la quale si indica un appellativo che deve servire a far capire certe qualità del dio." (1)
Le sfingi, come le hanno chiamate i greci, rientrano in quelle forme di rappresentazione simbolica della divinità, e non tutte hanno una testa umana su un corpo di animale accovacciato, come la grande statua leonina posta di fronte alle piramidi di Giza; in effetti ci sono anche sfingi con testa di ariete o di scicallo. Ad esempio abbiamo il dio Up Uaut (Anubi), il canide accovacciato su una cassa nella tomba di Pashed a Deir el Medina, o la fila di sfingi con la testa di ariete, accovacciate ai fianchi del viale di accesso al primo pilone del tempio di Karnak.
Nell'immaginario collettivo, quella di Giza è "La Sfinge", ha lo sguardo rivolto esattamente verso il punto dell'orizzonte dove sorge il sole durante gli equinozi, ossia l'est geografico.
La sfinge di Giza, oltre ad essere la più grande, è anche la più famosa e si può ben dire che rappresenta i "misteri egizi", mentre le piramidi alle sue spalle rappresentano una capacità tecnologica sorprendente, utilizzata con una enorme capacità organizzativa e supportata da una determinazione al di sopra di ogni immaginazione.
"Chi rappresenta il volto della Sfinge?", è uno dei quesiti ricorrenti fra chi si avvicina all'egittologia, attratto dai suoi misteri oltre che dal grande fascino che quella antica civiltà ha emanato in ogni tempo. E' opportuno ricordare che quella di Giza non è l'unica sfinge con testa umana su corpo leonino, a dimostrazione di questo possiamo ricordare, fra le altre, la sfinge che rappresenta la regina faraone Hatcepsut e quella dedicata ad Amenemhat III.
Sembra che quel particolare abbinamento, fra corpo di animale accovacciato e testa umana, fosse riservato alle divinità ed ai Faraoni, in virtù delle loro destino divino.
Per l'egittologia ufficiale, la Sfinge è stata realizzata, insieme al suo tempio, dai "tendicorda" Egizi a completamento dell'area sacra della Seconda Piramide, attribuita a Sua Maestà Khafra (Chefren), quarto re della IV dinastia.
Per l'egittologo Marc Lehner, che parla a nome dell'egittologia accademica moderna, non ci sono dubbi, la testa della Sfinge rappresenta Sua Maestà Khafra e, per dimostrarlo, fece approntare una ricostruzione computerizzata del volto di Khafra per confrontarlo con quello della Sfinge, concludendo che i due volti rappresentano la stessa persona. Ma, come sappiamo bene,un computer rende quello che gli si è inserito e niente di più.
Un secolo prima, nel 1860 circa, Auguste Mariette, direttore dell'Ufficio di Antichità Egizie, mentre faceva eseguire dei lavori di scavo per liberare dalla sabbia il Tempio a Valle della Seconda Piramide, ha trovato una splendida statua in diorite nera, che oggi si può ammirare nel Museo Egizio del Cairo, sulla base della quale c'è il cartiglio di Re Khafra, proprio come sulla Stele della Sfinge.
Gaston Masperò riferendo la convinzione di Auguste Mariette ha scritto:
"... la presenza del nome del Re sulla stele della Sfinge, ricorda solo un'opera di restauro... la Sfinge era coperta di sabbia al tempo del Re Khufu e dei suoi predecessori".
Nello stesso periodo, nei pressi della Grande Piramide, in un tempietto nel quale Iside viene ricordata come "la Signora della piramide", è stata trovata la Stele dell'Inventario. Sulla stele c'è scritto, fra l'altro, che la Sfinge ed una piramide, erano già antichi al tempo di Khufu (Cheope).
E' chiaro che, se la Stele dell'Inventario dice la verità, il volto della sfinge non può rappresentare Sua Maestà Khafra.
Per Robert Temple (2) la Sfinge non rappresenta un leone, le forme del suo corpo ricordano un canide e potrebbe trattarsi del Dio Anubi, "colui che apre la via", "il custode dei segreti".Chi, come R.Temple, mette in discussione l'età della Sfinge, fa notare la sproporzione fra il corpo e la testa della grande statua leonina e, visto che gli Egizi conoscevano bene le giuste proporzioni fra le parti del corpo di uomini ed animali, diventa evidente che quella sproporzione possa essere la conseguenza di un rifacimento.
R.Temple sostiene che la necropoli di Giza sarebbe stata dedicata ad Iside, come si afferma sulla stele dell'Inventario, ed Up-Uaut (Anubi), nella sua forma canina, ne sarebbe il degno custode.

 Fig. 1 e 2
 Fig. 3 e 4


J, Antony West, convinto che la Sfinge fosse molto antecedente all'era del Re Khafra, coinvolse un esperto in identikit, Loris Domingo (3), disegnatore capo della polizia di N.Y. Per Domingo, il volto della Sfinge è diverso dal volto della statua nera di Re Khafra, come dimostra nei suoi studi pubblicati anche nel libro di J.A. West.
Nelle immagini a corredo dell'articolo, possiamo vedere il confronto fra i profilo della testa della statua di Khafra e quello della testa della Sfinge (fig. 1 e 2), sui profili delle due teste, riportati schematicamente (fig. 3 e 4), è stata riportata una linea verticale tangente al mento, poi una linea orizzontale (a - b) passante per il punto di contatto fra retta verticale e mento


Tracciando delle rette dal punto "a" alla fronte (retta 2) e dal punto "a" alla "coda dell'occhio" (retta 3), si vede che nel profilo della statua di Khafra (fig. 3) si formano angoli di 3° e di 15° rispetto alla retta verticale, mentre nel profilo del volto della Sfinge (fig. 4), gli stessi angoli sono rispettivamente di 14 ° e di 17°.
In buona sostanza, il primo profilo è quello di un indo-europeo, il secondo è quello di un uomo di tipo negroide, caratterizzato da un forte prognatismo.
Quindi, o nonostante tutto si accetta la versione ufficiale, o si accredita l'idea che, dopo millenni dalla sua costruzione, la grande statua era talmente erosa da richiedere dei restauri per il corpo ed il rifacimento della testa, con il ridimensionamento che la caratterizza tutt'ora.
La testa della Sfinge era completata dai simboli di regalità come l'ureo, la testa eretta del cobra, la barba rituale posticcia ed il nemes, mentre sulla sommità piatta della testa, c'è un buco che probabilmente serviva per ancorare una corona.
Per dare una risposta credibile alla domanda "Che cosa rappresenta la Sfinge?", si può dire che quella testa rappresenta un volto "simbolico", il volto di ogni Re figlio di Ra Atum , il quale, proprio come ogni Re era un Horus predestinato a governare in vita, mentre ogni Re defunto era un Osiride, destinato a diventare una stella nella Duat celeste, un Dio degno di essere rappresentato in una sfinge.
A sostegno del simbolismo applicato alla statuaria Egizia, si possono citare due casi significativi, il Re Pepi II rimasto sul trono fino ad oltre cento anni e quello del Re Ramses II, rimasto sul trono fino a novanta anni. In entrambi i casi, tutte le statue che li raffigurano rappresentano uomini vigorosi di circa 30 anni.
Quindi in entrambi i casi non si tratta di statue nelle quali sono state riprodotte le sembianze del re, ma di rappresentazioni simboliche di Sua Maestà.
Questa ipotesi ragionata rappresenta una possibile verità, più probabile di quelle spacciate per certezze dall'egittologia ortodossa moderna.
Per finire, vale la pena ricordare che uno dei nomi della Sfinge era "HR-M-HT", (Horus dell'orizzonte) (4), mentre in nessuno scritto Egizio gli viene attribuito il nome di Sua Maestà Khafra.

(1) - Sergio Donadoni-Testi religiosi egizi- pag.XVI - Garzanti 97
(2) - R.Temple - Il mistero di Sirio - Piemme - 98
(3) - J.A: West - Il serpente celeste - Corbaccio - 99
(4) - Franco Cimmino - La storia delle piramidi - - Rusconi 90


di Guglielmo Gualandi
ggual@libero.it
www.altroegitto.com