Rapporto Finale dei Comitati
Il Comitato per l´Esame dello Scritto e dei Contenuti
Il Comitato per l´Esame del Materiale E Patina Dell´Ossario di Giacomo Figlio di Giuseppe, fratello di Gesù
E dell´Iscrizione di Yehoash
Di Esther Eshe, Tal Ilan, Dr. Avner Ayalon, Orna Cohen
L´Ossario di "Giacomo, figlio di Giuseppe, Fratello di Gesù"
Tal Ilan
Malgrado abbia visto centinaia di ossari nella mia vita, non posso fingere di essere un esperto nelle tecniche di produzione degli ossari, o di incisione delle iscrizioni, o di paleografia – scritto tipico da un preciso periodo archeologico. Pertanto, riguardo la questione dell´autenticità e dell´iscrizione, mi riferirò a quanto gli esperti hanno determinato. Mi pare che il mio contributo sarà ridotto alla questione del nome ed al grado di autenticità che esso riflette. Il mio rapporto consiste di due parti. Nella prima, discuterò gli elementi che ne indicano l´autenticità. Una sottosezione tratterà della questione se l´articolo sia autentico, e la possibilità che l´ossario sia effettivamente appartenuto al fratello di Gesù. La seconda parte tratterà gli elementi che gettare ombre sull´autenticità dell´iscrizione.
Nessun dubbio che l´ossario in sé sia autentico. Gerusalemme è piena di ossari (alcuni giacciono semplicemente ammassati là, ad esempio nel cortile dell´Albright Institute). Se qualcuno volesse falsificare un´iscrizione, potrebbe agevolmente trovare un ossario autentico a questo proposito. Gli esperti hanno anche determinato che l´iscrizione sembra autentica, e che il fatto che la seconda parte sembri essere incisa in uno scritto più corsivo (un indizio verso l´ipotesi di due mani nella falsificazione) può suggerire che il riferimento ad un fratello potrebbe essere stato aggiunto successivamente, in ordine a meglio identificare il defunto. Due calligrafie non provano necessariamente la falsificazione, e forse puntano in senso opposto. Un falsario avrebbe tentato in tutti i modi di fare corrispondere alla perfezione la prima e la seconda parte.
La mia teoria principale in questo rapporto è che, perfino se l´ossario fosse autentico, non vi sarebbe ragione per inferire da ciò che il defunto fosse effettivamente il fratello di Gesù (il primo cristiano). Da un punto di vista onomastico, i tre nomi erano molto comuni nel periodo del Secondo Tempio. Nel catalogo di nomi che ho recentemente pubblicato (Tal Ilan, Lexicon of Jewish Names in Late Antiquity Part I: Palestine 330 BCE – 200CE; Tübingen, 2002) elencando i nomi di 3193 uomini, il nome Giuseppe è il secondo più diffuso, Gesù il sesto e Giacomo l´undicesimo. In tutti, sono stati documentati 379 uomini che recano uno di questi nomi, ovvero il 12% della popolazione maschile.
Nel mio Lexicon vi sono due "Gesù figlio di Giuseppe" (Catalogo Rahmani, no. 6 and no. 51) ed un altro "Giacomo figlio di Giuseppe" (Papiro Murba`at no. 42). In più, il Lexicon elenca uomini chiamati "Giuseppe figlio di Giacomo" (Catalogo Rahmani, no. 290); "Gesù figlio di Giacomo" (Grecia, Papiro Tze´elim – Discoveries in the Jusaean Desert 38, 222) e "Giacomo figlio di Gesù" (Archivio Babatha, Papiro Yadin 17). La ragione per cui sto citando questi manufatti addizionali è non solo per mostrare il ricorrere di simili combinazioni, ma anche per indicare il numero di famiglie nelle quali questi nomi sono stati trovati insieme.
In un articolo del Professor Camil Fuchs allegato alle informazioni che abbiamo ricevuto, la valutazione di un´indagine statistica ha dato risultati per la possibilità che i tre nomi fossero comparsi insieme nel corso di questo periodo storico. Fuchs ha spiegato di avere usato metodi molto conservativi (a questo proposito aumentando la possibilità al massimo ad ogni livello di ricerca) tenendo in conto una grande quantità di dati così che la sua analisi potesse essere massimamente affidabile, considerato il numero limitato di dati effettivamente disponibile. Ha concluso che nel corso del periodo di tempo in discussione vi sarebbero potute essere 3-4 persone in Gerusalemme alle quali applicare questa combinazione di nomi. Mi sembra che solo una parte dei dati sia mancante nella sua analisi, il che potrebbe aumentare la possibilità di una buona percentuale. Non ho argomenti circa i dati scelti per lo studio (Catalogo Rahmani). Basandosi sul catalogo, ha raggiunto comunque una simile percentuale circa la distribuzione dei nomi tra la popolazione – Giuseppe 7.9%, Gesù 4.1% e Giacomo 2.1% (più elevati dei miei risultati, nominativamente il 14% della popolazione). Ma mi sembra che il significato di questa concentrazione non sia stato dedotto nei suoi calcoli. La riserva di nomi dai quali i genitori avrebbero potuto scegliere i nomi dei propri figli era piccola, pertanto la possibilità di scegliere questi nomi era elevata, ed aumentava qualora altri nomi fossero già stati scelti all´interno della famiglia. Mi sembra che approssimativamente 10 persone con questa combinazione di nomi sarebbe più aderente alla realtà.
Nell´estate del 2002, prima che la Biblical Archaeology Review pubblicasse la notizia dell´ossario, ho avuto l´opportunità di osservare e fotografare la sua iscrizione. Le lettere erano chiare ed il loro contesto non sollevò in me alcun interesse particolare. I nomi erano plausibili. Non era il primo ossario che recava i nomi di un fratello (vedi Catalogo Rahmani, 570 "Shimi figlio di Assia, fratello [di] Hanin"; anche un ossario da Akeldama che ho pubblicato, "Natira, fratello, padre madre di Natira; ed un ossario pubblicato da Avigad trovato nel Monastero Russo di Monte Scopus "Miriam la mia sola sorella").
Un ossario recante i nomi "Gesù figlio di Giuseppe" è stato trovato a Gerusalemme nel passato, ed in due distinte occasioni, ma non ha suscitato un interesse particolare. Alla fine degli anni ´20, un ossario che recava l´iscrizione Gesù figlio di Jehoseph apparve sul mercato antiquario (Catalogo Rahamani no.9), sollevando un grande fremito in Europa (vedere L.H. Vincent, "Épitaphe prétendue de N.S. Jésus-Christ, " Atti della pontificia: accademia romana di archeologia:Rendiconti 7 [1929-31] 213-39).
Leggermente meno che un fremito fu causato da un ossario rivelato da un team della BBC nel 1996 che si recò a girare un film per la Pasqua sull´attendibilità del racconto del sepolcro trovato vuoto. Il Catalogo Rahamani documenta un ossario iscritto con i nomi "Gesù figlio di Jehoseph. Questo ossario fu usato dalla troupe televisiva come prova che Gesù non era stato seppellito al Golgota e che non era risorto, ma seppellito dalla sua famiglia in un interramento secondario nell´area oggi definita Talpiot Mizrah. Questi due casi indicano chiaramente che gli studiosi cristiani saranno sempre interessati a manufatti del periodo della prima cristianità, ed useranno queste scoperte per spingere fuori da tutte le proporzioni, i loro rilievi in materia di religione cristiana, nel tentativo di provare (o confutare) la verità di questa religione.
Concludo che perfino se l´ossario fosse autentico, non vi è ancora ragione di ritenere che il defunto fosse effettivamente il fratello di Gesù.
L´ossario è autentico? Un punto non preso in considerazione quando si valuta la questione dell´autenticità dell´iscrizione sull´ossario è la questione dell´ortografia. Ho osservato che nel corso del periodo del Secondo Tempio il nome Giuseppe era sempre riportato come "Jehoseph". Ciò malgrado esistano parecchie eccezioni, elencate nel mio Lexicon, come ad esempio: due ossari [su 32, catalogo Rahamani, no. 372; Peuch Liber Annus 32[1982] 358), e anche nell´iscrizione Bnai Hazir (Corpus Inscriptionum Judaicarum, 1934) e Papiro Murba`at nos. 28 and 31; tre volte nel Papiro Yadin 7 ed una volta nel Papiro Yadin 44, come comparato a circa 50 esempi di "Yehoseph"] L´apparire del nome nella forma "Jehoseph" come sull´ossario è molto rara e solleva dubbi circa la sua autenticità.
Similmente, può essere detto che una simile scrittura ebraica, è stata trovata su due reperti a Masada, ma mai su alcun papiro o ossario del periodo. D´altro canto, le iscrizioni di questa forma nella Diaspora Ebraica sono preferite, come può essere visto sfogliando le pagine del Corpus Inscriptionum Judaicarum.
La dizione יוסף è biblica. La dizione יהוסף appare solo una volta in un Salmo tardo (no. 81:6) forse influenzata dall´uso del periodo del Secondo Tempio, e pertanto una persona non abituata all´ortografia di quel periodo avrebbe automaticamente scelto la versione biblica. D´altro canto, la dizione יעקוב è più diffusa nella Bibbia. Appare nella Bibbia cinque volte, una volta nel Levitico 26:42, e quattro volte in Geremia (30:18, 33:26, 46:27, 51:19). La scelta dei due nomi nella loro forma meno comune sull´ossario potrebbe indicare che il falsario non abbia fatto i suoi compiti a casa e abbia scelto la dizione che gli sembrava più logica, o indica invece che l´ossario è autentico, e che il falsario avrebbe sicuramente scelto la dizione più comune? E´ difficile a dirsi.
A seguito di ulteriori deliberazioni nel comitato che ha indagato sull´ossario di Giacomo, e dopo avere letto i rapporti di altri esperti, vorrei suggerire una ricostruzione creativa del processo a cui l´ossario è stato sottoposto al fine di conferirgli la sua attuale configurazione. Sia Orna Cohen che Avner Ayalon che sostengono che la patina all´interno delle lettere dell´iscrizione sia stata falsificata, e insistono che la sola eccezione a questa conclusione sia l´aver trovato il nome "Gesù". Orna Cohen ha scritto "Nella seconda metà dell´iscrizione si può notare all´interno delle lettere una patina giallastra simile a quella sulla superficie dell´ossario (che è autentica – T.I.)." Avner Ayalon ha scritto: "Solo un campione di patina, grattato dall´ultima lettera di Yeshua recava un valore all´interno della gamma prevista". Tutti gli epigrafisti hanno già concluso che la mano che ha iscritto le prime parole non sia la stessa che ha iscritto la seconda parte della frase. Così ho suggerito che il falsario sia entrato in possesso di un ossario recante un´iscrizione autentica "fratello di Gesù". Il nome Gesù era molto popolare nel periodo del Secondo Tempio, scandito esattamente in questo modo. Un tale ossario potrebbe agevolmente alimentare l´immaginazione di un falsario, che ha aggiunto il nome del fratello di Gesù Cristo all´ossario per aumentarne il valore.
Mi piacerebbe concludere con un aneddoto legato all´ossario. Riguardo la questione del perché fosse necessario menzionare il fratello del deceduto, gli studiosi hanno suggerito che fosse perché si trattava di una personalità ben nota. Altri suggeriscono sia menzionato poiché era il fratello che aveva portato il defunto al seppellimento. Naturalmente se questi fosse il fratello di Gesù che si trovava nell´ossario, non è probabile che Gesù fosse colui che avesse seppellito suo fratello, dal momento che Gesù, a quel tempo, era già morto. A meno che noi assumiamo che questo ossario voglia avvalorare le parole di Gesù stesso "...lasciate che i morti seppelliscano i morti" (Matteo 8:22), permettendo così a Gesù di dar vita ad una delle sue massime.
13 May 2003
A: Uzi Dahari
Vice Direttore dell´Autorità Israeliana per le Antichità
Come richiesto, sottoscrivo la mia opinione riguardo l´autenticità dell´iscrizione – Ossario del Fratello di Gesù e Iscrizione di Yehoash.
Ossario "Fratello di Gesù"
Dal mio esame dell´iscrizione dell´ossario e dai dati ricevuti, è mia opinione che, piuttosto chiaramente, l´iscrizione non sia autentica, e sia stata aggiunta successivamente all´ossario originale (probabilmente in due stadi):
Non sono a conoscenza di alcuno ossario con un´iscrizione sopravvissuta al periodo del Secondo Tempio ove le lettere siano così profondamente incise e la decorazione sullo stesso ossario (una rosetta in questo caso) così disegnata come nell´ossario in esame (comparare le foto in in L.Y. Rahmani, A Catalogue of Jewish Ossuaries)
L´iscrizione stessa mostra variazioni in calligrafia, spessore e profondità delle lettere incise, se si paragonano le parole "Giacomo figlio di Giuseppe" alle parole "fratello di Gesù". E´ già stato detto, che il comitato ha raggiunto simili conclusioni dopo un esame preciso. Così, l´iscrizione è stata fatta con due differenti tecniche di cesello.
Vi è una significativa differenza tra le calligrafie nella prima e nella seconda parte dell´iscrizione. La prima parte è scritta nello stile formale di uno scriba, e la seconda in corsivo. Le lettere bet e kuf nella prima parte sono caratteristica scrittura di uno scriba, e la seconda parte corsiva ha una caratteristica alef.
Quando paragoniamo le parole "fratello di Gesù" sull´ossario, all´ossario no. 570 nel Catalogo Rahamani (p.200), può essere notata una somiglianza sorprendente. Le lettere het, vav e yud sono piuttosto simili, e la più eccezionale lettera dalet è identica. In entrambe le iscrizioni, solo la linea discendente è sopravvissuta. Essa così sembra che l´autore abbia copiato l´iscrizione da questo ossario.
In conclusione, le differenti calligrafie delle due parti indicano che l´iscrizione non è autentica, malgrado l´ossario originale possa probabilmente avere contenuto la prima parte dell´iscrizione; la seconda è stata aggiunta in seguito.
Basandosi sulla profondità delle lettere, sono indeciso perfino su questa possibilità e mi pare più probabile che il falsario abbia prodotto l´iscrizione in due fasi.
L´Iscrizione di Yehoash
Riguardo questa iscrizione, non ho dubbi sia stata contraffatta, a giudicare dalla scrittura manuale, dalla scansione letterale e dal linguaggio. Poiché credo che questa conclusione appaia chiara e che tutte le ragioni siano state debitamente e lungamente esplicate dagli altri, non mi soffermerò oltre. Se insorgesse l´esigenza che anche io offrissi le mie ragioni per una simile conclusione, sarò lieto di offrirle.
Sinceramente
Esther Eshel
Stato di Israele
Ministro per il Controllo Geologico sulle Infrastrutture Nazionali
30 Malkhei Yisrael St. Jerusalem 95501, Israel
9 giugno 2003
Uzi Dahari, Vice Direttore dell´Autorità per le Antichità Israeliane
PO Box 586 -91004 Jerusalem
Soggetto: Esame sull´Autenticità dell´Ossario di Giacomo, fratello di Gesù e dell´Iscrizione di Yehoash.
Shalom Uzi,
presento qui un riassunto risultati del mio studio nel laboratorio del Servizio di Controllo Geologico di Israele sulla patina dell´ "Ossario di Giacomo, fratello di Gesù e circa l´iscrizione di Yehoash". In questo rapporto, il termine "patina" si riferisce ad una superficie esterna di materiale consumato e stratificato, risultante dalla dissoluzione della roccia per azione del filtrare dell´acqua attraverso il suolo e la roccia. In terreno carbonato (come le colline della Giudea) la patina è composta prevalentemente di calcite (carbonato di calcio – CaCO3).
Questo esame conduce a determinare se la patina sull´articolo sia il prodotto di un processo naturale, svoltosi nelle condizioni ambientali delle Colline della Giudea.
Vorrei sottolineare qui che il proposito di questo riassunto è riferire dettagli generali, risultanti da esami e conclusioni. Questo documento non costituisce un articolo o un rapporto scientifico. A tempo debito, i risultati saranno pubblicati nel consueto formato scientifico in seno ad una pubblicazione professionale.
Metodi di esame e premesse.
Il mio lavoro si è concentrato sull´esame dell´autenticità della patina che ricopre le lettere dell´ossario e le lettere e la superficie dell´iscrizione di Yehoash.
La mia ricerca si è concentrata nel determinare la ratio di isotopi di 18 O/16 nella calcite da vari campioni. La composizione isotopica dell´ossigeno è determinata dalla temperatura di precipitazione della patina e la composizione isotopica dell´acqua dalla quale la patina è precipitata. Le misure sono state condotte usando uno spettrometro di massa isotopa stabile nel laboratorio del Servizio Geologico a Gerusalemme. L´accuratezza della misurazione è intesa nell´ordine di 0.1 per mille.
Il metodo di studio si fonda sui dati di background della ricerca, svolta dal Servizio di Controllo sulle Colline, che mostrano chiaramente la composizione isotopica dell´ossigeno (δ18O) in una patina carbonata formatasi sulla superficie o in profondi sepolcri dell´area negli ultimi 10000 anni, giace entro il rango di 6 a -4 0/00 (PDB). La premessa di questo studio è che una diversa composizione della patina nelle lettere indica un trattamento innaturale della stessa. Questa premessa è stata testata mediante esame degli oggetti in discussione, come anche di oggetti addizionali a campione dei collezionisti del Rockfeller Museum.
Ossario di Giacomo figlio di Giuseppe, fratello di Gesù
Ho condotto test comparativi da ossari autentici delle collezioni al Rockfeller Museum. Ho esaminato la patina dalla superficie (d´ora in avanti, "patina di superficie") e dalla patina grattata via dall´interno delle lettere (d´ora in avanti "patina delle lettere") in ossari i cui numeri di catalogo sono: 41.127, 36.2175, e 236.913. Ogni campione conteneva un valore di isotopo di ossigeno entro il rango previsto di -4 a -5 0/00 (PDB).
La composizione dell´isotopo di ossigeno della patina di superficie è stato esaminato sull´Ossario di Giacomo. Otto campioni sono stati prelevati da aree differenti, incluse le rosette sul retro. Tutti i campioni recavano i valori degli isotopi di ossigeno nel rango previsto per la patina dell´ossario sulle Colline Giudee, 4 a -6 0/00 (PDB).
Sette campioni di patina sono stati grattati via dall´interno delle lettere dell´iscrizione "Ya´acov figlio di Yosef fratello di Yeshua". La composizione degli isotopi di ossigeno in 6 campioni mostrava valori molto negativi per l´ossigeno, tra -7.5 e -10.2 0/00, variando significativamente dai valori convenzionali per le Colline Giudee.
Solo un campione della patina, grattato dall´ultima lettera di Yeshua, recava un valore entro il rango previsto (-5.8 0/00). L´ossario è stato ottenuto da una pietra calcarea (la cui composizione è CaCO3). La composizione isotopa per l´ossigeno nel calcare nelle Colline della Giudea varia da +1 a -2 0/00. Chiaramente, se durante l´estrazione dei campioni, particelle dell´originario calcare siano penetrate nel campione, la composizione dell´isotopo misurata sarà meno negativa. Questo sembra essere il caso del campione tratto dall´ultima lettera di Yeshua.
Conclusioni
La composizione degli isotopi della patina nelle lettere nell´ossario, è chiaramente differente da quella della patina della superficie e dalla patina di diversi ossari autentici. La patina delle lettere è anche differente rispetto al rango previsto per la patina di carbonato formatasi in tempi recenti, e la patina di superficie formatasi nelle Colline Giudee negli ultimi 2000 anni.
In normali condizioni di seppellimento, la composizione degli isotopi di ossigeno nella patina delle lettere non potrebbe essersi formata naturalmente in condizioni di temperatura e tipica composizione dell´acqua nelle Colline Giudee, negli ultimi due millenni.
Iscrizione di Yehoash.
L´iscrizione è stata incisa in pietra composta di minerali silicei e non contiene carbonato. I campioni di patina sono stati prelevati dalla superficie iscritta,
3 campioni dal retro, e 3 dall´interno delle lettere in aree differenti dell´iscrizione. La patina campionata dal retro è composta si solo silicio, e non contiene carbonato.
I campioni dalla superficie iscritta sono divisi in due gruppi:
Campioni di patina con valori di isotopi di ossigeno molto negativi, da -7.3 a-8.4 0/00.
Campioni di patina con valori di isotopi relativamente alti 1.7 a -0.9 0/00, simili ai valori tipici derivai dal carbonato marino. Il carbonato nella patina di questo gruppo indubitabilmente è originato nel mare come risulta chiaro dalla presenza di microrganismi marini (planktonic foraminifera). La patina con una composizione isotopica tipica a quel che accade naturalmente sulle Colline Giudee non è stata trovata, né sulla superficie, né all´interno delle lettere.
Conclusioni.
La composizione degli isotopi di ossigeno della patina della superficie e delle lettere è chiaramente differente dal valore atteso delle patine di carbonato formatesi in tempi recenti sulle Colline Giudee, e negli ulti 2000 anni.
Prendendo in considerazione le consuete condizioni di seppellimento, la composizione molto negativa dell´isotopo di ossigeno nella patina non potrebbe essersi formata naturalmente nelle condizioni di temperatura e della composizione dell´acqua tipiche delle Colline della Giudea negli ultimi duemila anni.
SOMMARIO E CONCLUSIONI PER I DUE REPERTI.
La composizione degli isotopi di ossigeno della patina delle lettere e della patina superficiale dell´Iscrizione di Yehoash come anche la patina delle lettere dell´ossario, sono chiaramente differenti dalla composizione della patina che copre la superficie dell´ossario di Giacomo, e la patina campionata dalla superficie e dalle lettere da ossari autentici.
Considerate le normali condizioni di interramento, la composizione di isotopi di ossigeno nell´iscrizione di Yehoash e la patina delle lettere nell´ossario, non potrebbero essersi formate sotto condizioni di temperature e di acqua presenti sulle Colline Giudee negli ultimi 2000 anni.
Primo. Se assumiamo che la patina delle lettere si sia formata ad una temperatura superficiale di 18-200 C, tipica delle grotte e del suolo, la composizione calcolata degli isotopi di ossigeno dell´acqua sarebbe dovuta essere del livello di -10 0/00. Tale acqua non esiste nelle Colline Giudee né nell´intero Israele. Tale acqua si trova nelle aree polari.
Secondo. Se assumiamo che la patina delle lettere si è formata dall´acqua con una composizione tipica di isotopo dell´acqua nelle Colline Giudee, la precipitazione si sarebbe dovuta verificare ad una temperatura di 40-500 C. superiore di quanto previsto alle condizioni climatiche di Gerusalemme in grotte e sotterranei.
D´altro canto, la composizione misurata degli isotopi di ossigeno della patina può essere ottenuta con mezzi artificiali. L´eccezionale composizione di isotopi della patina dell´ossario e quella della tavoletta di Yehoash può essere spiegata mediante la produzione artificiale mediante sedimentazione di carbonati dal suolo dissolti in acqua calda e quindi posti sulla superficie delle lettere dell´ossario e della tavoletta di Yehoash. Calda riscaldata potrebbe essere stata usata per assicurare una buona adesione della patina. Un´altra possibilità è carbonato macinato, sparso sulla superficie e fatto scaldare in un forno.
Distinti saluti
Dr. Avner Ayalon
19.maggio.2003-11-04
CONCLUSIONI DALL´ESAME DELL´OSSARIO E DALLA ISCRIZIONE DI YEHOASH
Oded Golan mi ha contattato oltre 10 anni or sono, presentando se stesso come un ingegnere rappresentante un gruppo di investitori che restauravano edifici storici. Parlava del Khan a Sha`ar Hagai come uno dei siti che si apprestavano a rinnovare. Disse che aveva studiato il progetto per la creazione di una patina di aspetto antico sulla pietra nuova per risistemare l´edificio. Gli mostrai in certo numero di articoli correlati, e discutemmo del soggetto.
La patina è composta principalmente di ossilato formatsi come risultato di un´attività organica sulla superficie della pietra. La produzione di questo materiale può essere accelerata in laboratorio mediante la creazione di condizioni ideali.
In vista dei dubbi che sarebbero insorti circa l´antichità effettiva dei reperti in suo possesso, credo che sia importante che Golan conosceva simili informazioni.
L´Ossario di "Giacomo, figlio di Giuseppe fratello di Gesù
Dal mio esame, l´Ossario sembra essere autentico. La sua iscrizione suggerisce una falsificazione, per le seguenti ragioni:
La patrina nelle lettere è granulosa, si sgretola e cade al semplice contatto. Non è simile alla patina naturale. Sembra che sia stato usato gesso unito af acqua per coprire le lettere.
Un sottile strato di polvere di fesso copre la patina originale sul lato iscritto, probabilmente il tentativo di camuffare l´apposizione di una nuova iscrizione.
Mentre esaminavo l´iscrizione, parte del materiale granuloso all´interno delle lettere è stato prelevato per un esame di laboratorio. Un esame microscopica ha rivelato la stessa patina giallastra come sulla superficie dell´ossario all´interno delle lettere "fratello di Gesù". Nessuna patina simile, comunque, è stata trovata all´interno delle lettere della prima parte dell´iscrizione.
Iscrizione di Yehoash
Una verifica dell´iscrizione mostra una patina marroncina sulla superficie di pietra che non sembra penetrare nella frattura. Era dato aspettarsi che lo sviluppo della patina, in natura, avrebbe raggiunto anche la zona della frattura.
Il materiale marrone sulla pietra è stato dissolto in acqua ed è probabilmente un qualche tipo di terra e non patina. La pulitura delle lettere ha rivelato che fossero incise mediante l´uso di un metodo di piccole frattura che sembra nuovo e che non corrisponde alla originale superficie della roccia.
Il metodo usato per incidere le lettere non è compatibile con i metodi praticati nei tempi antichi.
Conclusioni:
Mi sembra che entrambe i casi possano essere considerati contraffazioni ed inganni. Quando si consideri l´ossario, seppure parte dell´iscrizione possa essere originale, l´iscrizione nella sua interezza è un falso.
La produzione di patina di superficie usando pietra macinata sull´ossario e terra scusa nell´iscrizione di Yehoash rivela un tentativo di contraffazione. In entrambe i casi, nessun uso è stato fatto delle informazioni per produrre la patina che avevo dato al Signor Golan nel passato.
Orna Cohen
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