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STUDIARE LE CIVILTÀ SOMMERSE CERCANDO ANOMALIE NEI CAMPI MAGNETICI

UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI BRADFORD POTREBBE FORNIRE LA CHIAVE PER STUDIARE LE CIVILTÀ SOMMERSE CERCANDO ANOMALIE NEI CAMPI MAGNETICI.

Secondo Ben Urmston dell’Università di Bradford, i campi magnetici potrebbero indicare la presenza di elementi archeologici senza la necessità di scavi subacquei esplorativi.

La magnetometria è stata precedentemente utilizzata dagli archeologi terrestri, ma non è stata ampiamente utilizzata per esaminare i paesaggi sommersi.

La tecnica pionieristica potrebbe essere applicata a Doggerland, una massa di terra sommersa sotto quello che oggi è il Mare del Nord, che un tempo collegava la Gran Bretagna all’Europa continentale.

Il paesaggio di Doggerland era un mix eterogeneo di dolci colline, paludi, valli boscose e paludi durante il tardo Paleolitico e il Mesolitico.

Piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori hanno approfittato della ricca fauna migratoria di Doggerland, con prove di antiche ossa di animali e strumenti portati in superficie dai pescherecci che operano nel Mare del Nord.

Nel corso del tempo, l’area è stata inondata dall’innalzamento del livello del mare dopo l’ultimo periodo glaciale tra il 6.500 e il 6.200 a.C. L’acqua di fusione che era stata rinchiusa ha causato l’inclinazione del terreno in una regolazione isostatica mentre l’enorme peso del ghiaccio diminuiva.

Doggerland alla fine fu sommerso lasciando solo Dogger Bank, una possibile morena (accumulo di detriti glaciali) che soccombette anch’essa al mare intorno al 5000 a.C.

Secondo Urmston: “Piccoli cambiamenti nel campo magnetico possono indicare cambiamenti nel paesaggio, come aree di formazione di torba e sedimenti, o dove si è verificata l’erosione, ad esempio nei canali fluviali. Poiché l’area che stiamo studiando era sopra il livello del mare, c’è una piccola possibilità che questa analisi possa persino rivelare prove dell’attività di cacciatori-raccoglitori».

“Potremmo anche scoprire la presenza di cumuli, che sono discariche costituite da ossa di animali, gusci di molluschi e altro materiale biologico che può dirci molto su come vivevano le persone”, ha aggiunto Urmston.

Tali caratteristiche potrebbero essere analizzate più da vicino prelevando campioni del fondale marino che vengono poi inviati per la datazione al carbonio e un’analisi microscopica.

Il professor Vince Gaffney, responsabile accademico del progetto, ha dichiarato: “Esplorare i paesaggi sommersi sotto il Mare del Nord rappresenta una delle ultime grandi sfide per l’archeologia. Raggiungere questo obiettivo sta diventando ancora più urgente con il rapido sviluppo del Mare del Nord per le energie rinnovabili”.

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