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16 Agosto 2004 ARCHEOLOGIA
cnn.com
UNO STUDIOSO SOSTIENE DI AVER TROVATO LA GROTTA DI GIOVANNI BATTISTA
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KIBBUTZ TZUBA, Israele – Un archeologo inglese sostiene di aver scoperto la grotta in cui Giovanni Battista battezzò molti dei suoi seguaci – basando la sua teoria su decine di migliaia di cocci di piccole brocche rituali, di una pietra usata per la pulizia dei piedi e per le incisioni murarie, che raccontano la storia dei contemporanei di Gesù.

Solo pochi reperti collegati alle figure del Nuovo Testamento sono stati trovati finora in Terra Santa, e questa grotta è potenzialmente la maggiore scoperta in materia di archeologica biblica.

"Giovanni il Battista, una figura dei Vangeli, ha finalmente un´evidenza archeologica tangibile" ha dichiarato l´archeologo inglese Shimon Gibson, nel corso di una visita esclusiva della grotta concessa all´agenzia di stampa Associated Press.

Alcuni studiosi obbiettano però che la breve iscrizione del nome di Giovanni trovata nella grotta, non possa essere una prova conclusiva della sua presenza nel luogo, e che la scoperta di Gibson è ancora troppo incompleta per sostenere le sue affermazioni.

Giovanni, sei mesi più grande di Gesù e suo familiare – le madri erano parenti, sostiene il racconto evangelico – era un fiero predicatore con un messaggio di pentimento e conversione ed un considerevole seguito.

La tradizione vuole che fosse nato nel villaggio di Ein Kerem, oggi parte di Gerusalemme. A soli quattro chilometri di distanza, nell´area di Kibbutz Tzuba - una tenuta collettiva – si trova la grotta nascosta sui fianchi di una collina calcarea – lunga 24 metri, profonda quattro e larga quattro.

Fu scavata dagli israeliti nell´Età del Ferro, in un periodo imprecisato tra l´800 ed il 500 a.C.

Fu usata inizialmente come pozza per immersioni, secondo la tradizione ebraica delle abluzioni rituali.

Nel corso dei secoli, la grotta si riempì di fango e sedimenti, lasciando solo una piccola apertura nascosta da alberi e cespugli. Negli anni recenti, ebbe comunque qualche visitatore occasionale: in particolare, una piccola spedizione guidata da Reuven Kalifon, di Cleveland, Ohio, ed un insegnante ebreo al Kibbutz che vi aveva portato i suoi studenti di speleologia.

Strisciarono all´interno della piccola apertura alla bocca della grotta, fino alla parete di fondo, senza trovare altro che terra e pietra.

Nel dicembre del 1999, Kalifon chiese al suo amico Gibson di dare un´occhiata più attenta.

Gibson, che ha lavorato in Terra Santa per più di 30 anni, spostò alcuni massi dalle pareti e scoprì la rozza incisione di una testa. Eccitato dalla scoperta, organizzò una vera e propria sessione di scavo.

Nei cinque anni che seguirono, Gibson ed il suo gruppo, comprendente alcuni volontari dell´Università del North Carolina a Charlotte, ripulirono gli strati di polvere e terra, e recuperarono circa 250, 000 cocci di piccole brocche usate nei rituali di purificazione.

Gli esploratori hanno ripulito anche 28 gradini che conducevano al fondo della grotta. Sulla destra, si trova una nicchia scavata nel muro – usata, da tradizione, per riporre gli indumenti prima dell´abluzione rituale. Presso la fine della scala, il gruppo ha scoperto una pietra ovale con un´impressione a forma di piede – la dimensione di una scarpa 45. Poco sopra, una nicchia simile ad un porta-sapone, anch´essa scavata nella pietra, sembra essere servita per gli oli rituali che scorrevano lungo un piccolo canale sul piede destro del fedele.

Sul pavimento coperto d´acqua della grotta, le pietre ed i massi erano stati scostati dai fedeli, ed il cammino nel mezzo era stato riempito di pietrisco, apparentemente per evitare di urtare con i piedi nudi, sostiene Egon Lass, un consulente archeologo al Wheaton College, presso Chicago, Illinois, che ha lavorato allo scavo.

Rozze immagini sono state incise sulle pareti, in prossimità del soffitto, e Gibson sostiene che racconterebbero la storia della vita di Giovanni.

Una è la figura che Gibson aveva individuato nel corso della sua prima visita alla grotta. L´uomo sembra avere una testa riccia di capelli ed indossare una tunica con macchie, forse a suggerire una pelle d´animale. Tiene un bastone in una mano e leva l´altra in gesto di proclamazione.

James Tabor, uno studioso della Bibbia dell´Università del North Carolina, ha dichiarato che vi sono pochi dubbi che si tratti del Battista. Sembra che Giovanni fosse un nazireo, praticasse cioè una forma di consacrazione, che imponeva l'astinenza dalle bevande inebrianti, la purità legale e che prevedeva capelli lunghi e vesti simili a quelle degli antichi profeti.

Sulla parete opposta è inciso un volto che potrebbe significare la testa di Giovanni dopo la sua esecuzione; il predicatore fu decapitato da Erode Antipa dopo che osò accusare il governatore della Terra Santa di affari illeciti.

Altre incisioni includono croci, ed il dipinto di una mano, forse la raffigurazione di una famosa reliquia di Giovanni.

Le immagini sono dell´era Bizantina, probabilmente incise dai monaci che associarono il sito a Giovanni, secondo il folclore locale, hanno spiegato Gibson e Tabor.

Gibson, che guida l´Unità Archeologica sul Campo a Gerusalemme – un gruppo privato di ricerca – ha dichiarato che le scoperte, prese insieme alla prossimità del luogo di nascita di Giovanni, costituiscono una forte evidenza che la grotta potrebbe essere stata usata dal predicatore.

"Tutti questi elementi arrivano insieme e riempiono il quadro della vita e dei tempi in cui visse Giovanni il Battista" ha dichiarato Gibson, autore di un libro sullo scavo, dal titolo "La Grotta di Giovanni il Battista", che sarà pubblicato nelle prossime settimane.

Gibson ha spiegato che i cocci di ceramiche trovati negli strati di terra dalla superficie al fondo mostrano anche che il sito fosse usato per i rituali della purificazione dell´acqua dal tempo di Giovanni e per tutto il tempo a seguire, fino all'XI secolo,

quando i Crociati irruppero sulla scena e diedero inizio ad una nuova tradizione – designando il sito associato al Battista altrove, in una valle vicina.

Tabor ha ammesso che nessuno potrebbe mai dire per certo se Giovanni abbia usato la grotta. Ad ogni modo, ha dichiarato che la grotta potrebbe portare alla vita una parte importante del Nuovo Testamento. "Abbiamo sicuramente una nuova collocazione geografica - presso Ein Kerem - ove erano condotti i riti di purificazione che risalgono al I secolo e che si collegano alla tradizione di Giovanni il Battista".

Stephan Pfann, studioso biblico e presidente dell´Università della Terra Santa a Gerusalemme, sostiene che Gibson ha offerto una spiegazione apprezzabile per l´insolita scoperta, ma che l´esplorazione deve continuare. "Inviterà altri studiosi ad offrire spiegazioni alternative, se possono" ha dichiarato.

Lo stesso Gibson ha contemplato questa possibilità, lasciando circa un terzo della grotta intatta per mettere i colleghi in condizione di compiere nuovi scavi nel futuro.