Disseppelliti e trafugati dai tombaroli trent'anni fa nelle campagne siciliane intorno a Enna, venduti sottobanco nelle aste clandestine internazionali da esperti d'arte antica e infine acquistati dal Metropolitan Museum di New York nel 1984, dove sono stati esposti fino allo scorso anno, gli Argenti di Morgantina - sedici raffinatissimi pezzi d'argento d'orato d'epoca ellenistica - rientrano definitivamente il prossimo 3 dicembre ad Aidone, il piccolo comune montano della provincia di Enna sorto nelle vicinanze dell'antico centro abitato di Morgantina. Gli Argenti, conosciuti anche come il Tesoro di Eupòlemos, dal nome del loro ultimo proprietario, saranno esposti nel Museo Archeologico di Aidone dove già dallo scorso anno figurano gli spettacolari Acròliti di Demetra e Kore (restituiti anch'essi dagli Usa) e dove in primavera arriverà la celebra statua della Venere di Morgantina. L'allestimento museale per gli Argenti è progettato dal neo direttore del Parco Archeologico di Morgantina, Enrico Caruso e prevede, insieme ai sedici pezzi, l'esposizione di una raccolta di reperti inediti provenienti dall'abitazione di Eupòlemos risalenti al III secolo a.C. e recuperati durante le campagne di scavo degli anni Novanta dirette da Malcom Bell III, l'archeologo statunitense profondo studioso di Morgantina - e già cittadino onorario di Aidone - cui si deve il riconoscimento dei tesori d'arte trafugati in Sicilia ed esposti nei musei americani. In mostra ad Aidone, quindi, accanto agli argenti, saranno una grande àrula (altare domestico), vasellame da mensa, anelli, spatole e stiletti in bronzo, vasetti miniaturistici e due "singolari" monete separate da duemila anni di storia e divenute simbolo della romanzesca avventura degli argenti. Si tratta di una sikeliòtan, la moneta coniata proprio a Morgantina intorno al 212 a.C. con l'effige di una dea, Persefone o Demetra, la grande madre il cui culto si celebrava proprio da queste parti (Santuario S. Francesco Bisconti), e una moneta da cento lire del 1978 con la dea Atena e l'ulivo. Un prezioso indizio per gli archeologi-investigatori che, in un colpo solo, hanno potuto datare gli argenti di Eupòlemos, nascosti nottetempo nel 211 a.C. dal loro proprietario ai romani conquistatori in quella che viene indicata come la modesta casa di un suo servo e gli ultimi scavi clandestini che per trent'anni hanno sottratto a un'intera comunità, quella ennese e siciliana, passato e futuro.
Gli argenti, rientrati in Italia all'inizio del 2010, tornano ad Aidone dopo una tournèe coordinata dall'assessorato regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana cominciata la primavera scorsa al Palazzo Massimo di Roma, proseguita al Museo Salinas di Palermo e conclusasi a Shangai, in Cina, in occasione dell'Expo. Al Museo Archeologico di Aidone gli argenti saranno esposti insieme agli Acròliti di Demetra e Kore che, provenienti dal Bayly Art Museum della Virginia University, dal dicembre del 2009 si possono ammirare nell'allestimento progettato dall'arch. Caruso e realizzato con il contributo creativo della stilista Marella Ferrera che ha curato la "vestizione" delle due dee, madre e figlia. A chiudere il cerchio sarà l'ultimo "ritorno" sancito dal protocollo siglato nel 2007 dal ministero dei Beni culturali, dalla Regione Siciliana e dagli Stati Uniti: quello della Venere di Morgantina. Questo il nome dato dagli americani alla grande dea dalle vesti drappeggiate come nelle opere di Fidia, trafugata nelle campagne ennesi negli anni Settanta ed esposta per 22 anni al Paul Getty Museum di Malibu, in California. Al suo rientro in Italia, la prossima primavera, la Venere potrebbe presto cambiare nome: secondo alcuni studiosi, infatti, sarebbe una raffigurazione della grande madre della Sicilia greca, la dea Demetra. In programma, il prossimo 3 dicembre, anche un convegno archeologico internazionale organizzato in collaborazione con il Comune di Aidone e la Soprintendenza di Enna nel corso del quale i maggiori studiosi della storia di Morgantina e dei suoi scavi ripercorreranno le tappe dei vari ritrovamenti. Con Malcom Bell III sarà anche Pier Giovanni Guzzo, già soprintendente archeologo della Soprintendenza di Napoli e Pompei, i vertici del Nucleo di Tutela del Patrimonio dei Carabinieri e archeologi di fama internazionale.
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