
Forse in un futuro prossimo dovremo riconsiderare una volta per tutte l'immagine collettiva che abbiamo dell' Uomo di Neanderthal. Se fino a non molti anni fa veniva considerato come una sorta di scimmione dotato di linguaggio rudimentale e di qualche piccola e primitiva forma di creatività e di tecnologia, negli ultimi anni abbiamo imparato che non solo che il Neanderthal era molto più intelligente di quanto pensassimo in precedenza, ma era anche culturalmente evoluto sotto diversi aspetti, tanto da poter mercanteggiare con i Sapiens.
Le attività commerciali dei Neanderthal erano stato dedotte dal ritrovamento di alcuni artefatti rinvenuti in siti preistorici, artefatti che venivano giudicati di fattura Sapiens per via della loro complessità di realizzazione.
Secondo l'antropologo Julien Riel-Salvatore tuttavia, gli oggetti che si presumeva fossero stati acquistati da comunità di Homo Sapiens non sono affatto il risultato di uno scambio commerciale, ma dell'ingegno dei Neanderthal stessi, che sarebbero stati molto più tecnologicamente evoluti di quanto si fosse mai pensato.
"Fondamentalmente sto riabilitando i Neanderthal" afferma Riel-Salvatore, assistente professore di antropologia all' Università di Denver. "Avevano molte più risorse di quanto abbiamo mai pensato".
La sua ricerca, che sarà pubblicata sull'edizione di dicembre 2010 di Journal of Archaeological Method and Theory, si basa sullo studio di siti di Neanderthal presenti in Italia. In particolare, Riel-Salvatore si è focalizzato su una cultura chiamata Uluzziano, risalente al Paleolitico superiore e che annovera tra i siti anche la Grotta del Cavallo di Baia di Uluzzo, nel Salento.
Circa 42.000 anni fa, la cultura chiamata "Aurigraziano", attribuita all'Homo Sapiens, fece la sua apparizione in Italia, al tempo popolata da Neanderthal di cultura Musteriana da almeno 100.000 anni prima. Le due culture si differenziano essenzialmente per il tipo di artefatti che hanno prodotto, e la loro complessità tecnologica degli strumenti di uso comune e delle armi: la cultura aurigraziana realizzò artefatti più complessi della musteriana, e di forma ed utilizzo ben definiti.
I contatti tra queste due culture fecero nascere l'Uluzziano.






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