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20 Giugno 2004 ARCHEOLOGIA
allemandi.com
NUOVA DATAZIONE PER UNA RELIQUIA DEL CRISTO
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Esami su un dipinto, chiamato il Mandylion, adorato come riproduzione di un´impressione miracolosa del volto di Cristo, hanno rivelato che le sue origini sarebbero databili al XIII secolo.

Vi sono varie versioni dell´immagine, ma quella custodita a Genova è la prima ad essere sottoposta ad esame scientifico. I risultati sono stati presentati nel corso di un´esposizione (fino al 18 luglio) nel Museo Diocesano della città, in seno alle Celebrazioni della città di Genova come Capitale Europea della Cultura. Appropriatamente, la mostra è rappresentata come un viaggio – scientifico e spirituale – poiché l´icona venerata ha collegamenti con Siria, Turchia, Sinai ed Armenia.

Si ritiene tradizionalmente che il Mandylion sia una rappresentazione del volto del Cristo miracolosamente trasferitasi su un drappo di tessuto (dalla parola araba MANDIL, "piccolo tessuto"), ma non deve essere confusa con il telo, anch´esso recante le sacre sembianze, con il quale la Veronica asciugò il volto di Cristo durante la Sua salita al Calvario.

La prima menzione dell´esistenza del Mandylion risale al VI secolo. Nel 944 fu portato da Edessa a Costantinopoli dall´imperatore Costantino VII. La città imperiale perse il Mandylion nel corso della conquista crociata del 1204, quando fu venduto ai francesi e portato presso la Sainte-Chapelle di Parigi. Altre versioni esistevano da tempi precedenti a Roma ed a Genova.

La provenienza del Mandylion di Genova può essere rintracciata attorno al 1370, quando l´Imperatore Bizantino Giovanni V la offrì a Leonardo Montaldo, Capitano della colonia genovese sul Bosforo, ed in seguito Doge di Genova. Alla morte di Montaldo, nel 1384, egli lasciò il Mandylion al monastero armeno annesso alla Chiesa di San Bartolomeo a Genova, dove rimase per circa 600 anni.

La Chiesa ha recentemente accettato che un piccolo campione di legno fosse rimosso dal popolare pannello, per la datazione da parte dell´Università di Lecce. Il risultato mostra che vi sarebbe il 90% delle probabilità che il pannello al quale è fissata l´immagine di lino si dati tra il 1240-90.

In quest´occasione sono stati esaminati altri oggetti associati al Mandylion di Genova. Il più importante è la magnifica cornice placcata d´argento, creata a Costantinopoli verso la metà del XIV secolo. All´interno della cornice originaria, si trovano altre due teche posteriori, create in Italia, una nel 1601 e l´altra nel 1702.

Il retro del Mandylion di Genova è coperto da un raffinato drappo di seta siriana del X secolo. Il fatto che il Mandylion originale sia arrivato a Costantinopoli nel 944, ha condotto il co-curatore della mostra, Colette Dufour, a suggerire che questa seta formasse una volta la protezione dell´icona originale.

LEGAMI CON IL SINAI

Temporaneamente in esposizione a Genova, si trova un dittico di pannelli provenienti dal monastero greco ortodosso di Santa Caterina, che hanno lasciato il Sinai per la prima volta in oltre 1, 000 anni. Gli esperti storici dell´arte hanno provato che questi dovessero trovarsi originariamente ai lati di un altro Mandylion.

L´immagine in alto a destra del dittico (vedi foto), ritrae Re Abgar che riceve il lenzuolo impresso con l´immagine del Volto di Cristo. Abgar nel dipinto ha il volto di Costantino VII, che portò il Mandylion da Edessa nel 944.

L´altra ala mostra l´Apostolo Taddeo, che Cristo aveva mandato per fondare la chiesa di Edessa. Le ali sono alte 28 centimetri, la stessa altezza del Mandylion di Genova, e questa è un´evidenza stringente che fossero create per un trittico con il volto di Cristo al centro.

I pannelli laterali del Sinai sono stati datati - sul piano stilistico - alla seconda metà del X secolo, e sono stati probabilmente dipinti a Santa Caterina. Si era pertanto ritenuto finora che una copia del Mandylion fosse stata data da Costantino VII al monastero molto presto, dopo che l´originale lo aveva raggiunto nel 944, con i pannelli laterali creati come sportelli protettivi per il prezioso dono.

Il mistero attiene a ciò che accadde al pannello centrale del Mandylion perduto nel Sinai. Essendo un oggetto piccolo, era certo una facile preda dei ladri, ma quel che è curioso è che le ali furono separate da esso, e sopravvissero. Ciò ha condotto il co-curatore della mostra, il professor Gerhard Wolf a supporre che il Mandylion del Sinai "possa essere stato restituito all´imperatore di Costantinopoli dopo che l´originale fu sottratto dai Crociati nel 1204".

SFONDO STORICO

La leggenda narra che il re Abgar di Edessa, che regnò al tempo di Gesù, fosse malato, e si credeva che un´immagine del Salvatore lo avrebbe guarito. Egli inviò quindi un emissario a Gerusalemme affinché dipingesse il ritratto del Cristo. Invece, Gesù prese un pezzo di tela, e se lo posò sul volto, imprimendone l´immagine. Il prezioso drappo fu riportato ad Edessa, nell´antica Siria (Sanliurfa della Turchia del giorno presente).

La versione di Saint-Chapelle fu rubata durante la rivoluzione francese e andò probabilmente distrutta.

Un altro Mandylion fu portato a Roma, e nel 1587 si trovava nel Convento delle Povere Clarisse a San Silvestro in Capite. Nel 1870, passò al Vaticano. Si trova attualmente esposto alla mostra "San Pietro ed il Vaticano" a Museo d´Arte di San Diego (fino al 6 settembre). Il catalogo statunitense accetta la datazione del Vaticano, ascrivendolo dal III al V secolo, ma esistono considerevoli incertezze al riguardo. Il professor Wolf ritiene che l´icona del Vaticano si dati allo stesso periodo di quella di Genova, anch´esso al XIII secolo.