sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
6 Aprile 2004 ARCHEOLOGIA
korazym.org
Il libro di Andrea Tornielli - La Passione. Dai Vangeli al film di Mel Gibson
tempo di lettura previsto 8 min. circa

Avevamo lasciato il film alla scena che mostra Gesù incatenato e strattonato via con brutalità dal podere ai piedi del monte degli Ulivi, dove si era rifugiato a pregare. [...]

Persino il positivista Ernest Renan, nella sua demitizzante Vita di Gesù, ammette che l´interrogatorio informale davanti ad Anna citato da Giovanni "è una forte prova del valore storico del quarto evangelo": "È dato ben acquisito che l´autorità sacerdotale di fatto, era ancora saldamente nelle mani di Anna. È assai probabile che l´ordine di arresto sia venuto proprio da lui. Fu dunque naturale che Gesù fosse portato, subito e innanzitutto, davanti al potente personaggio".

Ritorniamo ora al film La Passione di Cristo. Prima che Gesù faccia il suo ingresso nel Sinedrio (Gibson non divide il processo vero e proprio dall´interrogatorio informale, e dunque fa accadere tutto all´interno del tempio e di notte, senza distinguere tra la fase che avviene nella casa di Anna e Caifa, e l´udienza nell´"Aula della pietra squadrata"), lo spettatore vede una guardia del tempio piuttosto anziana che va a bussare alla porta di un´abitazione. All´uomo che viene ad aprire, svegliato nel cuore della notte, la guardia dice in aramaico: "Porta tutti quelli che puoi! Hai capito? Davanti ai sommi sacerdoti". E fa saltare nel palmo della sua mano alcune monete, dando chiaramente ad intendere che lo speciale "servizio" verrà ricompensato. La persona svegliata dalla guardia, lo si vedrà nelle scene successive, è uno dei tre falsi testimoni convocati per accusare Gesù. In questo modo Gibson mette in luce che gli accusatori, ma anche la piccola folla che accorre ad assistere al processo, è composta innanzitutto da prezzolati. Quando l´inquadratura si sposta all´ingresso della sala del Sinedrio, lo spettatore vede un´altra guardia che controlla quanti entrano e ferma una persona incappucciata ricacciandola via. Se ne deduce un´attenzione a non coinvolgere in modo indiscriminato le "folle" della Gerusalemme di allora nei tragici avvenimenti che stanno per accadere. [...]

A proposito delle percosse che precedono la terribile e sanguinolenta flagellazione ad opera dei romani, dalle colonne del quotidiano francese Le Monde il rabbino Marvin Hier, fondatore del Centro Simon-Whiesenthal di Los Angeles ha criticato a fondo la scelta di Mel Gibson accusandolo di non essersi attenuto al Nuovo Testamento. "Quando Gesù è arrestato - ha dichiarato il rabbino nel corso dell´intervista, pubblicata nelle pagine culturali 15 febbraio 2004 - viene flagellato dagli ebrei, e questo non figura mai nei Vangeli". Invece sia Luca, sia Marco, sia Matteo parlano degli "uomini che tenevano in guardia Gesù", cioè delle guardie del tempio, affermando che lo percuotevano, lo schiaffeggiavano o lo prendevano a pugni. [...]

Prima che inizi l´interrogatorio, nel film Gesù intravede la madre, Maria, accompagnata da Giovanni, seminascosta tra la folla. "Per tutto il tempo in cui Gesù fu sottoposto al giudizio e alle più atroci umiliazioni - afferma la Emmerick - la Santa Vergine si tenne in continua comunicazione con lui. Ella sapeva e sentiva nella sua carne quanto succedeva al suo diletto Figlio e soffriva con lui".

Gibson all´incrociarsi dei due sguardi, di quello della madre e di quello del figlio sofferente, introduce il primo di una lunga serie di flashback, che spezzano la tensione e il crescendo della violenza, concedendo allo spettatore qualche istante di tregua. Nel primo di questi ricordi ci viene presentata una scena familiare di Nazaret. [...]

Terminato il flashback, l´inquadratura torna per qualche istante sul Sinedrio. La Madonna sussurra: "Tutto ha inizio, Signore".

Con un nuovo, improvviso cambio di scena, Gibson ci porta ora nella residenza di Ponzio Pilato, dove la moglie (interpretata da Claudia Gerini), si sveglia di soprassalto in preda a un incubo. È il sogno premonitore di cui parla l´evangelista Matteo e del quale parleremo diffusamente più avanti.

Si ritorna ancora nel Sinedrio, dove i sommi sacerdoti Anna e Caifa (quest´ultimo interpretato da Mattia Sbragia) iniziano a interrogare Gesù.

Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente: ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto" (Giovanni 18, 19-20). [...]

Il dialogo viene proposto alla lettera nel film, anche se lo spettatore rimane colpito dalla violenza con cui la giovane guardia percuote il Nazareno. Entrano dunque in scena i falsi testimoni che accennano alla magia che Cristo avrebbe praticato. [...]

A questo punto nel film di Gibson si vedono intervenire due sacerdoti del Sinedrio in favore di Gesù. Il primo afferma: "Questo procedimento è oltraggioso, i testimoni dicono cose senza fondamento ...". Viene duramente apostrofato da Caifa, che lo fa allontanare immediatamente dal Sinedrio. Poi interviene un secondo sacerdote, il quale protesta per essere stato convocato a quell´ora della notte. Anche lui viene fatto allontanare in malo modo.

I Vangeli non riferiscono di questi interventi di dissenso, peraltro subito soffocati da Caifa, dato che, come ha fatto notare Umberto Folena recensendo il film su Avvenire, "allora non era in voga la democrazia parlamentare". Frutto dunque soltanto dell´invenzione di Mel Gibson, che in questo modo si è cautelato facendo capire che nemmeno tutto il Sinedrio era concorde nella condanna di Cristo? No, c´è di più.

Innanzitutto la Emmerick: "Vidi che dal consiglio erano stati esclusi tutti coloro che coltivavano buone intenzioni verso Gesù, compresi quelli che non erano suoi nemici dichiarati. Nicodemo, Giuseppe d´Arimatea e gli altri membri esclusi avevano lasciato il tribunale e si erano ritirati nel tempio". [...]

Com´era comprensibile, la parte del processo che si svolge davanti al Sinedrio è stata oggetto delle maggiori controversie, rivisitazioni e contro-visitazioni. Dal racconto evangelico (ed è quello della sua storicità e della sua aderenza ai fatti il vero nodo della questione) emerge che, seppure corretto dal punto di vista della procedura legale, il processo avvenne di fronte a giudici non certo imparziali, la cui inimicizia contro Gesù e contro i suoi insegnamenti era già stata manifestata altre volte, e che già in precedenza avevano valutato la possibilità di sbarazzarsi del Nazareno, trattenuti soltanto dalla paura di una rivolta popolare. [...]

Nonostante la sostanziale concordia della tradizione storiografica antica, molti studiosi moderni hanno tentato di ribaltare, fin dagli inizi del secolo scorso, questa impostazione, attribuendo al potere romano e non all´autorità giudaica l´iniziativa del processo. Presentando un punto di vista ebraico, per ribaltare l´odiosa e insensata accusa di "deicidio" nei confronti del popolo ebreo (accusa che purtroppo ha dolorosamente segnato secoli e secoli di cristianesimo ed è stata all´origine dell´atteggiamento sprezzante, discriminatorio e in certi casi persecutorio nei confronti degli ebrei), Chaim Cohn, nel suo Processo e morte di Gesù non solo esclude ogni responsabilità giuridica e morale delle autorità giudaiche di allora, ma arriva ad affermare che queste si sono adoperate attivamente, pur senza efficacia, per sottrarre Gesù dalle mani di Pilato. "Un tentativo, quello di Cohn - fa osservare Giuseppe Barbaglio - tanto generoso quanto velleitario, perché condotto, certo, con le migliori intenzioni ma anche con scarso senso critico nella valutazione delle fonti storiche, in primis dei Vangeli". [...]

Due sono le scene che chiudono la prima parte del processo a Gesù. Nella prima, lo spettatore vede Maria che, accompagnata dalla Maddalena e da Giovanni, rientra nella sala del sinedrio ormai vuota. La Madonna si abbassa sul pavimento: in un´oscura stanza sottostante, in catene, c´è Gesù. Figlio e madre, sebbene separati dalle spesse lastre di pietra, sembrano avvertire l´uno il respiro dell´altra. Un segno di quanto la loro vita sia unita, un segno del profondo significato mariano del film di Gibson. I due personaggi appaiono a volte quasi un tutt´uno e nel suo corpo Maria vive insieme a Gesù la Passione.

Anche questa "visione" appartiene alla Emmerick, la quale specifica che Cristo era rinchiuso in una prigione sotterranea e afferma che la Vergine, per suo conto, ha ripercorso in quelle ore tutto il cammino del figlio, visitando uno ad uno tutti i luoghi dove si stava consumando la Passione.

La seconda scena, appena accennata, è quella che ritrae lo sguardo di Gesù in catene che incrocia quello di un falegname intento a lavorare. Sta preparando la croce, ma questo allo spettatore non appare evidente. Anche questo particolare non ha nulla a che vedere con i Vangeli, ma proviene dalle "visioni" della Emmerick: "Appena Maria si fu ripresa, insieme con le pie donne e Giovanni, ripassarono per il luogo dove si stava preparando la croce. Gli operai non riuscivano a terminarla; dovevano continuamente portare dell´altro legno, perché il tale e tal altro pezzo non serviva o si fendeva. Questo capitò affinché le diverse qualità di legno fossero combinate nel modo in cui Iddio voleva. Tra l´altro vidi che gli Angeli spingevano gli operai a ricominciare sempre di nuovo finché si compisse quanto era prestabilito".

Appare però difficile da credere, a rigor di logica, che la croce fosse preparata con così largo anticipo rispetto alla condanna di Ponzio Pilato: in fondo il processo romano davanti all´unico uomo che aveva il potere di liberare Cristo o di condannarlo al più orribile dei patiboli, doveva ancora avvenire. La vera sentenza doveva ancora essere pronunciata. E in quel momento i capi dei sommi sacerdoti non potevano avere alcuna certezza sulle risoluzioni del prefetto romano.