Un censimento tasta il polso al patrimonio artistico del Paese. Mentre il crollo di un intonaco del Colosseo richiama l'attenzione sulla salvaguardia di uno dei monumenti più celebri del mondo.
Un pezzo di intonaco si è staccato dalla struttura originale del Colosseo, cadendo dalla volta di una delle gallerie e frantumandosi sul pavimento dopo aver rotto la rete di protezione. Il frammento rovinato al suolo misura circa mezzo metro di superficie e ha uno spessore di qualche millimetro.
Trattandosi del simbolo indiscusso della ricchezza archeologica italiana nel mondo, nonché star incontrastata della top parade dei monumenti più visitati sulla terra, la notizia viene trattata con la dovuta cautela: "crolla il Colosseo" è infatti l'allarme lanciato da più parti.
Panico giustificato o meno, l'episodio ripropone il tema della "manutenzione preventiva programmata", tre parole 'magiche' che insieme dovrebbero assicurare la conservazione del materiale archeologico del nostro Paese, obiettivo al raggiungimento del quale è preposto l'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR), del ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La presenza sul territorio italiano di una parte consistente del patrimonio storico-artistico mondiale dovrebbe rendere il nostro paese particolarmente sensibile allo sviluppo di strategie nel settore della conservazione preventiva e al sostegno di studi e ricerche scientifiche finalizzati ad assicurare il più possibile ottimali condizioni di conservazione.
La banca dati della Carta del Rischio, dell'ISCR, è uno dei principali strumenti attivati a tale scopo. Si tratta di un sistema informativo territoriale che permette di eseguire ricerche e visualizzare dati su gli oltre centomila beni i beni schedati, suddivisi per Regione.
"Il sistema consente un attento monitoraggio dello stato di salute dei beni sul territorio" spiega Roberto Petriaggi, archeologo responsabile fino al 2009 del Servizio per gli interventi sui beni archeologici dell'ISCR (oggi agli Interventi di Archeologia subacquea). "La scheda del bene è come una cartella clinica - prosegue Petriaggi - ci permette di quantificare eventuali vulnerabilità di un edificio, ad esempio, per programmare interventi di conservazione o restauro, che possono essere ordinari o straordinari, nel caso si verifichi un'urgenza immediata".
E il Colosseo in quali casi rientra? "L'intervento sul Colosseo è pianificato da tempo, si tratta di un ampio progetto di restauro, necessario, anche se il monumento ancora non soffre di dissesto strutturale". Il crollo di intonaco potrebbe accelerare l'inizio dei restauri - "entro l'estate" ha recentemente annunciato il sindaco Alemanno -, anche se occorre mettere a punto alcuni dettagli sulla cordata di imprenditori che 'contribuiranno' ai lavori.
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