Sono stati restituiti l'11 febbraio dal Ten. Col. Raffaele Mancino, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, all'Ambasciatore del Libano a Roma, Melhem Mistou, alcuni fossili di natura paleontologica, di provenienza libanese.
La seganalzione sul traffico di materiale archeologico illecito era stata fatta dalla Direzione Generale dei Beni Archeologici, la Sezione Archeologia che ha constatato, che un cittadino italiano aveva richiesto al competente Ufficio Esportazione la certificazione di avvenuta importazione da Biblos (Libano) a Roma, di un fossile di razza. Quest'ultimo ente, pur avendo rilasciato quanto richiesto, dubitando sulla regolarità dell'esportazione da quel paese, ha allertato il Ministero Affari Esteri ed il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Infatti il cittadino italiano, un imprenditore sessantaquattrenne, aveva con sé, al momento dei controlli varia merce estera, in particolare pietre fossili, ritenute importanti ed oggetto di tutela dalla normativa libanese, di cui non era dimostrabile la legittima provenienza, risultando invece violate le normative esistenti in Libano che dettano precise disposizioni concernenti la detenzione e l'esportazione di reperti archeologici.
Il Reparto Tutela patrimonio Culturale ha proceduto quindi alla perquisizione, rinvenendo e sequestrando, presso l'abitazione dell'imprenditore, nel quartiere Monte Mario di Roma, diversi reperti fossili costituenti un esemplare completo di raiforme (razza).
Nel corso dell'attività, sono stati sequestrati anche altri due esemplari di pesci ossei, tutti fossili dell'Era Mesozoica, databili al periodo Cretacico (epoca susseguente al Giurassico), risalenti a 99/93 milioni di anni fa, nonché alcune decine di reperti archeologici romani ed etruschi.
Gli accertamenti tecnico-scientifici, compiuti sui beni paleontologici con l'ausilio del prof. Umberto Nicosia, dell'Università "La Sapienza" di Roma, Dipartimento di Scienza della Terra, hanno permesso di confermarne l'autenticità, evidenziarne l'alto livello qualitativo ed attribuirne la provenienza certa dal territorio libanese.
Il cittadino italiano è stato deferito all'Autorità Giudiziaria. Quest'ultima ha disposto la restituzione dei fossili alle autorità diplomatiche del Libano anche in considerazione della rinuncia alla proprietà espressa dall'indagato.
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